Ha due bolle d'aria nel torace ma è introvabile: salvato dalla Polizia locale
Le parole del 24enne: "Devo ringraziare la Polizia locale e il comandante per il loro aiuto"
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Il tempestivo intervento della comandante della Polizia locale di Carugo, Lorena Beretta, in collaborazione con un cittadino, ha contribuito a salvare la vita a un ragazzo di 23 anni che l’ospedale non riusciva a ricontattare dopo l’esito di alcuni esami.
Un salvataggio tempestivo
A raccontare l’episodio è proprio D.A., il ragazzo coinvolto: «È iniziato tutto con un’influenza poi una sera di inizio settimana ho avuto una crisi d’asma. Sono andato al Pronto soccorso, ho fatto gli esami e mi hanno rimandato a casa». La storia, tuttavia, non si è conclusa lì: «La mattina dopo essere andato al Pronto soccorso la Polizia locale mi ha avvisato che dovevo tornare in ospedale. C’erano delle piccole bolle d’aria nel torace. Si sono riassorbite da sole e mercoledì mi hanno dimesso».
D.A. conclude: «L’attacco d’asma mi ha spaccato un bronco. Ora devo stare a riposo, mi ero un po’ preoccupato. Devo ringraziare la Polizia locale e il comandante per il loro aiuto».
La ricerca del ragazzo
Il comandante Beretta era impegnata in un corso di educazione stradale a scuola. In quel momento una collega della centrale operativa l’ha avvisata che la Polizia locale di Cantù, su mandato del Pronto soccorso, cercava un residente a Carugo. Beretta ha così lasciato la lezione dei bambini e ha chiesto di recuperare il numero di telefono attraverso l’anagrafe. Il numero, però, non c’era. Il comandante si è così recata all’indirizzo dove, tuttavia, non ha trovato nessuno. Dopo una ricerca, si è trovato un vicino, conosciuto anche dalla stessa Beretta. Il vicino si è dimostrato da subito collaborativo e ha permesso a Beretta di telefonare alla persona che si pensava potesse essere cercata dall’ospedale. Vedendo un numero conosciuto, la risposta è stata quasi immediata. Ma dall’altra parte della cornetta, in realtà, c’era il padre di D.A. Senza allarmismi, la comandante della Polizia locale ha fatto tornare a casa l’uomo che ha svegliato il figlio e, insieme, si sono diretti al Pronto soccorso per ulteriori approfondimenti e per trovare la cura corretta.
L’importanza della collaborazione
L’episodio ricorda un fatto simile avvenuto nel 2018. In quel caso, era stata Beretta stessa a portare un giovane all’ospedale canturino per ulteriori accertamenti, richiesti d’urgenza dai medici. Beretta afferma: «Per prima cosa, sono molto contenta che il ragazzo si sia ripreso e sia a casa». Il comandante prosegue: «Mi ha fatto molto piacere la frase del padre che mi ha detto: “La porta di casa mia, d’ora in avanti, è sempre aperta”». Beretta conclude: «Voglio sottolineare il fatto che il meccanismo abbia funzionato in tutti gli elementi: il vicino e la centrale operativa in primis. La collaborazione è essenziale e un plauso va alla collega e al cittadino che mi ha permesso di utilizzare il suo telefono». Questo grande esempio di cooperazione tra istituzioni e cittadini ha permesso a un giovane di evitare problemi di salute piuttosto seri per la tranquillità della famiglia e del ragazzo stesso. Anche per questa ragione, la soddisfazione della comunità è palpabile.
Tommaso Minotti