Il caso del ponte finisce in Tribunale
Il processo è a carico di alcuni residenti in via Vittorio Veneto, accusati di interruzione di pubblico servizio

L’accusa contro alcuni cittadini che abitano in via Vittorio Veneto a Carugo è quella di interruzione di servizio pubblico e il processo è iniziato pochi giorni fa. Mercoledì mattina, 9 aprile 2025, gli ex membri dell’Amministrazione comunale sono stati sentiti come testimoni del pubblico ministero per il processo a carico delle persone che avrebbero impedito il corretto svolgimento dei lavori di costruzione del nuovo ponte.
Questa protesta, portata avanti con vari mezzi, avrebbe causato una serie di inconvenienti all’Amministrazione comunale. I costi dell’intervento, ad esempio, sarebbero aumentati di quasi 18mila euro.
L'udienza
La prima udienza, al Tribunale di Como, c’è stata mercoledì 9 aprile alle 9 dopo un rinvio iniziale.
I testimoni dell’accusa, che hanno parlato nel corso di un’udienza pubblica, erano: l’ex sindaco Daniele Colombo, l’ex vicesindaco e attuale capogruppo di "Progetto Carugo" Laura Pozzi e il responsabile dei Lavori pubblici Claudio Marelli.
Oltre agli esponenti dell’Amministrazione comunale sono stati sentiti anche gli uomini delle Forze dell’ordine tra cui tre Carabinieri, due della tenenza di Mariano e uno di Cantù, e un agente della Polizia locale del paese.
Per completare il quadro delle testimonianza dell’accusa, il pubblico ministero ha deciso anche di sentire gli operai della ditta che era incaricata dei lavori.
La vicenda
Nel corso dell’udienza si è ripercorso l’intera vicenda, partendo dalla decisione di progettare un nuovo ponte arrivando fino alle fasi della travagliata costruzione.
A commentare è stata proprio l’ex vicesindaco Pozzi:
"Siamo stati sentiti come testimoni. Era la seconda udienza di un processo penale. Ho risposto a tutte le domande del pubblico ministero, del giudice e della difesa e abbiamo ripercorso le tappe della vicenda".
I vari tasselli di questa storia, che risale al 2021 con un prosieguo poi negli anni, sono e verranno analizzati nel corso di questo processo.
Tra le storie collaterali, anche l’affissione di cartelloni di protesta contro la decisione dell’Amministrazione comunale di costruire il ponte in quell’area. Curiosamente, il "testimonial" di questa contestazione era Checco Zalone.
Il più delle volte, secondo l’accusa, l’interruzione di pubblico servizio si traduceva in un intralcio ai lavoratori che operavano nella zona. Ciò aveva comportato, in più di un’occasione, all’intervento delle Forze dell’ordine.
Una situazione, dunque, ancora da chiarire per un processo che è appena iniziato. Per prima cosa era fondamentale, per il corretto svolgimento del dibattimento, ascoltare coloro che hanno preso parte in prima persona alla progettazione e ai lavori sul ponte, cioè l’Amministrazione comunale e i rappresentanti dell’azienda incaricata.
Archiviata la prima udienza, con le testimonianze e le parole di politici, tecnici e agenti, si andrà avanti con il processo.