La protesta

Il Comune di Como chiude due asili nido. I sindacati: "Chiediamo con urgenza un confronto"

"Riteniamo che i comportamenti assunti dal sindaco nei confronti dei genitori non siano pertinenti al ruolo istituzionale svolto e lo invitiamo ad aprirsi al dialogo e al confronto"

Il Comune di Como chiude due asili nido. I sindacati: "Chiediamo con urgenza un confronto"
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Si è alzato un grosso polverone sulla decisione dell'Amministrazione comunale di Como di chiudere due asili nido in città. Una decisione che ha fatto storcere il naso, e non solo, ai sindacati che già nella giornata dell'8 marzo (giorno dell'effettiva chiusura) si erano già lamentati definendola una scelta assurda, ma ora chiedono un incontro urgente con l'Amministrazione Rapinese.

La polemica

"La giornata internazionale della donna, svoltasi celebrata l’8 marzo, ci ricorda come la costruzione l‘implementazione dei diritti sociali attraverso la predisposizione di dedicate tutele e di un presente dignitoso non possa limitarsi alle sole ricorrenze ma richiede impegno giornaliero, continuo costante, per assicurare una sostanziale parità nel lavoro, nella comunità. un equo accesso ai servizi da parte dei cittadini.

Una rilevante differenza si riscontra ancora ad oggi nella partecipazione al lavoro delle donne rispetto agli uomini. Il tasso di occupazione degli uomini tra i 15 e 64 anni nella provincia di Como si attesta a quasi 14 punti percentuali, (gli Uomini sono al 73,7%, mentre le donne si fermano poso sotto il 60%).

Una leva strategica per ridurre il gender gap, sono le politiche di welfare e di conciliazione, ovvero tutte quelle misure che promuovono una miglior conciliazione dei tempi di vita e lavoro. I servizi educativi per l’infanzia sono sul territorio fondamentali per aiutare le famiglie a gestire gli impegni di cura dei bambini.

Dai dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro risultano 61391 convalide riguardo le dimissioni e le risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri avvenute nel 2022 su tutto il territorio nazionale. Ossia le dimissioni che la persona lavoratrice compie durante il periodo di gravidanza o nei primi tre anni di età dei figli.

Dimissioni che spesso hanno origine nell’impossibilità di vivere appieno il proprio essere dipendente in azienda con la volontà di garantire ai propri figli una presenza ed una vicinanza che i servizi a disposizione spesso non agevolano.

Il tema dei servizi di supporto alla famiglia è uno dei principali contenuti che stiamo portando all’attenzione delle amministrazioni comunali del territorio, nella richiesta di avvio del confronto sulle politiche sociali.

Sulla chiusura dei nidi

Apprendiamo purtroppo solo a mezzo stampa della decisione dell’amministrazione di Como di modificare profondamente il servizio educativo per la fascia 0 3 anni, a partire dalla prossima chiusura degli asili nido di via Passeri e via Monte Olimpino, con estensione del convenzionamento con nidi privati, nonostante dal mese di gennaio scorso unitariamente avessimo inviato richiesta di incontro.

Nel confermare la nostra totale contrarietà a decisioni orientate alla riduzione complessiva dell’offerta di posti sul territorio ed al restringimento dei servizi pubblici offerti, affermiamo che la possibilità di conciliare la vita lavorativa con quella privata e familiare passa anche dalla capillarità dei servizi sul territorio. Chiediamo che il sistema dei servizi educativi persegua standard qualitativi a garanzia dei bisogni educativi dei bambini, garantisca un ampliamento dell’offerta educativa, adegui l’estensione oraria in risposta alle esigenze delle famiglie, oltre a assicurare tutele per il personale coinvolto nel percorso di riorganizzazione, anche per evitare damping contrattuale.

Infine riteniamo che i comportamenti assunti dal sindaco nei confronti dei genitori non siano pertinenti al ruolo istituzionale svolto e lo invitiamo ad aprirsi al dialogo e al confronto. Rinnoviamo il nostro sostegno al personale coinvolto (con le rappresentanza di categoria) e sosteniamo le richieste legittime delle famiglie. Per tale ragione chiediamo all’amministrazione comunale di rivedere le proprie scelte, aprendo il confronto con le sigle sindacali".

Firmato: Alessandra Ghirotti, Cgil Como; Paola Gilardoni, Cisl dei Laghi; Dario Esposito, Uil del Lario.

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