Il consigliere della Lega accusa di fascismo rosso il Pd: la replica del gruppo consiliare
Il comunicato del Pd e di Noi con Antonio Pagani

Durante l'ultimo Consiglio comunale a Cantù del 30 giugno scorso, il capogruppo della Lega Maurizio Facchini, dopo un intervento in cui il Pd sottolineava di non accettare in alcun modo che si parli di “fascismo con la bandiera rossa e arcobaleno”, ha ribadito e riconfermato le sue parole, aggiungendo che il Pd rappresenta il nuovo fascismo rosso.
La replica del Pd
"Non possiamo stare zitti - hanno puntualizzato congiuntamente il gruppo consiliare del Pd, il circolo cittadino del Partito democratico e il gruppo Noi per Antonio Pagani - Non possiamo in alcun modo accettare tali dichiarazioni, che a detta del consigliere non sono provocazioni. Le ha addirittura rivendicate quando, durante il Consiglio, gli abbiamo chiesto di ritirarle. Quando il consigliere parla di nuovo fascismo rosso, non solo svilisce il dibattito politico, ma insulta la memoria di chi ha combattuto veramente il fascismo, di tutti quegli uomini e quelle donne che hanno perso la vita sulle montagne e nelle strade del nostro Paese, quello storico, reale, che ha oppresso l’Italia e l’Europa con la violenza, la censura, il razzismo di Stato, la soppressione delle libertà fondamentali, l’eliminazione fisica degli oppositori politici".
Le parole dei consiglieri
Il comunicato congiunto prosegue: "Quando parla di nuovo fascismo rosso, il consigliere dimostra di non avere la minima idea di cosa sia stato davvero il fascismo. Il fascismo è stato un regime che ha abolito la libertà di stampa, incarcerato o eliminato fisicamente gli oppositori, perseguitato minoranze, mandato al confino intellettuali, firmato leggi razziali, portato l’Italia in guerra al fianco del nazismo. Quella che egli chiama fascismo rosso è, in realtà, il nostro impegno per l’uguaglianza, per i diritti di tutti, per una società più giusta; è la difesa della Costituzione nata dalla Resistenza. La vicenda, oltre che offensiva e inaccettabile, risulta anche priva di senso, dal momento che nasce dalla rimozione di una petizione online da parte di una piattaforma privata statunitense, che nulla ha a che fare con il nostro gruppo e il Pd. Non possiamo accettare che si affermi con leggerezza ma convinzione che nel nostro Paese alcuni cittadini non possano esprimere liberamente le proprie idee. Ciò non è vero e è irrispettoso verso coloro che la censura l'hanno veramente subita e la subiscono ancora sotto alcuni regimi liberticidi. La nostra Costituzione, che difendiamo quotidianamente con il nostro lavoro istituzionale e di cittadini, afferma che hanno diritto di esistere tutte le opinioni, tranne una, quella fascista che non è un pensiero, è la negazione di ogni ragione, è il domandare quotidianamente al regime il permesso di pensare. Non usiamo l’insulto come surrogato delle idee. Non chiamiamo libertà; il privilegio di pochi, né ordine l’esclusione di chi è diverso. Né siamo noi gli artefici di un Decreto Sicurezza che di fatto comprime le libertà nel nostro Paese. Noi non possiamo accettare in silenzio parole come quelle pronunciate l’altra sera. La libertà di espressione non deve essere confusa con la libertà di insultare. Paragonare tutto questo a chi oggi difende i diritti, la Costituzione, non è solo una sciocchezza: è un insulto alla memoria collettiva del nostro Paese. Non c’è nulla di rosso nel fascismo. E non c’è nulla di fascista nel dissenso democratico. Non accettiamo una simile provocazione. Non la accettiamo oggi, e non la accetteremo mai. La storia ce lo impone. La democrazia ce lo impone. Il rispetto per i cittadini ce lo impone".