Il parroco "bidona" i fedeli: non si presenta alla messa
I fedeli attendevano il sacerdote a Megna ma la chiesa aveva il lucchetto, lui aveva confermato poche ore prima
I fedeli volevano celebrare Sant’Antonio nella piccola chiesa seicentesca di Megna. Era tutto concordato. L’ultimo contatto con il parroco, don Giovanni Giovannoni, c’era stato alle 12.30 con una chiamata, poi chi aveva intenzione di assistere alla funzione era partito prima delle 14 a piedi, percorrendo i sentieri che portano all’Alpe.
Ma mercoledì alle 15, orario stabilito per la messa nel giorno dedicato al Santo, i presenti hanno atteso invano. Tutti erano fuori dall’edificio religioso, che dalla scorsa primavera è chiuso con un lucchetto:
"Alcuni volontari che hanno a cuore la chiesa l’avevano sistemata con piccoli interventi di manutenzione. Non sappiamo per quale preciso motivo, ma questa cosa non era piaciuta al sacerdote che aveva deciso di non permetterne più l’ingresso. Nei mesi successivi gli animi si erano rasserenati e la questione si era risolta con un chiarimento e anzi don Giovanni aveva accolto la proposta di celebrare Sant’Antonio".
Una beffa, fatti tutti i preparativi
Erano perciò state consegnate le chiavi ai volontari che nei giorni scorsi si erano dedicati alla preparazione della chiesa, pulendola e riempiendola di fiori.
"Le chiavi erano state riconsegnate al parroco, insieme a una busta con le offerte dei fedeli che erano state raccolte proprio per l’occasione. Tutto con la serenità di trovare don Giovanni a Megna mercoledì. Quando siamo saliti all’Alpe, il vecchio nucleo di case, quasi disabitato, ci ha accolto. Eravamo una quarantina. Ma del prete, nemmeno l’ombra e la chiesa era chiusa dal solito lucchetto..."
L’intervista integrale sul Giornale di Erba da sabato 20 gennaio 2024 in edicola
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