Impianti sciistici sul San Primo, l'Alleanza Verdi e Sinistra non ci sta: "Vogliono depredare montagne e falde"
"Il progetto è paradossale per lo sforzo e per i risultati che si attendono. La montagna è un tesoro da salvaguardare attraverso una promozione turistica dolce, che sia fedele alle caratteristiche dell’ambiente"
Oggi, giovedì 9 febbraio alle 11, in via Turati a Erba, si è tenuta la conferenza stampa organizzata dall'Alleanza Verdi e Sinistra con relatori Angelo Bonelli deputato di AVS e co-portavoce nazionale di Europa Verde, Devis Dori, deputato AVS, Tino Magni, senatore AVS, Elisabetta Patelli e Federico Brugnani. Il tema? la costruzione degli impianti sciistici sul monte San Primo.
Impianti sciistici sul San Primo, l'Alleanza Verdi e Sinistra non ci sta: "Vogliono depredare montagne e falde"
Il dibattito sulla costruzione di impianti sciistici sul San Primo arriva in Parlamento: merito di Devis Dori e Tito Magni, rispettivamente deputato di camera e senatore, che hanno presentato due interrogazioni parallele sull’argomento, chiedendo al Ministero dell’Interno chiarimenti riguardo all’utilizzo del finanziamento ministeriale al progetto, pari a 3 milioni di euro, oltre a proporne l’utilizzo per la riqualificazione ecosostenibile dell’area.
Ma il dibattito, quest'oggi, si è tenuto a Erba:
"Vogliono depredare montagne e falde per realizzare impianti di innevamento e cementificare ulteriormente la montagna: tutto ciò è inaccettabile, ancor più perché vengono spesi 5 milioni di euro pubblici. Non possiamo contrastare il cambiamento climatico e non considerare ciò che sta accadendo senza cambiare il modello di sviluppo".
Ha esordito così Angelo Bonelli, portavoce nazionale dell’Alleanza Verdi e Sinistra, arrivato nell’erbese per portare avanti la lotta contro la costruzione degli impianti sciistici a San Primo e in favore invece di uno sviluppo ecosostenibile.
"In tante parti d’Italia si stanno costruendo impianti di questo tipo: è un atteggiamento irresponsabile che pensa di ovviare alla crisi climatica. - continua Bonelli - La Regione Lombardia, inoltre, è quella che ha un più alto livello di consumo del suolo".
Gli interventi di Patelli, Brugnani e Manzoni
"Il progetto è paradossale per lo sforzo e per i risultati che si attendono. La montagna è un tesoro da salvaguardare attraverso una promozione turistica dolce, che sia fedele alle caratteristiche dell’ambiente. - aggiunge Elisabetta Patelli, capolista comasca del gruppo Verdi-Sinistra - Con l’attuale cambiamento climatico in atto, la neve diminuirà piano piano: quest’anno il manto nevoso lombardo è diminuito del 43%. Allo stesso modo bisogna stare attenti all’impatto non sostenibile dell’innevamento artificiale: è inutile investire sull’industrializzazione del turismo della neve in un territorio che ne vedrà sempre di meno. Noi chiediamo di utilizzare una parte dei fondi, se già stanziati, per la sistemazione dei sentieri, per la manutenzione di pascoli e boschi, per la promozione delle attività agricole e agrituristiche".
Federico Brugnani aggiunge:
"Il sentimento onnipresente è che si possa fare tutto ovunque, ma non è così: nell’ottica di preservare l’ambiente è necessario preferire modalità meno impattanti e più dolci. Inoltre gli impianti favorirebbero un tipo di turismo “mordi e fuggi”, con costi energetici e ambientali enormi".
Ed Emauele Manzoni continua:
"La vicenda è stata portata alla camera e al senato. Al centro c’è l’approccio del centro destra di questi anni, si pensi che la Regione aveva destinato 13 milioni alla tutela ambientale nel 2010, mentre oggi stanzia solo 6 milioni".
La deposizione in Senato e alla Camera
"Abbiamo depositato parallelamente alla camera e al senato due interpellanze nelle quali chiediamo al Ministero dell’Interno chiarimenti riguardo al progetto di costruzione dell’impianto sciistico a San Primo. - spiega Devis Dori, deputato alla camera dell’Alleanza Verdi-Sinistra - In un periodo di cambiamenti climatici c’è l’impossibilità di avere la neve stabilmente a quote basse e l’utilizzo di neve artificiale ha un forte impatto ambientale, per di più in un momento di siccità. Il nostro non è solo un “no”, ma una proposta alla realizzazione di opere sostenibili, con percorsi naturalistici dove l’ambiente venga preservato e valorizzato. Nell’interrogazione che ho presentato alla Camera ho chiesto il cambiamento di destinazione dei fondi stanziati per il progetto, 3 milioni, per realizzare opere sostenibili, dato che nel decreto di stanziamento non c’è il vincolo a una certa tipologia di opere".
"La prossima tappa sarà la sollecitazione in un’interpellanza urgente, se non dovessimo ottenere risposte alla nostra interrogazione in un tempo utile, in modo da obbligare il Ministero a rispondere in aula. - continua il deputato - Non dobbiamo dimenticare che si tratta di soldi pubblici, i cittadini devono essere ascoltati: con l’interpellanza vogliamo portare il problema all’interno del dibattito pubblico, affinché sia un megafono per i cittadini del territorio, che sosterremo sempre"