"In Austria c’è il rispetto dell’equilibrio tra vita sociale e lavorativa"
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«La difficoltà è formativa. Bisogna mettersi in gioco, con coraggio, per crescere dal punto di vista umano e professionale». Questo concetto di Eleonora Galletti, ventinovenne originaria di Cermenate, fa da sfondo al suo profondo vissuto da ragazza che ha già accumulato variegate esperienze nel suo bagaglio. Eleonora ha optato per uno Stato non così consueto per un giovane italiano che punta ad affermarsi, all’estero, nel mondo del lavoro: l’Austria.
La storia di Eleonora Galletti
La scelta di trasferirsi in questo Stato trova le radici nel suo percorso di formazione: «Vivo in Austria ormai da 4 anni - afferma Eleonora - sono arrivata qui a novembre 2020, tra l’altro proprio nel periodo del Covid. Ho sempre avuto, già dalla scuola e soprattutto dall’università, questa voglia di lavorare in un contesto internazionale, fuori dall’Italia. Al liceo ho studiato tanto il tedesco e ciò mi ha aperto le porte, in particolare, verso alcuni Stati di lingua tedesca, proprio come l’Austria. Anche la Svizzera poteva essere un’alternativa, magari più vicina, ma ho preferito guardare altrove. Poi mi è proprio arrivata l’opportunità di una posizione lavorativa scoperta in Austria e, avendo già delle conoscenze lì, non ho esitato a trasferirmi».
L'Erasmus in Svezia
Prima dello spostamento definitivo in Austria, Eleonora ha vissuto un’altra parentesi che ha ampliato la sua prospettiva oltreconfine: «Nel mio percorso universitario, nel 2019, ho fatto 6 mesi di Erasmus in Svezia - rivela Eleonora - è stato un periodo breve ma rimane la mia prima vera esperienza prolungata fuori dall’Italia. In generale non ho girato tantissimo il mondo, vengo da una famiglia abbastanza abitudinaria, che negli spostamenti si recava soprattutto in un villaggio in Toscana per le vacanze. Ora sto iniziando a visitare anche altri Stati, grazie all’indipendenza economica che ho raggiunto. Punto sempre più alle mete lontane, infatti, recentemente, sono stata sia in India che in Cina».
Il lavoro nel digital
L’indipendenza economica di Eleonora deriva dai suoi significativi traguardi lavorativi, che le hanno dato stabilità già in giovane età: «Io ho studiato, soprattutto, Data Analytics e ho portato queste mie competenze specifiche anche in Austria. Attualmente faccio la project manager nel contesto digital. Con il tempo vorrei occuparmi meno di aspetti prettamente tecnici, puntando maggiormente all’interazione a livello organizzativo e sociale». Eleonora è ancora giovane e il suo futuro, professionale e non, è ancora tutto da scrivere: «Sinceramente non ho ancora una chiara rappresentazione del mio futuro - confida Eleonora - devo decidere se proseguire in Austria o magari ritornare in Italia. A volte avverto il piacere nel rimanere qui, ma in alcune circostanze sento il bisogno di ritornare nel mio Paese. In Austria devo dire che, comunque, mi trovo molto bene. In questo Stato si supporta il lavoratore, in primis nel rispettare l’equilibrio tra vita sociale e attività lavorativa. Le ore libere hanno un valore per quanto riguarda il benessere della persona. Ci sono anche contributi economici, ad esempio per i pendolari che devono raggiungere determinati luoghi di lavoro, piuttosto distanti. Viene proprio dato un supporto monetario in relazione alla distanza che deve essere percorsa dalla singola persona. Queste attenzioni, decisamente positive, sono troppo sottovalutate in Italia».
Il legame con Cermenate
Per quanto riguarda il suo ricordo dell’Italia, Eleonora non nasconde il profondo legame, ancora vivo, con le origini: «Mantengo tanti contatti con l’Italia. A Cermenate c’è la mia amata famiglia, ma, in generale, ho ancora tanti amici in Lombardia. Mi piace ritornare, anche fisicamente, appena posso. Con l’aereo si fa abbastanza in fretta, arrivando in poco più di 1 ora, mentre con la macchina servono circa 9 ore. Inizialmente rientravo anche una volta al mese. Onestamente adesso ciò non mi risulta molto fattibile, però, indubbiamente, la nostalgia spesso si fa sentire. Vivo i miei rientri quasi come delle mini vacanze in cui provo grande gioia nel rivedere le persone a me più care». Nel mettere a confronto Austria e Italia, attraverso il vissuto di Eleonora, vien naturale la comparazione tra due città simbolo, soprattutto a livello economico: Vienna e Milano. «Per l’Austria, Vienna è sicuramente molto all’avanguardia ed è al passo con i tempi - spiega Eleonora - io, tra l’altro, vivo proprio in questa splendida città e quindi la conosco molto bene. Qui ci sono tante aziende importanti. Però, chiaramente, considero più attiva la realtà di Milano, dove c’è più varietà nella tipologia delle aziende presenti sul territorio».
Il periodo di formazione in Svezia dà a Eleonora la possibilità di allargare il ventaglio delle esperienze su cui fondare un confronto tra diversi stili di vita. «Dal mio punto di vista l’Austria è un po’ in mezzo tra l’Italia e la Svezia. Nella vita di tutti i giorni gli svedesi hanno degli orari molto anticipati, rispetto agli standard italiani. Addirittura a volte cenano alle 16:30. In Austria, invece, pranzo e cena avvengono, tendenzialmente, un paio d’ore prima dell’Italia. Lo stile di vita risente, in modo tangibile, della luce solare presente nell’arco della giornata. Il buio, sia in Svezia che in Austria, arriva prima e quindi anche le persone rientrano a casa prima. Di conseguenza si vedono meno attività all’esterno, tra buio e freddo. Tutto ciò, all’inizio, sicuramente ha rappresentato un po’ uno shock per me. Le persone, pure, sono diverse. In Italia noto maggior facilità nel creare nuovi rapporti. In Austria e Svezia percepisco più freddezza nelle relazioni umane. Magari incide anche il mio non essere madrelingua».
Una comunità italiana
Eleonora, comunque, non si sente sola, anche grazie alla presenza di una buona comunità di italiani sul territorio: «Soprattutto a Vienna trovo molti connazionali, pur non rappresentando la comunità di stranieri più presente. Il mito dell’italianità devo dire che piace agli austriaci - evidenzia Eleonora - qui ci sono diversi ristoranti di cucina italiana, piuttosto frequentati. Pure a Graz, dove vivevo prima, ho conosciuto degli italiani. Forse nei piccoli paesini al centro dell’Austria, più in montagna, risulta difficile trovare, in generale, stranieri». Infine, Eleonora esprime la sua prospettiva nel consigliare l’estero a un giovane italiano: «A me viene naturale incoraggiare i ragazzi nel fare esperienze fuori perché trovo siano sempre formative, non solo a livello professionale. Io mi sento cresciuta molto anche come persona. Stare da soli in un Paese straniero, inevitabilmente, ti porta a tirare fuori il massimo da te stesso. La difficoltà è formativa. All’inizio tutto può sembrare buio, questa volta non solo nel senso della luce solare, ma, poi, si tira fuori sempre più quel coraggio che serve per affrontare tante dinamiche che la vita ti mette davanti».
Filiberto Caruso