In dono dalla classe 1941 la targa illustrativa della storia della statua di Sant’Anna
La statua lignea che come detto raffigura Sant’Anna in compagnia di Maria, è stata posizionata nella hall dell’ospedale.

Dopo la ricollocazione della statua raffigurante Sant’Anna in compagnia di Maria, sua figlia, nella hall dell’ospedale, la Classe 1941 ha donato ad Asst Lariana anche la targa illustrativa della storia dell’opera lignea. L’ingegner Clemente Tajana, consigliere della Classe 1941, ha curato la redazione del testo storico-artistico. Il testo agiografico è stato predisposto dall’architetto padre Ercole Ceriani, che aveva curato anche la progettazione del nuovo basamento in acciaio Corten di oltre due metri su cui il gruppo scultoreo è stato posizionato. Questa mattina, accolti dal direttore generale di Asst Lariana, Fabio Banfi, sono intervenuti alla consegna il presidente della Classe 1941 Tolmino Franzoso, la Rosa d’Oro Pia Pullici, la segretaria Cristiana Corti e l’ingegner Tajana.
In dono dalla classe 1941 la targa illustrativa della storia della statua di Sant’Anna
La statua lignea che come detto raffigura Sant’Anna in compagnia di Maria, è stata posizionata nella hall dell’ospedale che è a lei dedicato, nel dicembre 2019. Ad avanzare la richiesta di ricollocare l’opera in modo che fosse più visibile - con il trasferimento dell’ospedale era stata posizionata nell’atrio di fronte all’ingresso della chiesa - era stata appunto la Classe 1941. La statua è stata collocata su un basamento in acciaio Corten, annerito, di oltre due metri, realizzato dalla ditta Silfer di Giancarlo Binaghi di Albavilla. La targa è stata realizzata dalle grafiche Salin.
Sposa di Gioacchino, Anna (in ebraico il nome significa grazia) quando ormai aveva perso la speranza di avere figli, in età avanzata partorì Maria. La sua protezione è particolarmente invocata dalle partorienti e dalle donne desiderose di maternità; è onorata anche da ricamatrici e lavandaie (secondo la leggenda Anna era stata una lavandaia); era invocata anche per ottenere una buona morte giacchè stando alla tradizione, la sua sarebbe stata addolcita dalla presenza del Bambino Gesù che le risparmiò gli spasimi dell’agonia.