Sono state le parole della Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, affidate a un videomessaggio, ad aprire la mattinata a Villa Guardia (Como), dove la Società Cooperativa Sociale Centro Progetti Educativi ha inaugurato la sua nuova sede operativa di via Belvedere 12, in occasione dei 25 anni di attività.
Il senso
Un compleanno che non è stato soltanto una festa, ma l’avvio simbolico di una nuova fase per una realtà che da un quarto di secolo rappresenta un punto di riferimento per bambini, ragazzi e adulti con disabilità, disturbi del neurosviluppo e disturbi psicoemotivi.
Il nuovo edificio, ampio 1.500 metri quadrati, si è mostrato in tutta la sua bellezza: spazi luminosi, accoglienti e pienamente accessibili, pensati per rispondere in modo sempre più tempestivo e coordinato ai bisogni educativi, terapeutici e riabilitativi delle persone seguite. Al suo interno prenderà vita un modello integrato di intervento che unisce l’approccio clinico, educativo e sociale, costruendo un percorso personalizzato centrato sulla persona e sul suo contesto di vita.
Il taglio del nastro ha visto la partecipazione dei referenti della Cooperativa Sociale – tra cui il Presidente Giancarlo Campolongo che ha dato il benvenuto, del sindaco di Villa Guardia Paolo Veronelli e dell’assessora ai servizi sociali Giulia Pedroni, insieme al consigliere provinciale Valerio Perroni.
A seguire, il pubblico ha potuto ascoltare lo speech di Mapi Danna, specialista in Human Sustainability, esperta di dinamiche relazionali e ideatrice del percorso “Le 6 porte della Leadership del Riconoscimento”. Il suo intervento, dal titolo evocativo “Da campi di battaglia a campi di semina – Il potere del Riconoscimento per fiorire, insieme”, ha offerto una riflessione profonda sul valore del riconoscere sé stessi e gli altri come atto di crescita, coesione e umanità.
L’intervento della direttrice
La direttrice del Centro Progetti Educativi, Antonella Mazzillo ha poi raccontato come il nuovo spazio rappresenti un passo decisivo per rafforzare la qualità dell’offerta socio-sanitaria, sottolineando l’importanza di un ambiente capace di favorire benessere, partecipazione e
autonomia. Annalisa Tofani, direttrice sanitaria e medico neuropsichiatra ha spiegato l’attività del Centro all’interno del modello continuativo di cura.
“Ciò che incontriamo ogni giorno nelle famiglie, nei ragazzi, nei bambini, va oltre l’ordinario, abbraccia aspetti di fragilità che, negli ultimi anni, si sono amplificati – ha spiegato Antonella Mazzillo – La sofferenza emotiva/psicologica correlata a contesti familiari e sociali vulnerabili è peggiorata negli ultimi anni con cifre documentate. Le statistiche ce lo ricordano con chiarezza: in Italia, al 31 dicembre 2023, risultano in carico ai servizi sociali 374.310 minorenni, dei quali 113.892 sono vittime di maltrattamento (30,4 %). Questo rappresenta un aumento del 58 % rispetto al 2018. Un’indagine italiana mostra che tra gli adolescenti 15-19 anni la percezione della propria salute è scesa sotto la sufficienza (5,9/10) e che il 64 % ritiene che la casa o la struttura in cui vive non sempre sia un luogo sicuro. Tutto questo significa che molte delle situazioni che arrivano a noi non sono semplicemente complessità clinica: sono complessità relazionale, economica, sociale, traumatica. In questo luogo abbiamo scelto di non prescindere da queste dimensioni. Perché crediamo che prendersi cura significhi guardare l’intero sistema (il bambino, l’adolescente, ma anche la famiglia, il contesto, la vita quotidiana). Significa porre al centro la persona nella sua interezza. Ci muove il desiderio di riparare (non nel senso di tornare indietro), ma di rimettere in ordine, di restituire dignità, relazione e connessione a chi ne è stato privato. Riparare, nel suo significato più profondo, è dare nuovamente forma a ciò che è stato ferito, offrendo uno spazio di protezione e di possibilità. Ci muove il senso di giustizia: non sappiamo restare fermi quando la fragilità chiede di essere vista. Ci muove la convinzione che dopo la pandemia non basti tornare come prima: perché quel prima era già troppo fragile. Aprendo Spazio GiraSole, vogliamo affermare un principio importante, sul quale continuo continuiamo a interrogarci. Le situazioni più complesse non sono un extra del nostro lavoro, ma il cuore del nostro impegno professionale e umano. I bambini con autismo, le famiglie in difficoltà, le fragilità relazionali ed emotive non rappresentano un margine, ma un centro di responsabilità condivisa”.
In chiusura, Antonella Zaccariello, medico e referente distrettuale del Lions Club per il Service Autismo e Inclusione, ha posto l’accento sul ruolo della coesione sociale come fondamento per costruire comunità più aperte e solidali, capaci di sostenere ogni persona nel suo percorso di crescita. In collegamento anche Patrizia Conti, già primaria di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ASST Lariana, che ha voluto portare il suo saluto a tutto il gruppo di lavoro.
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L’esperienza e la specializzazione della Cooperativa
La Cooperativa Sociale Centro Progetti Educativi di Villa Guardia, forte di un’esperienza partita nell’anno 2000 nell’ambito dei servizi educativi, riabilitativi e socio residenziali rivolti a persone con disabilità, ha sviluppato negli anni una competenza specifica nell’accoglienza e nel supporto ai minori con disturbo dello spettro autistico.
La gestione del centro Spazio GiraSole, avviato nel 2010 e fortemente caratterizzato da un’impronta abilitativa-riabilitativa nell’ambito del progetto regionale sperimentale "Riabilitazione Ambulatoriale e Diurna territoriale Extra ospedaliera per minori disabili", rappresenta oggi un punto di riferimento territoriale nella presa in carico globale dei minori con diverse fragilità e delle loro famiglie, grazie anche alla stretta collaborazione con le UONPIA territoriali, che da anni, quale requisito del progetto sperimentale suddetto per abbattere le lunghe liste d’attesa, inviano i minori per percorsi riabilitativi individualizzati.
Parallelamente, l’esperienza maturata nell’ambito del progetto sperimentale regionale EVA EVoluzione Autismo – che ha coinvolto oltre 50 istituti scolastici supportando più di 100 bambini con diagnosi di autismo – ha consentito agli operatori di osservare da vicino le criticità del modello scolastico attuale, nonostante le buone pratiche di inclusione. In numerosi casi, infatti, l’inserimento scolastico rappresenta una vera e propria forzatura, soprattutto per quei minori con bisogni complessi e gravi compromissioni sul piano comunicativo, relazionale e comportamentale. Questi bambini spesso non riescono a sostenere una frequenza scolastica regolare, generando situazioni di
forte stress e disorientamento sia per loro che per le famiglie.
La conseguenza più rilevante è che le famiglie, e in particolare i genitori-caregiver, si trovano in una condizione di isolamento e sovraccarico assistenziale. La mancata copertura diurna dei bisogni educativi e abilitativi dei figli impedisce a molti genitori, in particolare alle madri, di proseguire una propria attività lavorativa, generando ricadute sociali ed economiche importanti. La carenza di servizi flessibili e personalizzati, in grado di affiancarsi o sostituirsi in parte al contesto scolastico, rappresenta ad oggi una delle criticità più rilevanti segnalate dalle famiglie e dagli operatori dei servizi territoriali.
La nascita di un progetto innovativo
È proprio a partire dalle considerazioni indicate e dal confronto quotidiano con le UONPIA e i servizi educativi territoriali che ha fatto crescere la volontà di progettare un servizio innovativo, capace di rispondere in modo concreto e sostenibile a queste esigenze non ancora adeguatamente coperte.
Spiega Antonella Mazzillo, direttrice Area Clinica e Pedagogica:
“Il nuovo servizio, in particolare il centro diurno (in fase di accreditamento regionale), vuole configurarsi come uno spazio educativo e abilitativo flessibile, pensato per minori con disabilità, in particolare con disturbi del neurosviluppo. Un servizio capace di integrare o affiancare il percorso scolastico tradizionale, offrendo un ambiente protetto, stimolante e altamente personalizzato. Un luogo dove il bambino possa essere accolto secondo i propri tempi e le proprie capacità, in una logica di reale inclusione e di promozione dell’autonomia, e dove la famiglia possa trovare sollievo e supporto concreto, contribuendo così a migliorare la qualità della vita dell’intero nucleo familiare”.
L’innovazione principale risiede nell’integrazione di due aspetti: la formazione alla maggiore autonomia possibile, alla socializzazione attraverso attività quotidiane, con una flessibilità che risponde alle esigenze individuali e che risponda ai bisogni anche della fascia adolescenziale, spesso scoperta.
Questo servizio vuole assumere la forma di un programma modulare, che consenta di gestire diverse aree della vita quotidiana del bambino: autosufficienza a livello personale; comunicazione; inclusione sociale e, soprattutto, riabilitazione specialistica interna in considerazione dell’equipe multidisciplinare presente. Oltre 200 sono le famiglie coinvolte in percorsi riabilitativi (in convenzione e in solvenza). Saranno offerti orari più adattabili rispetto al classico centro diurno, per permette di integrare le eventuali ore scolastiche, e rispondere alle esigenze di supporto abilitativo e riabilitativo al minore. Famiglie protagoniste e inclusione scolastica.
Un aspetto fondamentale toccato con mano con il progetto Eva è anche il processo di integrazione tra il servizio e l’orario scolastico.
Spesso, i bambini con disabilità sono coinvolti in percorsi educativi separati dal contesto di inclusione sociale. La Cooperativa ritiene dunque importante una sinergia tra il centro e le scuole, così che l’attività del centro sia complementare e non necessariamente sovrapposta all’orario
scolastico, con il fine di creare piani abilitativi che includano anche la formazione all’autonomia come parte del percorso scolastico del bambino. In questo viene in aiuto la possibilità di integrare i servizi domiciliari, così come indicato da Regione Lombardia e promuovere un reale supporto psicopedagogico alle famiglie, alle scuole, e a tutti i contesti di vita del minore.
“Nella nostra esperienza – aggiunge Antonella Mazzillo, direttrice Area Clinica e Pedagogica – abbiamo compreso quanto sia fondamentale un intervento che coinvolga attivamente le famiglie e le attività promosse con svariate progettualità, hanno confermato che lavorare esclusivamente sul minore, senza attivare parallelamente le risorse genitoriali e familiari, non è sufficiente a garantire un cambiamento significativo e duraturo. Le famiglie rappresentano il primo contesto educativo e affettivo del bambino e sono spesso il fulcro della sua quotidianità. Tuttavia, il carico emotivo e pratico che i caregiver devono sostenere, specialmente nei casi di disabilità gravi e complesse, è estremamente elevato. In molte situazioni, le difficoltà di gestione quotidiana si traducono in isolamento sociale, rinuncia all’attività lavorativa e stress cronico, con ricadute sull’intero sistema familiare. Per questo motivo, il servizio che intendiamo attivare, non si propone solo come luogo di cura e abilitazione per i minori, ma anche come spazio di supporto e crescita per le famiglie, affinché possano diventare parte attiva e consapevole nel percorso di crescita e autonomia dei propri figli. La nostra esperienza ci ha dimostrato che l’efficacia degli interventi sul minore aumenta in modo significativo quando la famiglia è supportata, formata e messa nelle condizioni di essere protagonista del cambiamento. Molti genitori che accogliamo nei nostri servizi si trovano spesso soli a gestire situazioni complesse, senza adeguati strumenti o reti di supporto. Questa condizione non solo limita le opportunità di sviluppo del bambino, ma genera frustrazione e senso di impotenza negli adulti di riferimento, compromettendo l’intero equilibrio familiare”.
Per questo, la Cooperativa ritiene indispensabile offrire un supporto psicopedagogico continuativo e personalizzato, capace di affiancare i genitori non solo nella gestione pratica del quotidiano, ma anche nel maturare e ritrovare fiducia nelle proprie competenze educative. Si intende continuare ad operare secondo un approccio ecologico e sistemico, che considera la famiglia e la scuola come risorse centrali; a tal proposito, sono in fase di accreditamento anche i servizi domiciliari che permetteranno ampie possibilità di intervento nei contesti di vita del minore.
Approccio multidisciplinare e progetto architettonico inclusivo
La Cooperativa punta ad integrare l’aspetto riabilitativo in un’ottica di approccio multidisciplinare che includa educatori, psicologi, logopedisti, psicomotricisti, ecc. che consenta ai minori inseriti, di ricevere anche terapie riabilitative o di sostegno educativo in modo mirato. Nel contesto della progettazione fisica del servizio, è stata considerata la creazione di un ambiente accessibile e stimolante al fine di favorire la nascita di spazi di stimolazione sensoriale come ambienti interattivi; è in allestimento una stanza multisensoriale, e spazi destinati ad attività pratiche. I genitori continueranno ad essere coinvolti attivamente nel percorso educativo, partecipando a incontri di supporto psicoeducativo e consulenze formative per favorire l’autonomia e le risorse potenziali del bambino a casa. Sono costantemente organizzati workshop e gruppi di supporto per famiglie e docenti per creare una rete di scambio e supporto tra i genitori. Alla luce dell’ampia e consolidata esperienza maturata nell’ambito della disabilità e dell’autismo, e dei risultati raggiunti grazie ai progetti sperimentali attivati in sinergia con Regione Lombardia, la Cooperativa Sociale Centro Progetti Educativi ha deciso di investire risorse significative, sia in termini economici che professionali, nella realizzazione “del nuovo Spazio GiraSole”.
Il tema della selettività alimentare
Un tema su cui il centro sta operando attivamente è quello della selettività alimentare, che tocca profondamente il benessere dei bambini e delle loro famiglie, soprattutto nei casi di neurodivergenza. Da questo percorso di studio, confronto e sperimentazione condivisa è nato
l’approccio Radici, un modello originale che unisce sguardo psicologico, educativo e sensoriale, ponendo al centro la relazione e il rispetto dei tempi individuali: le difficoltà alimentari sono infatti l’espressione di un equilibrio complesso tra sensazioni, emozioni, esperienze e legami.
“Il protocollo Radici nasce dal desiderio di costruire un approccio autenticamente rispettoso dei tempi, delle percezioni e delle storie individuali di ciascun bambino” – spiega Aurora D’Antonio, psicomotricista e formatrice. “Nel lavoro sulla selettività alimentare abbiamo voluto superare la logica del problema da correggere, restituendo invece valore al significato relazionale e sensoriale del cibo. Il percorso che abbiamo condotto, insieme ad Antonella Mazzillo, ci ha permesso di unire prospettiva clinica, educativa e neuroscientifica, e di farne un modello condiviso per offrire non solo una metodologia di intervento, ma un vero e proprio linguaggio di comprensione: un modo per
accompagnare con delicatezza i bambini e gli adulti nella costruzione di una relazione serena con il nutrirsi e con sé stessi”.
A partire da questa esperienza e dai percorsi di formazioni sempre molto partecipati, stanno prendendo forma due volumi dedicati alla selettività alimentare e all’approccio Radici, che raccoglieranno riflessioni, esempi clinici e strumenti nati dal lavoro sul campo, con l’obiettivo di diffondere una cultura più consapevole e rispettosa della diversità sensoriale e relazionale dei bambini.
Area Adulti
Spazio GiraSole si declina anche verso l’area adulta, accogliendo persone che attraversano momenti di difficoltà psicologica o che presentano disturbi emotivi e neurodivergenze. L’équipe offre percorsi di diagnosi, sostegno e terapia psicologica individuale o di gruppo, mirati alla comprensione delle proprie modalità di funzionamento e alla promozione del benessere personale e relazionale.
L’intervento si fonda su un approccio integrato, che tiene conto delle componenti emotive, cognitive e corporee, favorendo un processo di consapevolezza e di crescita all’interno di uno spazio protetto e accogliente.