Storie sotto l'ombrellone

Infarto sul campo di calcio: Ivana salva la vita al mister

Il Giornale di Olgiate regala ai lettori di primacomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2023 sulle pagine del nostro settimanale.

Infarto sul campo di calcio: Ivana salva la vita al mister
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Una donna, una mamma. Una volontaria della Croce rossa ma, soprattutto, un’eroina in grado di salvare la vita all’allenatore del figlio, colto da infarto.

Infarto sul campo di calcio: Ivana salva la vita al mister

Prontezza, nervi saldi e dimostrazione di grande competenza: Ivana Riglia, bizzaronese, ha agito prontamente sventando il peggio. Erano da poco passate le 15 di quello che sembrava un normale pomeriggio primaverile, a Erba, e lo scontro tra la formazione della Faloppiese Ronago e l’Arcellasco, squadra di casa, era ancora alle prime battute.

"Stavo assistendo alla partita di mio figlio minore, Luca, dalla tribuna, come al solito. Pochi minuti dopo il fischio d’inizio ho notato che il mister, Hans Bohm, pareva sottotono: stava seduto in panchina lasciando la gestione al secondo allenatore, senza trasmettere la grinta che lo contraddistingue. Quello, per me, è stato un chiaro campanello d’allarme".

Riglia, 42 anni, dopo essersi accertata del malessere, con un collaboratore in panchina ha tempestivamente raggiunto l’allenatore 74enne, che aveva preso la via degli spogliatoi. In rapida sequenza, grazie alle competenze maturate come volontaria della Croce rossa, la misurazione dei parametri e la proposta, insieme a un’altra mamma giunta in soccorso, di recarsi in una farmacia vicina per analisi più complete.

"In un batter d’occhio, durante il tragitto verso la mia auto, il mister ha perso conoscenza, cadendomi tra le braccia".

Momenti cruciali, in cui ogni secondo può fare la differenza. L’impiegata, segretaria in Municipio a Bizzarone, forte delle competenze acquisite in passato come agente di Polizia locale, ha mantenuto la calma e seguito il protocollo.

"Ho preso piena consapevolezza della gravità della situazione nel momento in cui ho notato un movimento involontario del torace, definito come “gasping”: respiro affannoso e sintomatico di arresto cardiaco".

La richiesta di chiamare i soccorsi e di un defibrillatore. Quindici interminabili minuti di massaggio cardiaco.

"Grazie alla militanza di entrambi i miei figli nella società sportiva, conosco Hans da 12 anni: sono stati attimi concitati, in cui sentivo la responsabilità di dover prendere la decisione giusta il più celermente possibile".

Giunto il defibrillatore, dispositivo che rileva le alterazioni del ritmo cardiaco e, se necessario, eroga una scarica elettrica al cuore per ristabilirne l’attività, l’amara scoperta del suo malfunzionamento.

"In quel momento ero solamente concentrata su di lui: ricordo che con me c’era anche un altro genitore a cui, dopo essermi sincerata della sua competenza, ho permesso di darmi una mano. Lui ha insistito col massaggio, mentre io controllavo il polso. Intorno a me c’era il vuoto: non mi sono neanche resa conto dello sgomento degli altri genitori, che si erano avvicinati".

Nel frattempo, infatti, con la partita interrotta, tutti i presenti al centro sportivo di via Galvani, nella frazione di Arcellasco, si erano riuniti intorno alla soccorritrice. Dopo un quarto d’ora l’arrivo dell’automedica e dell’ambulanza che ha preso in carico l’uomo e lo ha trasferito all’ospedale Fatebenefratelli di Erba. Bohm è stato portato in Terapia intensiva. Dopo qualche giorno, grazie al prodigioso intervento di Riglia, le condizioni del mister sono progressivamente migliorate.

"Non sento di aver compiuto qualcosa di sensazionale: al contrario, vorrei sottolineare come, oggigiorno, sia fondamentale avere alle spalle la partecipazione ad un semplice corso di primo soccorso. Pensare che situazioni del genere non ci riguarderanno mai, non è intelligente. Può capitare a tutti e tutti possiamo, e dobbiamo, avere le capacità per intervenire".

Una tragedia evitata da un intervento esemplare che permetterà a Bohm di tornare a sgolarsi, senza sforzarsi troppo, per i suoi giovani campioni.

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