La storia

"Jean vuole fare il cuoco, noi lo aiuteremo"

È un ragazzo di 16 anni con un sogno nel cassetto e questa è la storia di come la sua famiglia affidataria lo ha incontrato, conosciuto e di come lo sta crescendo

"Jean vuole fare il cuoco, noi lo aiuteremo"
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Il grande desiderio di avere un figlio e la volontà di poter dare una mano a chi si trovava in difficoltà. È nata da questo connubio la decisione di Cinzia Montorfano e Stefano Dell’Orto, coppia di 53 anni, di diventare una famiglia affidataria e accogliere Jean (a cui abbiamo cambiato nome per privacy) nella propria casa per offrirgli cura, educazione, affetto e un futuro.

L'inizio della storia

La coppia, che risiede a Cermenate, due anni fa ha deciso di rivolgersi al Servizio di affidi sovradistrettuale che sulla provincia di Como opera con tre aziende diverse e, in particolare, con l’Azienda Speciale Consortile Galliano a Cantù e sul territorio canturino.

"Non abbiamo mai avuto figli naturali ed era un tema sempre un po’ in sospeso nella nostra vita di coppia - hanno spiegato Cinzia e Stefano - Più o meno casualmente una mia amica mi ha parlato degli affidi. Ne abbiamo discusso e abbiamo studiato le caratteristiche e le condizioni dell'affido. Così abbiamo deciso di intraprendere un percorso di un anno e mezzo per capire se eravamo idonei".

Così è stato e la vita di Cinzia e Stefano si è intrecciata con quella di Jean, ragazzo che all’epoca aveva 15 anni che proveniva da una situazione familiare complicata e per la quale necessitava di un aiuto. Necessitava di una famiglia che lo potesse aiutare nella sua crescita.

"Inizialmente abbiamo passato un periodo di conoscenza - continuano i due - Andavamo a prenderlo il sabato e la domenica in comunità e passava i weekend con noi. Successivamente abbiamo fatto ancora un paio di incontri finché non ci è stato confermato dai professionisti che seguivano noi e Jean che ci piacevamo a vicenda. Un venerdì ci è arrivata la lettera dal Tribunale del minori: Jean poteva venire a vivere con noi. Così il sabato siamo andati a prenderlo e dritti subito all’Ikea per fargli scegliere la cameretta che più gli piaceva".

Dopo l'emozione, la responsabilità

Momenti emozionanti ed euforici, che però sono anche l’inizio di una responsabilità enorme. Quella di dover crescere un ragazzo già quasi formato e proveniente da una situazione complicata.

"Un po’ inconsciamente non avevamo paura di affrontare l’adolescenza di Jean - ammettono Cinzia e Stefano - Ma due cose ci hanno aiutato tantissimo: la prima, come ci avevano spiegato gli psicologi, che sono il carattere e la personalità di Jean che guidano l’accoglienza e l’integrazione nella famiglia. È sempre stato lui a farci capire quando aveva bisogno di aiuto e quando invece voleva essere autonomo. Il secondo aspetto, invece, è la presenza costante, professionale e non invadente del servizio di affidi. Abbiamo chiamato nel momento di difficoltà e ci sono sempre stati con grande professionalità e grande rispetto. Poi vorremmo sottolineare come sia stato utile per noi il confronto con le altre famiglie".

Infatti, il servizio affidi organizza, tramite psicologi e professionisti, incontri settimanali individuali con la famiglia e il ragazzo, e incontri collettivi tra famiglie affidatarie che vengono utilizzati come utile momento di confronto. Così come il confronto e i contatti ci sono con la famiglia d’origine.

"Il contatto con la famiglia di Jean c'è ed è coordinato dal servizio affidi. Abbiamo un ottimo rapporto con suo papà e con la sua famiglia, ad esempio ci vediamo sempre per il Natale. Sono persone fantastiche che avevano solo bisogno di un aiuto nel crescere Jean".

Un sogno da portare avanti

Jean ora ha 16 anni e frequenta la scuola da cuoco e sogna di lavorare dietro ai fornelli.

"Quello che possiamo fare noi - concludono Cinzia e Stefano - è di provare a farlo diventare un uomo onesto e con dei principi. Senza aspettative troppo grandi, ma con il grande desiderio di fare un pezzo di strada con lui e dargli gli strumenti adeguati. Quindi è sicuramente un’esperienza che consigliamo alle coppie che vogliono vivere la genitorialità o a chi vuole dare un aiuto concreto a livello etico e sociale".

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