La Nostra Famiglia compie 70 anni
“70 anni fa abbiamo accolto i primi bambini con patologie motorie molto complesse"
Nel 1954 la prima convenzione con lo Stato italiano. Il 1 giugno (e non oggi, 25 maggio, come era inizialmente previsto) La Nostra Famiglia festeggia con i bambini, le famiglie, gli operatori e gli amici i suoi primi 70 anni. Il 28 maggio ci sarà la Messa di ringraziamento.
La Nostra Famiglia: "Una festa all'insegna dell'inclusione"
“Festeggeremo con una giornata all’insegna dell’inclusione, aperta anche alla cittadinanza: parteciperanno tutti, bambini, genitori, operatori e molte associazioni del territorio”: Barbara Ponti, Responsabile del Centro di Riabilitazione La Nostra Famiglia di Ponte Lambro, lancia i festeggiamenti del 70° anniversario della sede, che si terranno il 25 maggio a partire dalle 15.30 (in caso di maltempo, la festa sarà rinviata a sabato 1 giugno). I festeggiamenti proseguiranno il 28 maggio con la Santa Messa di ringraziamento, che sarà celebrata da Monsignor Luca Bressan alle 10 presso la Cappella del Centro.
"I primi bambini avevano bisogno di attrezzatture inesistenti in Italia"
Il Centro di Ponte Lambro rappresenta l’inizio di una traiettoria che ha guidato la storia della riabilitazione a La Nostra Famiglia e in Italia: nel 1954 infatti venne stipulata la prima convenzione con l’Alto Commissariato per l’Igiene e la Sanità pubblica, denominato in seguito Ministero della Sanità, che riconosceva la sede di Ponte Lambro quale primo centro di riabilitazione convenzionato con lo Stato italiano.
“70 anni fa abbiamo accolto i primi bambini con patologie motorie molto complesse, che richiedevano attrezzature a quel tempo assolutamente inesistenti in Italia. Ovviamente da allora sono cambiate molte cose ma l’innovazione è stata ed è una caratteristica che il Centro ha sempre perseguito e l’obiettivo del nostro lavoro è rimasto lo stesso: mettere al centro il bambino con i suoi bisogni e supportare le famiglie, le scuole e le agenzie del territorio perché si arrivi veramente ad una reale inclusione”, spiega la dottoressa Ponti. “Per arrivare a questo obiettivo abbiamo un’équipe multidisciplinare di medici, terapisti, psicologi, educatori, assistenti sociali che diventano poi un punto di riferimento per la famiglia, per le scuole e per i servizi”.
I numeri
Oggi il Centro di riabilitazione è accreditato per 20mila prestazioni ambulatoriali all'anno, ospita 90 bambini con frequenza in ciclo diurno continuo e vede 60 operatori impegnati nella cura e nella riabilitazione delle patologie neuromotorie e neuropsichiche dell’età evolutiva: “il nostro lavoro viene calibrato in base all’età dei nostri piccoli ospiti e per ognuno di loro viene stilato un piano riabilitativo individualizzato che comprende tutte le terapie di cui il bambino ha bisogno”, puntualizza la Responsabile del Centro.
“Abbiamo molti progetti che fanno dell’integrazione e dell’inclusione l’obiettivo principale, come lo Spazio piccoli dedicato ai bambini in fascia d'età 18-36 mesi, la scuola materna statale integrata che vede la presenza di 34 bambini, la scuola primaria statale che accoglie 40 bambini, un progetto di integrazione scolastica con le scuole secondarie di primo grado del territorio che segue attualmente 17 ragazzi (Progetto Ponte.riesco) e il Progetto Noah, un intervento riabilitativo intensivo per i bambini con diagnosi di autismo che frequentano le scuole del territorio per metà giornata e per l’altra metà vengono al nostro Centro per le terapie riabilitative”.
Protagonisti della storia della riabilitazione
“La nostra sede di Ponte Lambro ha per noi un significato particolare: innanzitutto sono qui custodite le spoglie del Fondatore, il beato Luigi Monza, di cui quest’anno celebriamo il 70° della morte, che ci ha indicato di mettere scienza e tecnica a servizio della carità” ricorda la Presidente dell’Associazione Luisa Minoli. “Poi è il primo centro di riabilitazione riconosciuto dallo Stato italiano: si può dire a buon diritto che La Nostra Famiglia è stata protagonista della storia della riabilitazione in età evolutiva nel nostro Paese, con la sua complessità e con l’esigenza di cura che i bambini richiedono”.