Lacrime. Non servono parole, toccando terra: la spiaggia di Cavo, l’agognata meta, l’Isola d’Elba, dove una folta squadra di sostenitori – famiglie in primis – ha accolto Alberto Ghielmetti e Michele Bottinelli con un colorato striscione, brandendo spade piratesche e stappando ghiacciate bollicine ma, soprattutto, manifestando l’orgoglio e l’emozione di essere lì, accanto ai due impavidi nuotatori.
Lacrime di fatica e gioia: 70 cuori emozionati all’Isola d’Elba
Volti tiratissimi, uscendo dal mare. Guardandosi attorno, la consapevolezza di “essere riusciti a mettere in piedi una cosa così grande”: ipse dixit, il duo natatorio.
Alberto e Michele, saldati da solida amicizia: gente tosta, col guizzo delle sfide stimolanti. Una nuova impresa per chi, non essendo agonista, ma vivendo del proprio lavoro (pure vicini di attività commerciale a Olgiate), a livello sportivo è comunque capace di mettersi alla prova, raggiungendo i propri limiti e includendo quelli degli altri: ragazze e ragazzi disabili che, prima in mare aperto, dalle imbarcazioni, poi, sulla spiaggia, hanno fatto il tifo per loro.
E’ qui la festa, allora: giornate intense a Piombino e a Cavo, che il Giornale di Olgiate ha scelto di seguire da vicino, credendo nei valori veicolati dal progetto “Un euro al metro – I pirati dell’Elba”. Impresa sportiva e solidale: 12 tutti insieme nel residence che ospitava “L’Alveare” di Olgiate e la “Sociolario” di Como. Sorrisi, ricordi e il tempo che corre veloce. Tra i supporter, i presidenti dell’associazione olgiatese e della cooperativa lariana, rispettivamente Raffaele Cantacesso e Giorgio Allara.
Nella delegazione scesa in Toscana – 70 persone – anche una vera e propria colonna del volontariato comasco, Pia Pullici, in viaggio con tutto il bagaglio del suo usuale entusiasmo, e Simone Moretti, sindaco di Olgiate. Sempre sul pezzo, lo staff di “Un euro al metro”, partendo da Alessandro Lucca, anima social del progetto e con la parte fotografica affidata a Roberto Bulgheroni.
Lunedì 4 luglio sveglia prestiva. Ritrovo già prima delle 8 al porticciolo di Piombino. Bottinelli e Ghielmetti carichi. Qualche esercizio di riscaldamento. La muta da indossare. Cuffia e occhialini. Si parte. La meta è un orizzonte lontano. Più del previsto, causa forti correnti che, da metà percorso, hanno reso impossibile mantenere la miglior rotta. Superata quota 12 chilometri, la scelta – definita saggia dalla Lega navale di Piombino – di riallinearsi, salendo su un gommone, per non vanificare la festa e riprendere l’ultimo tratto a nuoto. Dopo cinque ore, 26 minuti e 25 secondi di fatica, lacrime incontenibili. E l’abbraccio commovente della chiassosa spiaggia.
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