Cervelli in fuga dal Canturino e Marianese

L'allenatrice Ardor in erasmus a Madrid: "La città è sicura e con tanta cultura"

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L'allenatrice Ardor in erasmus a Madrid: "La città è sicura e con tanta cultura"
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Allenatrice dell’Ardor 2K Volley di Mariano Comense, Ilaria Gatti, classe 2000, sta vivendo un’esperienza di studio e di vita a Madrid. Gatti, dopo aver frequentato il liceo classico al Marie Curie di Meda, si è iscritta a beni culturali. A seguito della laurea triennale, ha deciso di partire in Erasmus. Destinazione Madrid.

L'allenatrice Ardor in erasmus a Madrid

L’impatto con la capitale spagnola è stato positivo anche se trasferirsi da sola in una città straniera non è stato semplice: «Prima della partenza ero un po’ in ansia. Non avevo mai fatto un’esperienza del genere». Gatti racconta: «Fortunatamente conoscevo già una mia coinquilina, ma il pensiero di stare lontana da casa è stato un po’ destabilizzante, soprattutto prima della partenza». Tuttavia, le idee in testa erano molto chiare: «D’altra parte, ero molto contenta perché era un’esperienza diversa, che ho fatto per me stessa e per migliorare la mia preparazione accademica e il mio curriculum». Il rapporto con il mondo spagnolo, tuttavia, si è creato subito: «Ci assomigliamo tanto ma cambia molto dal punto di vista accademico. Ci sono pregi e difetti ovviamente».

Anche come abitudini quotidiane le differenze sono tante: «A Madrid vivono molto fuori casa, forse è una cosa più tipica del Sud Italia ma qua la sto percependo molto. La vita sociale è più movimentata di quella a casa». Gatti evidenzia: «Madrid offre tantissimo dal punto di vista culturale. Forse, vivendo fuori Milano in una città più piccola, non lo notavo ma ci sono musei, chiese e attività da fare praticamente ogni giorno». Interessante, tuttavia, approfondire quali sono le differenze tra il mondo accademico spagnolo e quello italiano: «Ci sono numerosi laboratori, alcuni utili, altri un po’ meno. Loro hanno un ciclo unico di quattro anni e poi una sorta di magistrale da un anno». Il metodo diverso ha varie conseguenze: «Gli spagnoli hanno quasi sempre test scritti e quindi faticano a fare le esposizioni orali. Rispetto alla scuola italiana, sono meno preparati a parlare in pubblico».

"Impatto bellissimo con la città"

Gatti fa un bilancio: «Loro sono più bravi in alcune cose rispetto a noi e viceversa. Tutto sommato preferisco il nostro sistema. Forse siamo meno pratici ma abbiamo conoscenze di base più solide». Al di là del lato accademico, come già accennato in precedenza, Madrid è una città molto vivibile: «L’impatto con la città è stato bellissimo. Madrid è sicurissima, si può andare in giro da soli a ogni orario del giorno. Non ho mai avuto problemi». I servizi, inoltre, funzionano: «Ho notato che, rispetto a Milano, è molto più conveniente muoversi con i mezzi di trasporto pubblico. I giovani pagano otto euro l’abbonamento. Questo è davvero un fattore favorevole, soprattutto se non vivi in centro. Si è molto agevolati. I mezzi sono precisi e puntuali».

Una certa qualità nell’offrire i servizi si nota anche in università: «Da questo punto di vista sono avanti anni luce. Ci sono molti servizi gratuiti. Ad esempio, se il proprio computer ha problemi, c’è la possibilità di prenderne “in prestito” uno finché i problemi si risolvono. Anche il prestito di libri interbibliotecario è molto efficiente». Come ha evidenziato Gatti, Madrid è una città culturalmente attiva, anche grazie a una serie di iniziative che vanno incontro ai cittadini: «Tutti i giorni c’è qualche museo gratis che si può andare a vedere. Così si incentiva la cultura». Il tema del costo della vita è centrale: «Si spende molto meno per andare a cena con gli amici. Dal punto di vista dei prezzi è molto più vivibile. Tutto ciò è il riflesso di una città pulita e molto ben organizzata».

"Ho fatto un corso di spagnolo"

Qualche lato negativo, tuttavia, c’è e non potrebbe essere altrimenti: «Hanno qualche problema politico, c’è un po’ di insoddisfazione da questo punto di vista».
Anche la lingua, a volte, è un problema: «Anche tra i giovani, parlano molto poco l’inglese». Occorre, quindi, avere basi di spagnolo: «Se non sai la lingua, sei un po’ abbandonato a te stesso. Avevo fatto un corso di spagnolo in triennale e poi ho preso un libro e ho cercato di studiare da autodidatta. Inoltre, un’altra serie di lezioni sullo spagnolo che ho fatto qui a Madrid mi ha aiutata molto». Nonostante questi piccoli scogli, Gatti si è adattata bene alla vita in Erasmus: «Vivo con una ragazza spagnola e una italiana. Io ero abituata a stare da sola ma non è come stare qui. C’è tanta libertà d’azione e bisogna regolarsi e trovare una chiave per la convivenza».
Il futuro a Madrid, inoltre, prevede anche altro: «A giugno inizierò lo stage. Andrò a fare ricerca per l’Accademia di San Fernando. Sono contenta di avere questa possibilità. Le istituzioni spagnole sono più aperte di quelle italiane per quanto riguarda l’accoglienza di studenti e laureandi. Puntano molto sui giovani».

"C'è tanta cultura"

Tra studio e lavoro - Gatti infatti fa anche la guida turistica - c’è stato anche il tempo di girare per la Spagna: «Ho visto diverse città e altre ancora andrò a visitarle. Mi muovo sempre in treno e in tempi brevi arrivo quasi ovunque. C’è tantissimo da vedere, molto di più rispetto a quanto si possa pensare». Gatti approfondisce: «Quando si pensa alla Spagna, si hanno in mente le spiagge delle isole o, comunque, il mare. Ma, e anch’io non l’avrei mai detto, ci sono chiese, musei e luoghi tutti da scoprire e ammirare. Ad esempio, in questo periodo, si sta rivalutando molto l’Andalusia». Il ritorno in Italia, una volta finito l’Erasmus, è previsto per la prossima estate: «Rimarrò fino ai primi di agosto per lo stage poi dovrò tornare e scrivere la tesi. In un secondo momento dovrò anche capire come muovermi».

Il futuro

La possibilità di tornare in Spagna c’è: «Esiste un programma, stile Erasmus, basato sullo stage e sul lavoro. Si possono fare tre o quattro mesi in Spagna. Si vive davvero bene, non mi dispiacerebbe». Anche l’esperienza come guida turistica sta facendo la sua parte: «La mia coinquilina italiana lavora in un ufficio per guide turistiche e serviva una persona che fosse disponibile a chiamata. Ho fatto il colloquio e mi hanno preso». Per una studentesse di storia dell’arte l’occasione era molto ghiotta: «Mi piace raccontare ed è bello interfacciarsi con i turisti e con le persone che vengono a visitare Madrid». Gatti conclude: «Per adesso faccio solo la parte antica poi ci sarà la possibilità di andare a fare la guida turistica per la parte moderna e per due musei della città. Trovo che sia un lavoro soddisfacente, mi piace vedere le persone contente». Quella di Gatti, dunque, si sta rivelando un’esperienza globale. Dal lavoro allo studio, l’allenatrice marianese sta vivendo pienamente il suo periodo madrileno, assorbendo la cultura spagnola con i suoi pregi e i suoi difetti.

Tommaso Minotti 

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