La polemica

L'Amministrazione recinta il portico di San Francesco: la Cgil non ci sta

"La coincidenza temporale è altrettanto significativa: poche settimane fa le organizzazioni di volontariato che seguono i “senza fissa dimora” denunciavano gli esiti della fine del progetto Emergenza freddo"

L'Amministrazione recinta il portico di San Francesco: la Cgil non ci sta
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L'Amministrazione comunale di Como ha approvato di recente l'acquisto di una cancellata col fine di utilizzarla per recintare il portico di San Francesco. Un provvedimento che non è andato giù alla Cgil che ha contestato tale decisione.

L'Amministrazione recinta il portico di San Francesco: la Cgil non ci sta

Così la sigla sindacale ha voluto esprimere il proprio disappunto:

"L’impatto simbolico è evidente: questa Giunta ha deciso non di combattere ma di nascondere la povertà e il disagio.

La coincidenza temporale è altrettanto significativa: poche settimane fa le organizzazioni di volontariato che seguono i “senza fissa dimora” denunciavano gli esiti della fine del progetto “Emergenza freddo”.

Dal 1° maggio si stima che un numero variabile vicino alle 40 unità di donne e uomini italiani e stranieri, siano tornati a vivere e dormire all’addiaccio. Numeri contenuti facilmente gestibili con elementari politiche dell’accoglienza e dell’integrazione. Da anni si chiede all’istituzione comunale di prevedere una struttura diurna e notturna permanente.

Da anni si chiede una progettazione volta all’accoglienza diffusa, che dia cittadinanza a quella fascia di umanità fragile che si vuole rendere invisibile agli occhi dell’opinione pubblica.
E’ stridente il contrasto tra una città cartolina, venduta ai turisti che quotidianamente affollano un centro storico ormai senz’anima, privo di una popolazione viva e pulsante, e la povertà negata e ghettizzata, costretta altrove da una politica intollerante.

La CGIL di Como dispiega ogni giorno la propria attività per estendere diritti e tutele, che significa pure far crescere la consapevolezza di una città aperta, sicura ed inclusiva.
La giusta richiesta di decoro e di tutela del patrimonio artistico ed architettonico si coniuga con l’ampliamento della fruizione libera degli stessi. I diritti si attuano, non si recintano!"

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