Le mani de "El Belaset" trasformano il legname: dai boschi a opere d’arte
L’anno scorso ha partecipato al raduno dei cestai d’Italia, classificandosi al primo posto nella sua specialità.
Il suo regno è una casa nel centro storico di Barni, con tanto di corte, da lui ristrutturata, dove vive con la moglie, dal 1968. Lui è Francesco Gilardoni, detto "El Belaset", "quello di Bellagio", dove è nato nel febbraio del 1947. E’ uno degli ultimi intrecciatori di gerle, cesti, cestini, in circolazione.
Al raduno dei cestai d'Italia
Le sue mani sono l’attrezzo di lavoro principale e seguono una tecnica particolare, con il legno come materia prima, ma non un legno qualunque: esclusivamente legno di nocciolo, castagno, corniolo, che lui cerca ancora nei boschi del Triangolo lariano. Dopo averlo scelto accuratamente, lo porta in casa e inizia le sue opere d’arte, perché di questo si tratta.
Prende un coltello, accarezza e pulisce, dall’alto in basso, il ramo di legno con la lama, che poi torna su, dal basso in alto, tagliandolo e sagomandolo, per poi iniziare l’intreccio con le sue magiche mani. A seconda dell’oggetto da realizzare, qualche ora, due giorni, una settimana di lavoro e la gioia di vedere realizzati i suoi progetti.
L’anno scorso ha partecipato al raduno dei cestai d’Italia, a Lecco, con presenti tutte le 22 regioni, classificandosi al primo posto nella sua specialità. Ora lo chiamano ovunque, all’interno del Triangolo lariano e un po’ in tutta Italia per dimostrazioni, mostre e sessioni d’insegnamento che, però, "vedono i giovani arrendersi troppo facilmente dopo le prime difficoltà e i primi rimproveri", spiega.
L'intervista completa sul Giornale di Erba in edicola da sabato 10 agosto 2024