Il progetto

Lezioni sul fast fashion al liceo "Fermi"

"Abbiamo scelto questo tema perché ci sembra uno dei problemi che coinvolge maggiormente la nostra generazione"

Lezioni sul fast fashion al liceo "Fermi"
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Un sito, una pagina Instagram e uno swap party per sensibilizzare i compagni sulle problematiche legate al fast fashion: è il progetto che ha coinvolto alcuni studenti del liceo "Enrico Fermi" di Cantù.

L'iniziativa

A raccontare il progetto è la professoressa Silvia Frigerio, docente di geostoria, responsabile dell’iniziativa assieme alla collega Rina Nava:

"Con due classi abbiamo portato avanti un’iniziativa che si colloca all’interno delle lezioni di educazione civica. Con alcuni studenti abbiamo quindi fatto un percorso sul fast fashion".

L’iniziativa ha coinvolto i ragazzi e le ragazze della 2^AC e della 2^BC del liceo classico:

"Con la collega abbiamo deciso di assegnare ai ragazzi la visione di “Junk, Armadi pieni”, una docu-serie realizzata da Sky-Tg24: si trattava di sei episodi nei quali si approfondivano gli effetti del sovraconsumo di vestiti e i problemi legati al fast fashion in sei Paesi diversi. Gli studenti, divisi in gruppi, hanno visionato i filmati e approfondito la tematica".

Il commento dei ragazzi coinvolti

Da qui le idee proposte dai ragazzi per sensibilizzare i compagni sul tema. Spiegano Margherita Levi e Giacomo Striatto, rappresentanti della 2^BC assieme a Federica Bozzola e Francesca Teruzzi, rappresentanti della 2^AC:

"Abbiamo scelto di parlare di fast fashion perché ci sembra uno dei problemi che coinvolge maggiormente la nostra generazione. Molti di noi acquistano online, ad esempio –  La nostra idea era quella di esporre ai nostri coetanei i dati relativi al fast fashion e allo stesso tempo presentare delle idee per abbattere la disinformazione che circonda il problema".

A questo scopo gli studenti e le studentesse di seconda liceo hanno deciso di utilizzare uno degli strumenti a loro più consoni: i social. Proseguono gli studenti:

"Abbiamo deciso di sfruttare i social per fare arrivare le informazioni a quante più persone possibili. Per questo abbiamo creato un sito e una pagina Instagram (Long new fashionable life, ndr) e abbiamo anche realizzato un questionario con alcune domande che riguardano il tema come, ad esempio, quanti capi si possiedono o quante volte si indossa lo stesso vestito. Abbiamo diffuso il sondaggio agli altri rappresentanti di classe, che a loro volta lo hanno girato ai loro compagni e abbiamo ricevuto già circa 120 risposte dalle quali, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, abbiamo creato dei grafici".

E a breve verrà anche organizzato una sorta di swap party:

"L’idea è quella di organizzare a breve uno scambio di vestiti nel quale ogni studente può portare dei capi che non usa più e prenderne in cambio tanti quanti ne ha portati".

La soddisfazione delle docenti

Conclude la professoressa:

"I ragazzi sono stati molto coinvolti dal problema, che hanno sentito anche particolarmente vicino. Al di là della realizzazione di un progetto legato a quella che poteva essere una valutazione, è da apprezzare il fatto che abbiano saputo pensare anche a delle iniziative da proporre ai compagni per far conoscere loro un problema del quale loro stessi hanno ammesso di non sapere quasi nulla prima del progetto".

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