La sentenza

Luoghi di culto a Cantù: il Tar dice "Sì"

La sentenza obbliga il Comune a individuare degli spazi per le attrezzature religiose sul Pgt.

Luoghi di culto a Cantù: il Tar dice "Sì"
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Il piano urbanistico dovrà prevedere spazi destinati alle attrezzature per luoghi di culto. E’ il sintesi il dispositivo della sentenza del Tar della Lombardia, che pone un altro tassello all’intricato mosaico con al centro il capannone dell’associazione Assalam in via Milano, nel quale il sodalizio culturale musulmano da tempo chiede di poter collocare il proprio luogo di culto.

L'iter giudiziario

Nel 2021 l’associazione aveva presentato in Comune la richiesta che fossero individuati sul suolo cittadino luoghi destinati a ospitare attrezzature per luoghi di culto, ovviamente non necessariamente musulmani ma di qualsiasi orientamento religioso. «A quella richiesta il Comune ha risposto con un generico diniego, senza addurre motivazioni specifiche - ha puntualizzato Vincenzo Latorraca, legale dell’associazione culturale islamica - Di conseguenza Assalam ha impugnato la decisione davanti al Tribunale Amministrativo Regionale e quest’ultimo ha riconosciuto l’obbligo del Comune di individuare in città spazi destinati a luogo di culto».

Il ricorso al Prefetto

Accanto a questo pronunciamento pende in capo all’Amministrazione comunale anche l’obbligo, stabilito sempre dal Tar in un altro procedimento amministrativo, di concedere il permesso di costruire ad Assalam nel capannone di proprietà dell’associazione, vale a dire l’equivalente del nullaosta a trasformare quegli spazi in luoghi di culto. «Il Comune avrebbe dovuto concederlo entro 30 giorni dalla notifica della sentenza, termine che è scaduto. Di conseguenza ricorreremo, come previsto dalla stessa sentenza, al Prefetto di Milano per l’adempimento della disposizione del tribunale amministrativo lombardo», ha concluso Latorraca.

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