Como

Medaglia d’onore a De Simone, Carabiniere Reale deportato durante la Seconda guerra mondiale

Concessa dalla presidenza del Consiglio dei Ministri.

Medaglia d’onore a De Simone, Carabiniere Reale deportato durante la Seconda guerra mondiale
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Medaglia d’onore al Carabiniere Reale De Simone Pietro Pasquale, nato a Santa Severina (KR) il 20.06.1914 e deceduto il 19.06.2011, già destinatario del diploma d’onore di “Combattente per la libertà d’Italia “1943-1945” concesso in data 3 maggio 2023 dal Ministero della Difesa.

Carabiniere Reale, la dedica al nonno De Simone

Oggi, lunedì 27 gennaio, è stata concesso il riconoscimento a De Pasquale, tramite la Prefettura di Como. A ritirare l’onorificenza è stato il nipote, anch’egli Carabiniere, Brigadiere De Simone Pasquale, in servizio presso il Comando Stazione di Como. È stato proprio quest’ultimo a mettere in evidenzia la storia del nonno, dopo una minuziosa ricerca condotta presso l’Archivio di Stato di Roma e Catanzaro, l’Archivio del Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, il Centro Documentale dell’Esercito di Catanzaro e l’Archivio della Croce Rossa Internazionale, riuscendo a ricostruire la vita militare del nonno e riportando alla luce una vita di abnegazione e fedeltà. Il nipote, ha ricordato così il nonno:

"Ho sempre avuto un rapporto speciale con mio nonno, un uomo serio, semplice, fortemente legato alla sua famiglia e ai veri valori della vita.
Sono trascorsi circa tre anni da quando nella sua abitazione mi ritrovavo tra le mani una copia del suo foglio matricolare, soltanto pochi fogli ma ricchi di storia.
La commozione era tanta e nella mia mente riaffioravano i racconti del suo passato da soldato del Regio Esercito, da Carabiniere e da prigioniero in un campo di concentramento in Germania, come Internato Militare Italiano.
Sapere, capire, conoscere il suo passato mi ha sempre incuriosito e fin da ragazzo rimanevo affascinato dai suoi racconti. Ora adulto, mi rendo conto che dietro al suo sguardo aveva un mondo nascosto fatto di sofferenza, paura, ma anche di forza e coraggio. Un mondo di cui a malapena ne ho conosciuto l'esistenza attraverso qualche suo aneddoto, buttato là, ma mai dettagliato fino in fondo e oggi mi frullano mille domande in testa, domande alle quali non potrò mai avere delle risposte perché sono andate via con lui. Allora il bisogno di cercare, di conoscere, diventa sempre più forte.
La ricostruzione dei tasselli di vita di nonno Pasquale, infatti, rappresenta una raccolta delle memorie e delle testimonianze di chi ha vissuto i duri anni della Seconda Guerra Mondiale, su quanto la nostra vita sia influenzata da ciò che è avvenuto in quegli anni, nei quali i nostri nonni lottarono per la libertà e la democrazia.
La memoria, quella dei testimoni, fatta di racconti personali, meno precisa della Storia ma sicuramente più empatica, è stata la strada intrapresa per raccogliere il maggior numero di informazioni e tracciare nel modo più dettagliato possibile il suo passato.
Oggi, a distanza di 80 anni dalla conclusione della seconda guerra mondiale e dalla sua deportazione in un campo nazista, riceve un prezioso riconoscimento. Il sacrificio di mio nonno e quello dei tanti deportati italiani merita sicuramente di essere ricordato e onorato. Questa medaglia, infatti, rappresenta il giusto riconoscimento a chi si è sacrificato per la Patria, a coloro che non si sono piegati ai soprusi dei nazisti.
Anche lui, quell’8 settembre del ’43, fu messo davanti ad una scelta: collaborare con i nazifascisti o mantenere quel giuramento di fedeltà al Re. Scelse quest’ultimo ignaro di quello che avrebbe vissuto nei due anni successivi fatti di orrore, disumanità, di fame! Essere Carabinieri, dunque, significa saper donare al proprio Paese, saper servire il proprio Paese, saper rischiare per il proprio Paese.
I suoi Valori camminano con me, con noi, con la Nostra divisa che tutti i giorni indossiamo, quella stessa uniforme che a lui invece veniva strappata, ma che ha difeso con la dignità e quel coraggio di chi sa che deve essere un esempio con le proprie scelte anche personali, vivendo la propria missione all’insegna della dedizione incondizionata fino al disinteresse personale.
Grazie nonno, tuo nipote Pasquale”. 

La chiamata alle armi, poi l’arruolamento

Nel settembre del 1935, all’età di 21 anni, De Simone Pietro Pasquale venne chiamato alle armi presso il Distretto Miliare di Catanzaro e arruolato nel Reggimento “Savoia Cavalleria” e aggregato, il 18 luglio 1936, alla settima Compagnia Sussistenza di Firenze. Nel settembre 1936, al termine del servizio di Leva, si presentò al distretto militare di Catanzaro per essere messo in congedo, ma il 17 settembre 1940, agli esordi del II° conflitto mondiale che vedrà coinvolta anche l’Italia, venne “richiamato alle armi per esigenze militari di carattere eccezionale” e destinato al “Reggimento Lancieri di Aosta” con sede a Milano - 57esimo gruppo Appiedato. De Simone Pietro Pasquale proseguì poi la sua carriera militare nel corpo dei “Carabinieri Reali” partecipando al II° conflitto bellico. Infatti, il 10 luglio 1942 si presentò alla “Legione Carabinieri Reali” di Palermo, dove venne arruolato in qualità di Carabiniere Ausiliario a piedi. Il 10 settembre del 1942, invece, venne trasferito alla Legione CC. RR. di Catanzaro e il mese successivo venne mobilitato e poi assegnato alla 93esima Sezione Carabinieri Reali, inquadrata nella 48esima Divisione “Taro”.

La cattura di De Simone

Catturato a Bormes Les Mimosas (Francia) l’8 settembre del 1943, venne deportato in Germania presso il campo di concentramento di Essen e costretto al lavoro coatto in una miniera di carbone di proprietà della Krupp. Vennà liberato dalle Forze Alleate nella primavera del ’45 e nell’ottobre fece rientro in Italia. Come detto, al momento della cattura De Simone Pietro Pasquale era effettivo alla 93esima Sezione Carabinieri Reali, posta alle dipendenze della 48esima Divisione Fanteria “Taro” di Catanzaro per svolgere principalmente compiti di Polizia Militare. Dopo la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, la divisione venne inviata al fronte greco-albanese per poi rientrare in patria in agosto, dislocandosi nella zona di Alessandria-Novi Ligure. Nel novembre ’42 la Divisione “Taro” venne trasferita nella Francia meridionale, a nord di Tolone e lungo la costa nella zona di Cuers, tra Méounes-lès-Montrieux, Pierrefeu e Carnoules.

L'11 novembre 1942, a seguito dello sbarco anglo-americano nel Nord Africa francese, il XXII Corpo d'Armata oltrepassò la linea di armistizio italo-francese, con la sola Divisione "Taro", e si stabilì nel nizzardo.  Nel 1943 rimase a presidio della Francia meridionale a difesa della costa mediterranea fino al ricevimento dell’ordine di scioglimento pervenuto dal Comando della IV^ Armata in conseguenza degli eventi determinati dall’armistizio. A seguito dell’8 settembre 1943, il Carabiniere De Simone Pietro Pasquale fu catturato e deportato in Germania ove restò per ben due anni.

Liberazione nel 1945

Liberato sempre nella città di Essen dagli alleati, il 9.10.1945 si presentò presso il Distretto Militare di Catanzaro. Durante la deportazione in Germania fu impiegato ai lavori forzati nel Campo di Concentramento di Essen, succursale di quello di Buchenwald. La deportazione avvenne su carri bestiame e camion, in ognuno dei quali si trovavano ammassate decine di persone e durò diversi giorni, senza cibo e con scarse razioni di acqua. Il campo di concentramento è rimasto famoso per i lavori massacranti che i prigionieri dovevano sopportare sia nelle miniere di carbone, profonde fino a 2.200 metri, che all’esterno, per le operazioni di trasporto del carbone o nelle fabbriche di armi da guerra.  La città di Essen era un importante centro industriale collegato alle famose industrie siderurgiche di proprietà della famiglia Krupp, ove si costruivano le armi da guerra per il regime nazista. I prigionieri dormivano in baracche di legno su “letti” a castello a cinque livelli, nutrendosi quotidianamente di un tozzo di pane e una brodaglia a base di verdure. Le condizioni igieniche erano inenarrabili.  Verrà liberato dalle Forze Alleate nella primavera del ’45 e nell’ottobre farà rientro in Italia per prestare servizio nel Corpo dei Carabinieri Reali fino al 1949. Il figlio e il nipote di De Simone Pietro Pasquale hanno poi seguito le sue orme, arruolandosi nell’Arma dei Carabinieri. Ma è proprio il nipote, il Brigadiere De Simone Pasquale a credere fermamente nella necessità di mettere in evidenzia il coraggio e la dedizione del nonno, ricevendo oggi in suo nome la meritata onorificenza, per la cui concessione è stato deciso proprio il 27 gennaio, giorno della memoria.

Una stirpe di Forze dell'ordine

Altri nipoti attualmente in servizio:
Maresciallo CC Falduto Pasquale alla stazione di Lamezia Terme.
Appuntato Scelto De Simone Giovanni alla sezione op. Cc Petilia Policastro.
Assistente Capo Falduto Sabatino Polizia di stato in servizio alla questura Biella.

Figli del deportato:
Brigadiere CC in congedo De Simone Giovanni, in servizio in Radiomobile Soverato.
Brigadiere CC in congedo De Simone Eugenio in servizio alla Stazione San Giovanni in Fiore.

 

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