Milano celebra il bicentenario di Antonio Stoppani
Una giornata di studi al Museo di Storia Naturale per riscoprire lo scienziato, filosofo e sacerdote che unì fede e ragione
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Il 14 febbraio 2025, il Museo di Storia Naturale di Milano ospiterà un importante convegno dedicato ad Antonio Stoppani, figura poliedrica del XIX secolo, nel bicentenario della sua nascita. L'evento, organizzato dal Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa in collaborazione con il museo milanese, conclude un anno di celebrazioni dedicato all'illustre abate che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della scienza italiana.
Un patrimonio condiviso tra gli archivi lombardi
L'iniziativa vede la partecipazione di prestigiose istituzioni lombarde che custodiscono l'eredità di Stoppani: dal Centro Studi Rosminiani di Stresa al Museo di Storia Naturale di Milano, dal Seminario Diocesano di Milano al Sistema Museale Urbano Lecchese, fino all'Istituto dei Ciechi di Milano. Ognuna di queste istituzioni conserva preziosi documenti e materiali che testimoniano i molteplici aspetti della sua attività intellettuale.
Il Convegno intende mettere in luce la poliedrica figura dell’Abate Antonio Stoppani: scienziato, letterato, sacerdote, filosofo e pedagogista, che operò nella seconda metà del 1800, divenendo protagonista sia delle spinte risorgimentali cattolico-liberali per un’Italia unita e libera (partecipò attivamente alle Cinque Giornate di Milano), sia del dialogo virtuoso tra fede e ragione, e tra religione e scienza, grazie alle sue ricerche geologiche, paleontologiche e naturalistiche, con studi ancora oggi autorevoli.
Stoppani, pioniere della geologia italiana
Stoppani si distinse come uno dei padri fondatori della geologia italiana. Fu il primo a teorizzare l'unità orografica delle Alpi lombardo-svizzere e il suo "Corso di Geologia", utilizzato al Politecnico di Milano, venne considerato il miglior trattato dell'epoca. Con straordinaria lungimiranza, riconobbe l'influenza dell'uomo sull'ambiente e sul clima, coniando il termine "Antropozoica" per definire l'era geologica attuale.
Nell'acceso dibattito tra religione e scienza del XIX secolo, Stoppani si pose come figura di mediazione. La sua formazione rosminiana lo portò a sostenere l'unità del sapere, respingendo sia il materialismo che l'intransigenza religiosa. Nel suo volume "Il Dogma e le scienze positive" del 1884, propose una visione conciliatrice tra fede e ragione, in controtendenza rispetto alle correnti positiviste dominanti.
L'impegno politico e sociale
Il suo impegno non si limitò all'ambito scientifico e religioso. Stoppani partecipò attivamente alle Cinque Giornate di Milano e si schierò a favore della partecipazione dei cattolici alla vita politica del nuovo Stato italiano. Nel 1876 tentò persino di candidarsi come deputato nella circoscrizione di Lecco e della Valsassina, ma le pressioni degli ambienti ecclesiastici lo costrinsero al ritiro.
La sua opera più celebre, "Il Bel Paese", pubblicata nel 1876, rivela la sua vocazione pedagogica e il desiderio di rendere la scienza accessibile a tutti. Quest'opera, dedicata alle bellezze naturali e alla geografia fisica dell'Italia, incarna la sua visione democratica della cultura: le conoscenze scientifiche dovevano diventare patrimonio comune.
La mostra al Museo
In concomitanza con il convegno, i visitatori potranno esplorare la mostra "200: Emilio Cornalia Antonio Stoppani 1824-2024", allestita nelle sale del Museo di Storia Naturale, che celebra il contributo di questi due maestri delle scienze naturali alla storia dell'istituzione milanese.