la vicenda

Moschea a Cantù, verso la confisca dell'immobile. Le minoranze: "Il Comune vuole negare ancora il diritto di culto"

L'immobile di via Milano sarà confiscato dall'Amministrazione comunale per l'esercizio abusivo quale luogo di culto.

Moschea a Cantù, verso la confisca dell'immobile. Le minoranze: "Il Comune vuole negare ancora il diritto di culto"
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Nei giorni scorsi, dopo anni di battaglie nei tribunali amministrativi, il Comune di Cantù ha annunciato la confisca dell'immobile di via Milano dell'associazione Assalam. La vicenda è nota: la comunità religiosa voleva utilizzare lo spazio come luogo di culto e preghiera, richiesta negata a suon di carte bollate dalle amministrazioni Bizzozero, Arosio e ora Galbiati.

Moschea a Cantù, verso la confisca dell'immobile

L'associazione Assalam acquisto l'immobile nel 2016 per 800mila euro, raccolti grazie alle donazioni dei fedeli. Quindi la richiesta del cambio di destinazione d'uso al Comune e il relativo permesso di costruire per adibirlo a luogo di preghiera. Richieste mai accolte dalle amministrazioni canturine, scelta da cui sono derivate le vicende giudiziarie. La confisca sarebbe l'ultimo atto dell'amministrazione in seguito alla sentenza del Consiglio di Stato sull'utilizzo abusivo a luogo di culto dell'immobile da parte dell'Assalam.

Sulla vicenda intervengono Partito democratico di Cantù, Unire Cantù, Cantù con Noi, Movimento 5 stelle, Lavori in corso, Cantù Rugiada, Azione che "intendono sottolineare come l’iniziativa dell’Amministrazione comunale voglia negare, ancora una volta, il diritto di culto".

L'intervento delle opposizioni

"Il Comune di Cantù, nonostante sia stata dichiarata costituzionalmente illegittima la Legge Regionale che prevedeva il Piano delle Attrezzature Religiose, si ostina a non considerare che il proprio Piano di Governo del Territorio ha previsto, in relazione all’immobile dell’Associazione Assalam, la possibilità di insediare un luogo di culto. Benché il TAR Lombardia abbia annullato il precedente diniego, il Comune ha negato nuovamente il permesso di costruire per il cambio di destinazione.

Oltre a ciò, senza neppure attendere la pronuncia del Tribunale Amministrativo a cui, nuovamente, si è dovuta rivolgere Assalam, ha confermato, con un provvedimento, di cui non si comprende la portata, l’acquisizione al patrimonio dell’immobile. Peraltro, a discapito di quanto sostenuto dall’Amministrazione, il giudice penale ha assolto gli amministratori dell'Associazione dal reato di abuso edilizio perché il fatto non sussiste.

In sostanza, il Comune intende appropriarsi dell’immobile acquistato con il contributo degli associati che hanno versato liberamente le proprie offerte, con grande sacrificio personale. Inoltre, pur di condurre un’ingiusta battaglia ideologica priva di ogni fondamento e contraria ai principi costituzionali, sono state sostenute ingenti spese legali a carico dei cittadini.

Riteniamo che questa condotta dell’Amministrazione che nega diritti costituzionalmente garantiti e garantiti anche dalla normativa europea in materia di libertà di pensiero, di coscienza e di religione sia ingiusta e deplorevole e che getti un’onta sulla nostra città, per altri versi accogliente ed operosa. Noi forze di opposizione siamo pronte a contrastare con ogni mezzo la lesione di diritti costituzionalmente garantiti".

Foto: le proteste degli anni passati

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