Protesta

"No biogas da liquami nel parco", anche i politici comaschi presenti all'assemblea

C'erano l'assessore regionale Alessandro Fermi e il consigliere Dem Angelo Orsenigo.

"No biogas da liquami nel parco", anche i politici comaschi presenti all'assemblea
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"Giusta la conversione ai combustibili green, ma nel rispetto dei cittadini"

Impresa privata vuole insediare un impianto per produrre biogas con liquami animali

"C'erano anche l’assessore regionale Alessandro Fermi e il consigliere Dem Angelo Orsenigo ieri, domenica 22 dicembre, all’assemblea pubblica indetta dal comitato "No biogas da liquami nel parco". Una protesta nata dopo che all’inizio di dicembre l’Amministrazione comunale ha convocato la cittadinanza per descrivere quanto sta accadendo: un’impresa privata vorrebbe insediare tra Concagno e Cagno un impianto per la produzione del biogas, utilizzando i liquami animali.

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Una location troppo vicina alle abitazioni

Solidarietà da parte dell'assessore Fermi:

"Immediatamente è scattata la protesta dei cittadini.  Nessuna presa di posizione ideologica, ma solo una forte contrarietà alla location che è stata individuata, troppo vicina alle abitazioni. Che la localizzazione sia sbagliata lo testimonia la protesta, che è diventata sempre più forte: sono state già raccolte 2.000 firme".

Bisogna avere rispetto per il territorio

Una posizione condivisa anche dal consigliere Orsenigo:

"Osservo anch’io con attenzione quanto sta succedendo a Solbiate con Cagno  dove quasi 2.000 cittadini hanno firmato una petizione contro il possibile insediamento di un impianto di biometano. Dato per assodata la grande attenzione e considerazione che i carburanti ecologici devono avere, l’installazione di questi impianti devono avere rispetto per il territorio dove vanno a insediarsi e dei cittadini che lo abitano".

Una battaglia condivisa dalle forze politiche

Fermi e Orsenigo si mostrano fianco a fianco in questa battaglia:

"E’ comprensibile la grande preoccupazione che desta la prospettiva legata al possibile insediamento di un impianto del genere, che potrebbe collocarsi a 100 metri dall’abitato, a fianco della pista ciclopedonale. I cittadini sono molto preoccupati per il danno ambientale e paesaggistico, ma anche viabilistico. Oltretutto tutto ciò rischia di fare precipitare il valore degli immobili della zona. A breve la Regione sarà chiamata a legiferare su questo tema. In quell’occasione sarà necessario rimarcare la necessità di una maggiore autonomia decisionale dei territori e l’individuazione di ulteriori criteri di limitazione delle aree idonee alla realizzazione di questi impianti".

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