La Marcia
Una mobilitazione nata dal basso con i cittadini che hanno interpretato la necessità di pace, dando vita in pochi giorni a un’iniziativa che ha raccolto l’adesione di oltre quaranta associazioni diverse.
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Il commento
Il bisogno di pace, la consapevolezza della tragedia che si sta consumando in Palestina, sono stati declinati non sul terreno della contrapposizione, ma su quello del dialogo e della collaborazione tra le realtà sociali e civili del territorio. È qui che vive il valore del “modello erbese”: non soltanto nel numero dei partecipanti – comunque la più grande manifestazione per la pace degli ultimi anni – ma nella capacità di costruire ponti, non muri. Un modello che racconta un nuovo modo di intendere l’impegno sociale: quello che mette al centro le persone, gli obiettivi condivisi e la volontà di costruire insieme un percorso comune.
“La UIL Lario, assieme ad altre 39 realtà associative e a tanti cittadini e cittadine, ha partecipato all’iniziativa – ha detto Dario Esposito, coordinatore UIL Lario – Ma la notizia non è questa. Erba, con le sue duemila persone, pone in evidenza un modello: quello del fare rete, del dare priorità alle idee, del rinunciare a facili contrapposizioni per condividere invece l’esigenza di un cammino comune con l’intero tessuto sociale. Alla cultura della contrapposizione occorre far posto quella del dialogo sociale, fondato sul rispetto e sulla ricerca di soluzioni comuni”.
In questi giorni, il Segretario Generale della UIL Pierpaolo Bombardieri ha rilanciato l’appello per una grande iniziativa popolare nazionale, senza bandiere né appartenenze, che sappia riportare il tema della pace al centro, nella sua urgenza e nella sua verità umana.
Dario Esposito conclude:
“Erba non può essere ricordata solo come un bel sabato pomeriggio. Sia d’esempio su quanto sia importante evitare di polarizzare temi che dovrebbero vederci tutti uniti. Lavoriamo perché la parola “pace” torni a unire, non a dividere”