La preoccupazione

Ondata di siccità, il presidente di Como Acqua: "Portata delle sorgenti ridotta del 40%"

Il presidente di Como Acqua guarda con preoccupazione all’ondata di siccità che ha investito anche la provincia di Como: l’anno scorso il Lario era al 76% di riempimento, oggi è al 35%.

Ondata di siccità, il presidente di Como Acqua: "Portata delle sorgenti ridotta del 40%"
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Lago sempre più basso, con il rischio che i muri a secco che sostengono le rive cedano provocando ingenti danni, ma anche che le uova di alcune specie di pesci si scoprano e quindi muoiano. Fiumi in secca, agricoltura in difficoltà. La situazione idrica anche in provincia di Como è molto seria e a confermarlo è Enrico Pezzoli, presidente di Como Acqua, società che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio comasco.

Ondata di siccità, il presidente di Como Acqua: "Portata delle sorgenti ridotta del 40%"

Presidente, quanto è grave la situazione?
«Quest’anno la situazione è molto seria: inverno e primavera sono stati particolarmente asciutti e, di conseguenza, le riserve d’acqua si sono fortemente ridotte. In Lombardia la neve si è esaurita con due mesi d’anticipo, a giugno dello scorso anno il Lago di Como registrava un riempimento pari al 76%, oggi è al 35%. Il lago ha perso il 16,5% delle riserve, il livello è passato da 17,3 cm a -11,1 cm e l’afflusso dai 100,2 metri cubi al secondo a 69,1. Anche il resto d’Italia è sofferente, sulla cima del Monte Bianco si sono toccati i 10,4 gradi, il Tevere è più basso di 35 cm mentre il Po registra una portata a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico. La situazione del nostro territorio non è differente da quella di altre zone della Lombardia e dell’Italia stessa. Se guardiamo alla provincia di Como, ci troviamo di fronte a un quadro molto frammentario, dove abbiamo Comuni più in difficoltà rispetto ad altri in termini di approvvigionamento idrico. Complessivamente, la riduzione delle portate è di circa meno 40% delle sorgenti attive gestire da Como Acqua e in tutte le altre è meno 60%».

Una situazione peggiore degli ultimi anni quindi...
«Viviamo una stagione complessa, nella quale una catena di criticità si sommano: eventi meteorici sporadici e di breve intensità, caldo anomalo e prolungato, costi energetici incrementati in modo esponenziale segnano senz’altro la differenza con altri sfortunati periodi di “forte secca”. Se i modelli statistici ci ricordano che già 20 e 70 anni fa avevamo vissuto un’ondata siccitosa come l’attuale, difficilmente era stato così concreto il rischio di razionamento dell’acqua potabile su scala nazionale».

Le previsioni non portano buone notizie: all’orizzonte non ci sono piogge. Cosa significa per la nostra provincia? Quali sono i problemi a cui privati e aziende possono andare incontro?
«Ad essere più a rischio nell’immediato è il settore dell’agricoltura che, come già sottolineato dagli addetti del comparto, ha subito danni importanti per via della scarsa irrigazione dei campi e per la quasi totale assenza di piogge. L’auspicio è che la scarsità della risorsa idrica a cui stiamo assistendo possa essere contenuta per limitare i danni a privati ed aziende. Per questo motivo Como Acqua si è attivata da tempo per predisporre un Piano di gestione dell’emergenza, ma nel contempo resta sempre più vivo l’appello rivolto a tutti gli utenti di utilizzare in modo consapevole l’acqua potabile, evitando sprechi per preservare un bene così prezioso».

State correndo ai ripari? Cosa è stato fatto fino ad ora e come intende affrontare la situazione?
«Como Acqua ha predisposto un Piano per la gestione delle emergenze ancor prima dell’aggravarsi della situazione, così da farsi trovare pronta in caso di necessità. Già all’inizio della primavera, inoltre, la società ha allertato i sindaci sull’imminente rischio idropotabile, chiedendo di invitare i cittadini, tramite la diffusione di un apposito vademecum redatto da Como Acqua, all’uso consapevole della risorsa. Successivamente, a fronte dell’aggravarsi della siccità, effettuate delle valutazioni tecniche rispetto alle condizioni di rischio delle singole aeree, è stata richiesta alle Amministrazioni comunali l’emissione di specifiche ordinanze con l’obiettivo di limitare la dispersione di acqua potabile. Nel frattempo, Como Acqua ha provveduto a dotarsi di unità mobili per la potabilizzazione dell’acqua, autobotti per il trasporto e il rifornimento dei pozzi e la diffusione capillare direttamente agli utenti e recentemente inaugurato un macchinario che confeziona contenitori da 1 litro d’acqua potabile facilmente trasportabili e distribuibili, per un totale di circa 1.000 litri all’ora. Ad oggi abbiamo pronte per essere messe in funzione in caso di emergenza 13 autobotti con capienza superiore ai 20 metri cubi e ulteriori 11 con capacità tra i 10 e i 20 metri cubi, oltre a 5 cisterne da 4 metri cubi. Occorre ribadire che ognuno di noi, con semplici azioni quotidiane, può contribuire a salvaguardare la risorsa: un primo, ma importante passo per evitare di usare in modo improprio un bene così importante che troppo spesso viene dato per scontato».

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