Il comunicato

Lavoratori e lavoratrici della “Bavelloni” in sciopero e presidio fuori dal sito produttivo

Agitazione sociale domani, martedì 28 ottobre.

Lavoratori e lavoratrici della “Bavelloni” in sciopero e presidio fuori dal sito produttivo

Il comunicato stampa firmato da Fiom Cgil Como: sciopero indetto per domani, martedì 28 ottobre 2025.

Sciopero di otto ore

Continua lo stato di agitazione proclamato per domani, martedì 28 ottobre. “Il lavoro è un’attività trasformativa che include sia la dimensione intellettuale che quella manuale e come tale va difeso e preservato. Difendendo i lavoratori e lavoratrici della Bavelloni non solo si difende la loro tenuta occupazionale e di conseguenza economica ma si difende anche la tenuta del nostro paese. Senza chiarezza e rispetto delle parti non ci sono più margini, per quanto esplicitato con gli obiettivi sopra indicati continua lo stato di agitazione e si proclamano 8 ore di sciopero per martedì 28 ottobre con presidio dalle 8 alle 12 al sito produttivo Bavelloni a Bregnano, via dell’industria 1.

Un passo indietro

Martedì 21 ottobre 2025, si è tenuto l’incontro tra la Fiom Cgil Como, la Rsu aziendale e la direzione Bavelloni. Da comunicato si legge: “Nel suddetto incontro, la Direzione ci ha esplicitato alcuni dati, rispetto ai carichi dell’ultimo trimestre dell’anno. Carichi che non garantiscono ancora la piena saturazione delle ore di produzione e pertanto, ad oggi, fino alla fine dell’anno si continuerà con la riduzione oraria su base settimanale attraverso il CDS (che scadrà il 31 dicembre 2025). “La perdita di parte di salario per lavoratori e lavoratrici continua!” , questo purtroppo non ci ha stupito pur sapendo che in generale il settore di riferimento non è in calo: evidentemente il potenziamento della rete di vendita ancora non sta dando i suoi frutti.  Cosa peggiore è la situazione economica finanziaria, in netta perdita rispetto alla stessa prima che Bavelloni fosse acquisita da Biesse”.

“Forse le scelte fatte non sono state delle migliori?”

“Forse le scelte fatte non sono state delle migliori ? E’ inaccettabile che Bavelloni ribadisca di non avere un piano industriale definitivo , parrebbe non ci sia su tutto il gruppo Biesse, se non dalla prima settimana di Dicembre. “Forse il piano industriale prevede altro?” o per caso “è fatto per l’ennesima volta basandosi sugli ammortizzatori sociali ?”. Come Fiom e come Rsu Bavelloni riteniamo che tutto ciò sia inaccettabile e che non possiamo ulteriormente attendere quale sarà il destino di lavoratrici e lavoratori coinvolti”.

Richiesta all’azienda

Pertanto, con esplicito mandato ricevuto dai lavoratori e lavoratrici nelle assemblee che si sono svolte subito al termine dell’incontro del 21 ottobre (assemblee svolte con due ore di sciopero), “avanziamo all’azienda una richiesta urgente di incontro nel quale sancire la tenuta della piena occupazione per tutto il 2026 ,unica garanzia che ci possa permettere di continuare un confronto, che dimostri nei fatti che non ci siano scelte differenti già prese e non comunicate non rispettando tra l’altro anche quanto previsto dall ART 9 del CCNL Metalmeccanici Industria “informazione e consultazione in sede sindacale”, da noi attivato – continua il comunicato – Centodieci famiglie di lavoratori e di lavoratrici hanno il diritto di sapere quale sarà il futuro del loro reddito e della loro stabilita occupazionale il territorio ha il diritto di preservare i propri livelli occupazionali e le competenze di lavoratori e lavoratrici maturate in anni di attività che hanno rappresentato eccellenza nel territorio. Fare impresa non può e non deve diventare il “Metodo Biesse”, un modello industriale che guarda al solo profitto generato dalla finanza o da ogni singolo particolare prodotto, bisogna avere una visione complessiva della marginalità creata dalla produzione stessa, né può essere un modello che basa la propria tenuta economica attraverso il continuo utilizzo di ammortizzatori sociali. Sono marginalità per ogni singola fabbrica o territorio e per l’intero sistema industriale anche il sapere e le competenze di ogni singolo Lavoratore o Lavoratrice.
Altrimenti è profitto al di sopra di ogni cosa. La responsabilità sociale delle imprese va rivendicata e applicata richiamiamo su questo anche l’attenzione delle istituzioni territoriali e l’associazione Datoriale di Como.