L'intervista

Paolo Pietroni all'Avis provinciale

"È importante che i giovani capiscano che donare non è solo un atto di altruismo, ma anche un'opportunità per prendersi cura della propria salute".

Paolo Pietroni all'Avis provinciale
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Paolo Pietroni, ex presidente della sezione di Novedrate, è il nuovo presidente provinciale di Avis Como: la sua elezione, avvenuta durante l’ultima assemblea provinciale, non segna solo un traguardo, ma la continuazione di un impegno che va avanti da anni.

La scelta di entrare in Avis

A guidare la sua passione per Avis, c'è una storia personale che lo ha segnato fin dalla giovane età. Racconta Pietroni:

"Mia madre è stata salvata grazie a una trasfusione di sangue che, all'epoca, veniva ancora fatta “da braccio a braccio”, senza l’uso delle sacche. Questo mi ha fatto capire quanto possa essere importante donare il sangue".

Questo episodio ha segnato l'inizio del suo impegno, spingendolo ad avvicinarsi all'Avis e a iniziare a donare a soli 19 anni.

Da donatore a presidente dell'Avis di Novedrate

Da quel momento, Pietroni non ha mai smesso di crescere all'interno dell'associazione, passando da giovane donatore a segretario, poi presidente di Avis Novedrate, fino ad arrivare alla carica provinciale. Afferma:

"Piano piano mi sono reso conto che non si trattava solo di raccogliere sangue, ma di costruire una rete sociale, una comunità forte e coesa".

Nel corso degli anni, il suo impegno si è esteso anche oltre la donazione. Pietroni è infatti tesoriere di un centro cinofilo e fondatore di un club dedicato a una nuova razza di cani. Ma, per lui, nulla è più importante dell’impegno verso Avis e la comunità:

"Quello che faccio non è solo un lavoro, è una vocazione".

La carica di presidente provinciale

Le difficoltà nel suo percorso non sono mancate:

"Ho sempre affrontato le problematiche con determinazione. Certo, ci sono state difficoltà, soprattutto con i cambiamenti all’interno del sistema sanitario. Recentemente, i vertici della Asst Lariana sono cambiati, e la gestione dei donatori è diventata più complicata".

Un altro nodo da affrontare riguarda la comunicazione con i centri trasfusionali e la logistica legata alla raccolta del sangue, che resta una delle priorità del suo mandato.
Con la nomina a presidente provinciale, Pietroni si è posto un obiettivo chiaro: migliorare la formazione e la comunicazione all'interno di Avis. Spiega:

"Più siamo preparati, meglio affrontiamo le difficoltà".

Coinvolgere le nuove generazioni

Ma il suo impegno non si limita ai donatori storici. La vera sfida, per lui, è coinvolgere le nuove generazioni. Afferma con convinzione:

"Oggi, una sola donazione di sangue salva più vite grazie alla frazionatura. È importante che i giovani capiscano che donare non è solo un atto di altruismo, ma anche un'opportunità per prendersi cura della propria salute".

Seppur la partecipazione stia crescendo, il ricambio generazionale nelle associazioni non è così semplice.

"I giovani sono disposti a donare, ma spesso non vogliono prendersi la responsabilità di diventare membri attivi. La burocrazia e le normative sempre più complicate sono un deterrente".

Tuttavia, il suo obiettivo è chiaro: sensibilizzare i ragazzi tramite iniziative nelle scuole, come il progetto del diario Avis, pensato per veicolare il messaggio di donazione direttamente tra i giovanissimi.
Un altro aspetto che lo motiva ogni giorno è il contatto diretto con le persone che, grazie alla donazione, hanno avuto una seconda possibilità. Pietroni ricorda con emozione alcune delle storie che lo hanno più colpito:

"Ho conosciuto una donna che, durante il suo trattamento per leucemia, ha ricevuto più di 200 sacche di sangue. Ma anche un’altra donna, madre di un bambino piccolo, che è stata salvata dopo aver subito tre trapianti di midollo osseo. Pensare che un gesto come la donazione possa salvare vite in maniera così radicale mi fa capire quanto sia importante il nostro lavoro".

Il futuro

Guardando al futuro, il suo obiettivo resta quello di continuare il lavoro già iniziato, concentrandosi sulla formazione e sull’efficienza del sistema. Conclude:

"Vogliamo garantire che la nostra rete diventi sempre più forte, perché solo così potremo rispondere alle esigenze del territorio".

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