L'incontro

"Percorsi di inclusione lavorativa per donne vittime di violenza": successo per il workshop di Confindustria

L’evento nasce come iniziativa di Terza Missione avviata dal Dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell'Università degli Studi dell'Insubria

"Percorsi di inclusione lavorativa per donne vittime di violenza": successo per il workshop di Confindustria
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Un dialogo tra imprese, centri antiviolenza ed enti del terzo settore per facilitare l’uscita delle donne dalla spirale della violenza attraverso l’inclusione lavorativa. Questo l’obiettivo del workshop che si è tenuto ieri pomeriggio, martedì 28 novembre, nella sede di Confindustria Como, in Via Raimondi.

L’evento nasce come iniziativa di Terza Missione avviata dal Dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell'Università degli Studi dell'Insubria insieme ai partner di progetto Confindustria Como, Centro di Servizio per il Volontariato Insubria e il centro antiviolenza Telefono Donna di Como.

Il commento di Francesca Polti

Ad aprire i lavori è stata Francesca Polti, Vice Presidente di Confindustria Como con delega a Relazioni Industriali, Previdenza, Welfare e People:

“Il mese di novembre accende i riflettori sulla violenza nei confronti delle donne ma è importante affrontare questo tema sempre. Per il 2024, mi sono quindi ripromessa di parlarne anche in altri momenti dell’anno.” - ha dichiarato la Vice Presidente Polti - “Sono onorata e orgogliosa di introdurre questo workshop perché, troppo spesso, il dibattito sulla violenza di genere è accompagnato da semplificazioni e strumentalizzazioni che ci allontanano dalla sostanza: la necessità di un cambiamento culturale. Sono una fervente sostenitrice della cultura montessoriana, che si fonda su prevenzione e cambiamento più che punizione.

Il cambiamento ci riguarda tutti, uomini, donne, aziende, e può avvenire solo se ognuno di noi - non solo come individui ma come parti sociali, scuola, governo, azienda, associazione - fa la propria parte e si prende il proprio pezzo di responsabilità. Da imprenditrice ho avuto dipendenti vittime di violenza e queste esperienze mi hanno segnata. Sono convinta che si debba intervenire facendo formazione in azienda, facendo sistema, comunicando alle donne che esistono realtà capaci di aiutarle”.

L'intervento di Francesca Ruggieri

A seguire, è intervenuta Francesca Ruggieri, Direttrice del Dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell'Università dell’Insubria:

“Condivido la visione della Vice Presidente Polti: insegno Procedura penale all’università e sono convinta che il processo non sia la soluzione o la cura, ma che serva una nuova cultura. È bello vedere qui presenti moltissime donne. Ricordo mia nonna Gisella, che era parlamentare del PCI e che mi raccontava di come fosse sempre l’unica donna sul palco, ma anche di come le compagne di partito si confidassero con lei riguardo i soprusi che vivevano tra le mura domestiche, in cui venivano ‘adoperate’ come oggetti. Dopo 50 anni, il fenomeno della violenza di genere è un problema culturale che purtroppo non viene ancora affrontato, a partire dai banchi di scuola. Bisogna cambiare approccio”. Il Dipartimento di Diritto, Economia e Culture ha pertanto avviato da alcuni anni corsi di approfondimento del fenomeno della violenza di genere con questo taglio, culturale e giuridico, co-finanziati dalla Regione Lombardia e aperti anche alla cittadinanza, come ha illustrato la docente Valentina Jacometti.

Le parole di Luigi Colzani

Luigi Colzani, Presidente del Centro di Servizio per il Volontariato dell’Insubria:

“CSV Insubria è un’associazione di associazioni, con un largo radicamento sociale. Per questo è un soggetto che può collaborare a realizzare quel cambiamento culturale che è necessario per superare il problema della violenza sulle donne. Il nostro lavoro, anche in questo caso, si pone nella linea della sostenibilità, che non è solo ambientale ma anche sociale.

In questo senso CSV collabora con tutti i soggetti – in particolare con Confindustria Como - anche su altri temi molto sentiti sul territorio cittadino, come quello dei minori stranieri non accompagnati”. A tal fine il CSV Insubria con la responsabile Elena Zulli ha supportato lo sviluppo del progetto presentato e della rete degli attori coinvolti insieme a Caterina Salemme, responsabile dell’Area Sostenibilità di Confindustria Como.

Corinna Rivara, combattere la violenza economica

Corinna Rivara, operatrice di Telefono Donna Como e referente del progetto “Orientamento lavorativo e sostegno all’autonomia abitativa” per il Comune di Como, ha quindi raccontato l’esperienza di Telefono Donna, in particolare con donne vittime di violenza economica:

“La violenza economica è un fenomeno subdolo e molto più diffuso di quanto non sembri. L’indipendenza economica è necessaria per svincolarsi dal nucleo maltrattante: la sua mancanza crea dipendenza in primo luogo psicologica e compromette il riscatto sociale delle donne vittime di violenza.” – ha spiegato Corinna Rivara – “Lo sportello di Telefono Donna fornisce sostegno per l’orientamento lavorativo ma si occupa anche di mappare il territorio alla ricerca di enti e imprese sensibili all’argomento che volessero fornire opportunità concrete di inserimento lavorativo”.

La violenza di genere, raccontata dalla direttrice Cristina Zucchi

Dopo il focus sul fenomeno della violenza di genere in Provincia di Como, curato dalle psicologhe Laura Bellati ed Elena Cornero di Telefono Donna, e l’approfondimento su vincoli e opportunità del quadro legislativo odierno, condotto dalle docenti Giulia Tiberi, coordinatrice del progetto per l’Università, e Lilli Casano del Dipartimento di Diritto, Economia e Culture, la case history di LarioHotels, raccontata dalla direttrice Cristina Zucchi:

“Ho la fortuna di lavorare da trent’anni in LarioHotels, un gruppo che è stato certificato Great Place to Work e che nel 2021 è diventato Società Benefit. Siamo da sempre attenti all’ambiente e alle persone ed è per questo che abbiamo accolto con entusiasmo l’idea di collaborare con Telefono Donna. Abbiamo iniziato inserendo una risorsa un anno fa: non è stato facile ma siamo molto soddisfatti ed ora questa persona ha con noi un contratto a tempo indeterminato.

La collaborazione prosegue e continueremo a supportare il lavoro di Telefono Donna: come ho detto non è un processo semplice, perché spesso si tratta di donne che non hanno mai avuto esperienze lavorative oppure che hanno titoli di studio non in linea con le mansioni richieste, ma ci ha permesso di assistere a una vera e propria rinascita di donne che con grande tenacia e voglia di riscatto trovano l’indipendenza economica e tornano a sorridere.”, ha raccontato Cristina Zucchi, visibilmente commossa - “Esorto quindi tutti quelli che hanno la possibilità di farlo, a collaborare e sostenere Telefono Donna nei progetti di inserimento lavorativo”.

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