Il presepe di Franco Caminada rivive in piazza
La storica opera realizzata dall’assese è stata "prestata" alla Pro Asso per il Natale.
Lo storico presepe della famiglia Caminada protagonista di una nuova tradizione: per il secondo anno è stato messo a disposizione della Pro Asso per essere esposto in piazza.
Una lunga tradizione
"Lo scorso anno il caro Ivano Corà ci aveva chiesto di rimettere in piedi il presepe realizzato dal mio papà Franco, scomparso nel 2012 - spiega la figlia Monica - Avevamo portato la Natività con un pastorello, in tanti hanno riconosciuto che erano opera del mio adorato papà e lo hanno ricordato con affetto. Quest’anno abbiamo aggiunto altri pezzi ed è stato illuminato, l’accensione è stata lo scorso weekend".
Il presepe di Franco Caminada ha una storia ultradecennale: per la prima volta realizzato nel 1993, poi ampliato per la nascita della nipote Mara. "Mio papà è sempre stato un amante del Natale, delle luci e della gioia che porta questo periodo - prosegue Monica - Attraverso il suo presepe voleva rendere felici gli altri, lavorava nella vigilanza privata ed era Vigili del fuoco volontario ma aveva un animo d’artista. Per passione faceva il tappezziere, era un addobbatore seriale. Così ha iniziato disegnando cartamodelli poi realizzati in ferro, aggiungendo catene di luci di diversi colori per ogni dettaglio e personaggio. La sua prima opera è stata la Natività nel cerchio, per mia figlia Mara. Dopo di che ha costruito una capanna a grandezza naturale e poi ha aggiunto altri elementi. Fino al 2000, anno del Giubileo, quando ha realizzato una figura in ferro con due colombe; in quell’anno è nato anche mio figlio Lorenzo, così mio papà ha aggiunto al presepe i Re Magi, la slitta con due renne e Babbo Natale".
"Era innamorato del suo presepe"
Da quel momento, l’opera d’arte di Franco è stata ammirata da sempre più persone. "Il suo presepe nel giardino di casa, in via Dosso, veniva notato da chiunque passasse sulla strada principale. Le persone hanno iniziato ad avvicinarsi, incuriosite, e così mio papà ha deciso di lasciare aperto il cancello per far sì che i visitatori potessero entrare a guardare il presepe. Non vi era alcun aspetto di vanità, lui è sempre stato molto umile e faceva queste opere per vedere la gioia negli occhi della gente".
Franco, infatti, negli anni ha collaborato anche con la parrocchia ma nel silenzio, senza far sapere che i vari lavori di tappezzeria erano stati fatti da lui. "Era molto umile e discreto, lo faceva col cuore - conclude Monica - Era innamorato del suo presepe ma purtroppo per diversi problemi già qualche anno prima di morire non lo aveva più realizzato, anche se ha lavorato fino al suo ultimo giorno di vita. Tutto si è quindi fermato fino al 2020, quando mia figlia Mara ha voluto rimettere in piedi il presepe del nonno. Grazie alla collaborazione della famiglia e di tanti amici, siamo arrivati fino a qui. La Pro Asso mi ha già chiesto di ampliarlo con altri elementi il prossimo anno. Lo facciamo volentieri, per noi è un modo per ricordare papà e unire le persone".