San Primo, il Coordinamento: "Progetto rivisto ma è anti ecologico puntare ancora sullo sci"
"La nostra era e resta una campagna di legittima critica ad un progetto assurdo, riconosciuto come tale anche da autorevoli scienziati e climatologi".

"Il progetto di fattibilità per il Monte San Primo è stato parzialmente modificato, ma la Comunità Montana e il Comune di Bellagio sbagliano a puntare ancora sullo sci e sull'innevamento artificiale". Il Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’, formato da 35 associazioni, commenta così la recente delibera della Comunità Montana Triangolo Lariano pubblicata nei giorni scorsi.
"Non tiene conto del cambiamento climatico"
I due enti, infatti, nei giorni scorsi hanno approvato il progetto preliminare di riqualificazione e tutela ambientale del Monte San Primo. Secondo il Coordinamento, il nuovo piano avrebbe "modificato il precedente Progetto di fattibilità OltreLario del 2022 per il cosiddetto rilancio turistico della località San Primo, sita in territorio di Bellagio".
Dunque il sodalizio precisa: "Nel nuovo progetto si prevede ancora di spendere, per la parte relativa allo sci, una fetta consistente, oltre 2 milioni di euro, del totale dei finanziamenti pubblici stanziati per tutti gli interventi previsti, che ammonta a 5.310.000 euro. Tra le opere previste: sistemazione di tre piste baby, innevamento artificiale, tre tapis roulant, un laghetto artificiale indispensabile per i cannoni sparaneve. Oltre a questi, circa 300mila euro verrebbero destinati alla realizzazione di nuovi parcheggi e alla sistemazione di quelli esistenti".
Un progetto, quello per la parte sciistica e di innevamento artificiale (inclusi tapis roulant e altre opere connesse) che sempre secondo il Coordinamento "non tiene conto del cambiamento climatico, che già da decenni sta determinando - a livello globale e locale - un aumento delle temperature anche invernali e una sempre minore nevosità".
Le criticità evidenziate dal Coordinamento
Dal 2022, quando è stato varato il progetto OltreLario "senza che la popolazione fosse minimamente informata di un intervento destinato ad avere un impatto importante sul territorio del Triangolo Lariano, il Coordinamento si è mosso per offrire controproposte con una visione della montagna più rispettosa degli equilibri naturali. Ma ogni contributo da parte di liberi cittadini ed esperti è stato bollato come ignobile campagna di disinformazione violenta e offensiva. Così come sono rimaste inevase le innumerevoli richieste di incontro rivolte agli Amministratori".
Il gruppo quindi ribadisce:
La nostra era e resta una campagna di legittima critica ad un progetto assurdo, riconosciuto come tale anche da autorevoli scienziati e climatologi, oltre che dalla stampa a livello internazionale e, appunto, da oltre 3mila cittadini che hanno firmato consapevolmente l'appello a salvaguardia del Monte San Primo. Un progetto che, oltretutto, presenta numerose criticità, per esempio non tiene conto delle incertezze legate alla futura gestione degli impianti sciistici. A tal proposito chiediamo: chi è l'imprenditore disposto ad accollarsi gli elevatissimi costi di gestione (energia, acqua, personale, ecc.), senza la certezza delle temperature idonee allo sci e all’innevamento artificiale?
Purtroppo anche nel ‘nuovo’ progetto di fattibilità non c'è nulla riguardo agli scenari e alla stima economica relativi al futuro affidamento della gestione, una volta realizzati gli impianti.
E problemi di gestione potrebbero sussistere anche nel caso dell'ex colonia Bonomelli: considerate le dimensioni della struttura, difficile da gestire, anche qui non abbiamo visto nessun piano economico relativo alla futura gestione.
Infine, si segnala una scarsa trasparenza nella contabilità dei lavori proposti per tutto il progetto.
"No" al progetto per gli impianti sciistici
Per tutti questi motivi, il Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo" rimarca le proprie richieste per lo stralcio dal progetto di tutta la parte relativa agli impianti sciistici: sistemazione piste baby, innevamento artificiale, tapis roulant, laghetto artificiale, e anche dei nuovi parcheggi (per ulteriori 160 posti) "che avrebbero altrettanto un pesante impatto sull'ambiente, comportando anche il taglio di un’area boschiva".
Nel progetto è prevista altresì la ristrutturazione dell'Alpe Borgo, già ristrutturata dalla stessa Comunità Montana nell’anno 2012 (usufruendo di fondi europei) "da allora abbandonata a se stessa e mai messa in gestione - concludono - Il Coordinamento respinge inoltre con forza tutte le accuse di mistificazione che ci vengono rivolte dal presidente della CM e dal sindaco di Bellagio. Vogliamo ribadire la nostra forte contrarietà all’impostazione e ai contenuti del progetto per il ‘rilancio turistico del San Primo’, che pensa di trasformare la montagna in un luna park, utilizzando in modo errato soldi pubblici. Per tutti i motivi sopra esposti nel merito, il Coordinamento continuerà nella propria azione per un’informazione corretta rivolta alla cittadinanza, così come nelle azioni e iniziative dirette alla salvaguardia degli ambienti montani".

