Servizio civile digitale, Butti: "Aperto il bando rivolto agli enti. Sarà possibile reclutare 5.000 giovani"
"Sono certo che il bando rappresenti un’ottima opportunità per i nostri giovani", ha aggiunto il Sottosegretario
“Sviluppare le competenze digitali dei cittadini, favorendo la loro interazione con i servizi offerti dalle pa, riducendo il digital divide, è uno degli obiettivi del PNRR. In tale direzione va l’avviso per il Servizio Civile Digitale promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale, che mi onoro di guidare, in collaborazione con il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale.” Lo afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti.
Servizio civile digitale, Butti: "Aperto il bando rivolto agli enti. Sarà possibile reclutare 5.000 giovani"
“Rispondendo a questo avviso, gli Enti aderenti al programma quadro del Servizio Civile Digitale possono presentare uno o più programmi di intervento sui servizi di facilitazione ed educazione digitale, entro le 14 del 31 marzo 2023.
All’atto della presentazione del programma d’intervento – prosegue il Sottosegretario - gli Enti sono tenuti a indicare il territorio di riferimento da cui dipende il numero massimo di operatori volontari attribuibili:
150 operatori volontari in caso di programma di intervento su territorio regionale/di provincia autonoma oppure di più province o città metropolitane della stessa regione;
300 operatori volontari in caso di programma d’intervento sul territorio interregionale.
Attraverso questo avviso sarà possibile reclutare, in una fase successiva, fino a 5.000 volontari.
Sono certo che il bando rappresenti un’ottima opportunità per i nostri giovani, i quali, attraverso i progetti del Servizio Civile Digitale, avranno accesso a un percorso di crescita e formazione indirizzato a migliorare le loro conoscenze e competenze e tutto ciò si tradurrà nella possibilità di aiutare altri cittadini ad essere autonomi rispetto all'uso di Internet e dei servizi digitali pubblici e privati.
I ragazzi sono chiamati in causa come motore della transizione digitale del Paese, aiutando le fasce sociali più svantaggiate a godere appieno delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, affinché si realizzi una piena inclusione sociale”, conclude Butti.