La protesta

Sicurezza lavorativa: presidio della Polizia penitenziaria del Bassone davanti alla Prefettura

Le sigle sindacali lamentano una situazione insostenibile per gli agenti all'interno del carcere dove spesso e volentieri vengono minacciati

Sicurezza lavorativa: presidio della Polizia penitenziaria del Bassone davanti alla Prefettura
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Un presidio di protesta per la difficile situazione che si vive all'interno della Casa Circondariale di Como, il Bassone, da parte del personale della Polizia Penitenziaria, in comune accordo con le sigle sindacali della SAPPE, SINAPPE, OSAPP, UIL, USPP, CISL, CIGL e CNPP. Si svolgerà domani, mercoledì 8 febbraio, dalle 9 in poi, di fronte alla Prefettura di Como.

Sicurezza lavorativa: presidio della Polizia penitenziaria del Bassone davanti alla Prefettura

"Le scriventi Organizzazioni Sindacali reputano ormai necessario assumere decisioni precise e nette riguardo la situazione lavorativa che si vive nella Casa Circondariale di Como".

Comincia così la dura lettera scritta dalle sigle sindacali e inviata al direttore del carcere, Fabrizio Rinaldi, ma anche a al Provveditore Amministrazione Penitenziaria Pietro Buffa e al Prefetto Andrea Polichetti.

"Le molteplici aggressioni subite dagli agenti penitenziari, la nutrita casistica riguardante altri eventi critici (che in alcuni casi danno vita anche a condotte previste come reato) quali minacce ed ingiurie, le condizioni lavorative nel loro complesso che vedono un tributo crescente di spirito di sacrificio all’intero Reparto, tutto ciò non può più tollerarsi.

Non si può accettare che il rischio lavorativo, normalmente assunto da qualsiasi agente penitenziario, cresca esponenzialmente per diventare – usando un voluto eufemismo- certezza di incorrere quotidianamente nella gestione di un evento critico. Al Reparto di Polizia Penitenziaria le scriventi O.O.S.S. danno atto di un’evidente prova di orgoglio e sacrificio, tuttavia quel che appare evidente è che ormai anche il ben alto senso del dovere dei baschi azzurri non basti più per far fronte a quello che giorno per giorno, turno per turno, si sta verificando: per ultimo, e si teme ancora per poco per il possibile sopraggiungere di altri eventi critici, un detenuto che in questi giorni avrebbe brandito delle lamette minacciando l’unico agente di sezione presente sul piano detentivo, recluso che avrebbe perpetuato altri e simili episodi violenti il giorno successivo.

Non si può accettare oltre che la concentrazione in Lombardia di reclusi psichiatrici e/o problematici dal punto di vista della gestione detentiva veda come punto di riferimento la Casa Circondariale di Como, l’Istituto - che non ha mai lesinato di far la propria parte - non può sopportar oltre l’arrivo di detenuti che in altre Case Circondariali hanno dato vita ad episodi auto o eterolesivi.

Non si può accettare oltre che le richieste di trasferimento, dei ristretti che hanno aggredito i poliziotti penitenziari comaschi o ne abbiano minacciato in modo serio e concreto l’incolumità, abbiano sorte spesso avversa. Si richiede e pretende rispetto per le condizioni lavorative che il Reparto sta sopportando e si pretende vicinanza concreta, fattiva e visibile da parte del Provveditorato della Regione Lombardia".

Episodi e situazioni che hanno portato al limite la pazienza delle sigle sindacali.

"Le presenti Organizzazioni sindacali hanno infatti fin oggi dimostrato senso di responsabilità e disponibilità all’interlocuzione, ora è giunto il momento di vedere interventi risolutori su quanto in questa nota evidenziato, interventi che possono e devono partire da un ascolto da parte del Prap Lombardia delle richieste di trasferimento. La Casa Circondariale di Como non può e non deve reggere più il peso di tutto il circuito penitenziario lombardo!

Per tali motivi, oltre che per i possibili sviluppi in quanto ad “ordine pubblico”, si annuncia che giorno 8 febbraio si terrà un sit-in fuori dalla Casa Circondariale, iniziativa che verrà seguita a stretto giro da un sit-in di fronte la Prefettura del capoluogo lariano. Se inoltre non si assisterà ad un cambio di rotta deciso e concreto sul “problema sicurezza” ci si riserva di indire una manifestazione a Milano di fronte il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria".

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