"Sognavamo Hong Kong, ora la nostra vita è a Melbourne"
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Era il maggio del 2013 quando Fabio Biavaschi e Chiara Perego-Meroni, di 43 e 42 anni, decisero di partire insieme per un’avventura dall’altra parte del mondo. Alle spalle una laurea in Disegno Industriale al Politecnico di Milano (per lui) e Textile Design allo IED (per lei), solida esperienza in aziende comasche e il desiderio di cambiare aria.
"Volevamo prenderci una pausa dai nostri lavori"
«Siamo partiti per l’Australia con l’idea di rimanere un anno – ha spiegato Chiara – volevamo prenderci una pausa dai nostri lavori. Entrambi avevamo studiato, dopo la laurea abbiamo lavorato per oltre dieci anni nel settore e volevamo metterci alla prova all’estero». Quel lontanissimo paese però non fu tanto una meta desiderata da tempo quanto una possibilità capitata per caso. Il sogno della coppia brianzola nel 2012 era infatti arrivare ad Hong Kong, ma il racconto di un amico a Sydney incuriosì Fabio e Chiara al punto da far considerare loro l’opzione del working holiday visa che offre il governo del Paese. «Ci siamo detti: proviamo l’Australia – ha raccontato Chiara – per un anno lavoriamo ed esploriamo questa lontanissima realtà. Poi si va ad Hong Kong». Nella metropoli asiatica, Fabio e Chiara ci sarebbero effettivamente arrivati, raggiungendo amici e colleghi. Ma fu solo dopo aver viaggiato da ovest tra Perth, Adelaide e Sydney che sentirono che in quel paese tanto remoto e immenso non si stavano trovando affatto male. Approdati a Melbourne poi, scattò il colpo di fulmine. «Abbiamo viaggiato molto – ha sottolineato Fabio – e abbiamo capito che questa nuova realtà ci piaceva. Così abbiamo deciso di rimanere un altro anno e sfruttare l’opportunità che avevamo davanti».
In Australia da 12 anni
Oggi Fabio e Chiara sono in Australia da 12 anni, hanno preso la cittadinanza, sono genitori di un bellissimo bimbo di 6 anni di nome Romeo (e di un secondo in arrivo) e portano avanti l’azienda Features Group, fondata dal designer canturino nel 2021, che distribuisce nel mercato australiano aziende europee di arredamento. Chiara, dopo aver lavorato come merchandise manager per 8 anni, ora accompagna il marito nella «bellissima avventura che ha creato» e coltiva la sua carriera da artista specializzata in paesaggi aerei astratti. Melbourne, la città che la coppia ha scelto come casa, li ha conquistati per la sua diversità. Per Chiara è stato il «senso di libertà e sicurezza» nelle strade, per Fabio invece «l’approccio creativo, l’essere cosmopolita e il pullulare di eventi, musica, iniziative», ma allo stesso tempo anche la somiglianza con le città europee: «Ci siamo sentiti un po’ più a casa», ha ammesso.
"Parecchie difficoltà"
Nonostante la rapida infatuazione per la città, la coppia brianzola era ben lontana dall’avere i piedi piantati nella sicurezza, almeno burocratica, di poter rimanere nella land down under, il paese giù sotto. «Le difficoltà sono state parecchie, soprattutto il visto – ha evidenziato Fabio – Non lasciano entrare facilmente chiunque, selezionano solo le figure di cui hanno bisogno e per avere il visto bisogna rientrare in determinate categorie». Fortuna (o destino?) ha voluto che ci fosse corrispondenza con le professionalità richieste e dopo il visto è arrivata, a fine 2016, la residenza permanente ed infine la cittadinanza, dopo 5 anni di residenza sul territorio australiano. Un percorso, quello della regolarizzazione della loro permanenza, costellato di momenti di scoramento: «A volte ci guardavamo in faccia e ci dicevamo: “Ma cosa stiamo facendo? Molliamo tutto e torniamo a casa” – ha ricordato Fabio - Poi però decidemmo di insistere, nel frattempo ci eravamo abituati a vivere qui. Alla fine, un po’ testoni, ce l’abbiamo fatta».
Lo spirito di resilienza
Ed è proprio quello spirito brianzolo di resilienza e caparbietà che da Cantù, Arosio, Lurago ed Inverigo ha accompagnato la giovane coppia fino a Melbourne. «Non è solo testardaggine – ha detto Chiara – si tratta di avere iniziativa. È un modo di pensare per cui dici a te stessa: “Ok, oggi non è andata bene ma vado avanti perché so che prima o poi funzionerà e ce la farò”». Un approccio che li ha senza dubbio aiutati ad affrontare le difficoltà arrivate anche dopo l’odissea del visto. «Bisogna sfatare un mito – si è raccomandato Fabio – spesso si parla dell’Australia come se fosse El Dorado: si sta bene e si guadagna un sacco di soldi. Questo è vero relativamente». Il designer canturino ha infatti sottolineato che i tempi sono cambiati e il Paese si è adattato alle nuove circostanze: «In passato c’erano più possibilità, soprattutto per noi italiani con voglia di fare. Oggi sempre più gente viene qui, soprattutto asiatici, e c’è molta selezione agli ingressi. Tutto il processo è diventato più competitivo». Inoltre, secondo la coppia, ad un occhio europeo il paesaggio australiano alla lunga può stancare, essendo vasto e molto simile a se stesso. «È anche un po’ lento a ricevere input dall’esterno – ha aggiunto Chiara – specialmente nel nostro settore».
"In Italia non ci torniamo prima della pensione"
Tutto sommato però l’ipotesi del rientro è al momento da escludersi: «In Italia non ci torniamo fino alla pensione», ha scherzato Chiara, mentre Fabio ha colto l’occasione per specificare: «Siamo sempre un po’ a metà, nel senso che ci mancano l’Europa, la cultura italiana, le nostre famiglie. Ma quando torniamo per vacanza ci accorgiamo che la mentalità o l’approccio al lavoro non ci appartengono più». Forse più della malinconia di casa, quello che si percepisce nella coppia è ancora tanta curiosità ribollente di conoscere nuovi posti e culture. «L’idea di spostarci ogni tanto ci passa ancora per la testa – ha riconosciuto il designer – ci sarà sempre la voglia di esplorare qualcosa di nuovo. Poi, metterlo in pratica non è così facile. Ora siamo un po’ compromessi con la nostra vita qui».
Sospesi tra due mondi
Per rimediare, la giovane coppia ha costruito una quotidianità in cui la multiculturalità è all’ordine del giorno, con amicizie italiane, expat e locali. Con gli Aussie nello specifico, Fabio e Chiara sono integrati alla perfezione, pur riconoscendo loro una certa difficoltà a scendere in profondità nelle relazioni. Oggi si definiscono “metà e metà”, «nel senso che abbiamo mantenuto tanta italianità ma allo stesso tempo quando torniamo ci sentiamo dei pesci fuor d’acqua», hanno riconosciuto entrambi. Sospesi tra due mondi, cuore «sul Resegone» e radici ben piantate in Australia, Fabio e Chiara hanno costruito il loro percorso con caparbietà ma anche flessibilità. Se non ci sono certezze su dove, nella mappa, li porterà la vita, ciò che la loro storia insegna è che non sempre si sceglie una casa, a volte è lei che sceglie te.
Ylenia De Riccardis