STORIE SOTTO L'ALBERO

Sopravvissuto al Covid, un anno dopo il ricovero videochiamata degli infermieri

Il Giornale di Olgiate regala ai lettori di Primacomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2021 sulle pagine del nostro settimanale.

Sopravvissuto al Covid, un anno dopo il ricovero videochiamata degli infermieri
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«Pronto, Germano?». Anche gli angeli usano il telefono. Esattamente un anno dopo il ricovero in ospedale, la sorpresa confezionata dagli infermieri del Sant’Anna ha commosso Germano Maffenini: lacrime di riconoscenza.

Sopravvissuto al Covid, un anno dopo il ricovero videochiamata degli infermieri

Il 31 ottobre 2020, infatti, l’allora 65enne entrava nel nosocomio di San Fermo della Battaglia. Contagiato dal Covid. Battaglia aspra, a scavare le certezze di Germano. Prima il casco, poi l’intubazione. Lotta sul filo del rasoio, durata cinque mesi in un letto d’ospedale, passando dal Sant’Anna al Sant’Antonio Abate di Cantù, infine al Felice Villa di Mariano Comense. Trenta chilogrammi persi. Ciò che è rimasto, sempre: il coraggio di resistere, di farcela a tutti costi, anche quando lo sconforto era un macigno troppo pesante da sostenere da solo. Un carico condiviso con veri e propri angeli: il team di infermieri della Terapia intensiva del Sant’Anna. Gli stessi che, due settimane fa, proprio nel giorno dell’anniversario del ricovero al nosocomio, hanno «bussato» alla sua porta con una toccante videochiamata di gruppo.

Sorpresa e lacrime

«Il 31 ottobre dello scorso anno sono stato ricoverato - racconta Maffenini, che, dalle dimissioni avvenute lo scorso 24 marzo, assapora ogni istante di ritrovata familiarità con la vita - Ho visto tanta gente morire... E’ stata dura. Cinque mesi in ospedale. Ho sofferto. E non è finita. Non sono più la persona di prima: correvo e andavo in bici, oggi fatico a camminare, la testa è sempre pesante. Devo prendere un sacco di farmaci, ma sono felice di essere vivo, di essere a casa con la mia famiglia. Ringrazio i medici per il loro operato, tutti gli infermieri che ho avuto vicino: persone eccezionali. Proprio il 31 ottobre, un anno dopo il giorno del mio ricovero, alcuni infermieri mi hanno fatto venire il magone... Ho ricevuto da loro una videochiamata: continuano a sostenermi, io li ho sempre nel mio cuore. Con alcune infermiere sono anche andato a mangiare un gelato».

«Io mi vaccino»

Non solo una telefonata, ma anche un video in cui scorrono immagini di Germano insieme agli infermieri, scattate sul campo di battaglia. Un regalo bellissimo. E Germano ha ringraziato a modo suo chi l’ha accudito come un bimbo bisognoso di attenzioni e affetto: tornando al Sant’Anna, nella vecchia sede comasca, per sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid. «Sabato 6 novembre, alle 17, mi sono vaccinato - dettaglia Maffenini - Prima di vaccinarmi, ho fatto due sierologici: un paio di mesi fa il valore degli anticorpi era 74, giovedì della scorsa settimana era sceso a 63. I medici mi hanno consigliato di vaccinarmi, in quanto soggetto fragile. Di solito a chi è stato contagiato viene fatta solo la prima dose, ma proprio per le mie condizioni di fragilità avrò anche la seconda. Non voglio rischiare ancora il contagio: non riuscirei a salvarmi un’altra volta...».

Monito ai no vax

Testimonianza di chi, «sulla pelle», porta i segni della subdola malattia. Segno di riconoscenza nei confronti di chi l’ha salvato. Monito a chi contesta i vaccini. «Certa gente proprio non la capisco. E’ brutto dirlo, ma avrebbe bisogno di fare qualche mese di ospedale... Io mi vaccino, perché ho rispetto per me stesso e per gli altri», chiosa Maffenini.

Nicola Gini

(Giornale di Olgiate, 13 novembre 2021)

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