Il tema è molto delicato, ma riflettere e sensibilizzare al riguardo degli abusi sui minori è una vera e propria urgenza: ecco il senso dello spettacolo che si terrà domenica 5 maggio a
Olgiate Comasco.
"Ad occhi aperti", il tema degli abusi sui minori
Nell'ambito di un progetto finanziato dalla Fondazione provinciale della Comunità Comasca, domenica 5 maggio, alle 17 al Medioevo, verrà proposto uno spettacolo teatrale del Teatro Gruppo Popolare. "Ad occhi aperti" tratta un tema delicato e attuale. "Obiettivo dello spettacolo è sensibilizzare il pubblico, dai 14 anni in su, al tema degli abusi sui minori, all’importanza della denuncia, del parlare, condividere - spiega Giuliana Casartelli, responsabile dell'Area Biblioteca, Cultura e Politiche Giovanili - Spingere tutti (ragazzi e adulti) a tenere gli occhi ben aperti sui segnali che le vittime di tali violenze manifestano spesso non verbalmente. Segnali che se non colti in tempo si trasformano nella maggior parte dei casi in patologie importanti - dipendenze da cibo, alcol, sostanze stupefacenti, relazioni affettive insane, etc. - fino all’età adulta e che spesso, se non curate attraverso un percorso specifico, trasformano la vittima in carnefice nelle svariate modalità attraverso cui tale rapporto può essere agito".
Agire per aiutare le vittime
Come puntualizza Casartelli, "il progetto è frutto di incontri con psicologi ed esperti nel settore dell’abuso minorile. Vuole toccare la tematica mettendo in risalto le aree della solitudine, del non ascolto, del non essere creduto che il minore abusato attraversa, oltre che delle disfunzionalità affettive e relazionali della vittima e della famiglia, in questo lavoro insita nel segreto, nel “non detto”.
Spettacolo a ingresso gratuito
Breve sinossi dello spettacolo: dopo vent’anni Elly, una donna quarantacinquenne, torna per circostanze lavorative in Islanda - isola vulcanica originata da un punto caldo della dorsale oceanica almeno 20 milioni di anni fa, quando una parte del fondale oceanico è emersa dal mare - la terra dove ha vissuto l’infanzia. Fa visita a casa Porpora, la casa di famiglia, che ritrova intatta come l’aveva lasciata e insieme alla casa ritrova Ollie, l’amico immaginario con cui ha trascorso molti anni. Tra Elly e Ollie si avvia un fitto dialogo, a tratti giocoso a tratti serio, fatto di momenti in cui si raccontano il presente e di momenti in cui ripercorrono il passato trascorso insieme attraverso un gioco ironico che mette a nudo le loro “esistenze”. Il frutto dell’immaginazione della donna, Ollie, spinge Elly inizialmente resistente a riattraversare anche i momenti difficili di quell’infanzia, il non essere vista, ascoltata, accolta e protetta dalla madre e dalla nonna, figure dominate dai propri problemi, sino a toccare il ricordo dell’abuso che Elly ha subito dal nonno, abuso che la donna svela essere anche stato subito dalla madre quando era bambina e che non mette la madre nelle condizioni di relazionarsi appropriatamente con la figlia. Questo percorso permette simbolicamente alla donna di lasciar andare quel mondo di fantasie, rappresentato da Ollie, attraverso il quale aveva tentato di proteggersi, trattenendo invece i ricordi lievi e vitali che le permettono di proseguire serenamente per la propria strada pur sapendo che le cicatrici seppur chiuse e curate rimangono.