sanità

Tumore colon-rettale, Valduce all'avanguardia: "Recidive solo del 6% rispetto al 30% del passato"

Il primario Vannelli: "Solo nella nostra provincia sono circa 430 i cittadini che ogni anno scoprono questa diagnosi; l’aspetto più critico resta la bassa adesione alla campagna di screening"

Tumore colon-rettale, Valduce all'avanguardia: "Recidive solo del 6% rispetto al 30% del passato"
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All'ospedale Valduce di Como le innovazioni nella chirurgia oncologica del retto.

Tumore colon-rettale, Valduce all'avanguardia

Negli ultimi anni, la chirurgia oncologica del retto ha compiuto progressi significativi nell’ottimizzare la qualità di vita dei cittadini affetti da questo tumore. Il report “I numeri del cancro in Italia 2023”, presentato a dicembre, mostra un boom di diagnosi: 395mila nuovi casi; 208mila negli uomini e 187mila nelle donne. Un dato cresciuto di oltre quattromila unità solo rispetto al 2022.

"Il tumore più frequente dopo quello alla mammella - racconta Alberto Vannelli, erede della scuola di chirurgia colorettale dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – resta il carcinoma colo-rettale con oltre 50mila nuovi casi, ma il dato più incoraggiante fortunatamente è l’aumento della sopravvivenza. Solo nella nostra provincia sono circa 430 i cittadini che ogni anno scoprono questa diagnosi; l’aspetto più critico resta la bassa adesione alla campagna di screening che nel 2022 era appena superiore al 27%, con un rischio del 30% di diagnosi in stadio avanzato. Non dobbiamo dimenticare che la sopravvivenza, legata allo stadio della malattia è circa del 95% a 5 anni se la malattia è iniziale, mentre scende al 10% nei casi metastatici".

Un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale: British Journal of Surgery, con l'ospedale Valduce di Como tra i centri partecipanti, sottolinea l’efficacia di nuovi approcci chirurgici nel migliorare la prognosi e la qualità della vita per i cittadini con questo tumore. Gli esiti di questa ricerca si traducono in un contributo tangibile alla pratica clinica quotidiana. L’uso di metodologie avanzate ha dimostrato di ridurre il periodo di recupero post-operatorio, consentendo ai pazienti di riprendere più rapidamente le normali attività quotidiane. Le tecniche minimamente invasive, come evidenziate nell’articolo, non solo promuovono risultati clinici superiori, ma riducono anche l’impatto sulla qualità della vita.

"Il mio impegno come direttore della Chirurgia al Valduce – racconta Vannelli - è stato quello di promuovere un’innovativa tecnica di conservazione dell’apparato sfinteriale con ricostruzione dell’ampolla rettale (la cosiddetta anastomosi colo-anale con J pouch). Abbiamo operato centinaia di pazienti, con un tasso di recidiva solo del 6% rispetto al 30% del passato. L’esperienza, trasferita sulle sponde lariane, ha permesso di rimuovere il retto senza più ricorrere alle frequentissime mutilazioni del passato: sacchetto permanente sull’addome, sceso oggi a meno del 5%. Questa soluzione garantisce la conservazione dei nervi per le funzioni sessuale e vescicale nel 90% dei casi. Non è un caso se il numero di cittadini con sacchetto definitivo resta inferiore alle 600 unità: la cifra da sola non dice molto, ma se consideriamo il rapporto con la popolazione, scopriamo che la nostra provincia è quella con il numero più basso in Lombardia e una delle più basse in Italia".

Quindi ha aggiunto: "La nostra chirurgia non è solo un intervento, ma una strategia completa che mira a favorire la guarigione e migliorare il benessere complessivo del paziente, grazie anche all’approccio personalizzato della nostra équipe. Oltre alle competenze tecniche avanzate, mettiamo in atto un sostegno emotivo e una comunicazione aperta con i pazienti, contribuendo a ridurre lo stress associato alla diagnosi e al trattamento".

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