la battaglia contro il tumore

Un colon gonfiabile di 12 metri a Como: la campagna di sensibilizzazione di Valduce e Ethicon

Domenica 30 ottobre in piazza Verdi sarà possibile scoprire le insidie del tumore che colpisce più di 43mila italiani ogni anno.

Un colon gonfiabile di 12 metri a Como: la campagna di sensibilizzazione di Valduce e Ethicon
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Una giornata gratuita, aperta alla popolazione, con la riproduzione di un colon gonfiabile (12 metri di lunghezza, 3 metri di altezza e 3 di larghezza) interamente percorribile con all’interno le insidie che si possono manifestare, che sarà installato domenica 30 ottobre 2022 in piazza Verdi a Como per visite dalle 11 alle 17.

Un colon gonfiabile di 12 metri a Como

"Lifeline", campagna organizzata dal reparto di chirurgia dell'ospedale Valduce di Como, diretto dal primario Alberto Vannelli, e promossa da Ethicon (parte di Johnson & Johnson Medtech), per sensibilizzare e informare sull’importanza della prevenzione e dello screening del tumore al colon-retto, è l’unica tappa di quest’anno in Lombardia realizzata in piazza grazie al patrocinio del Comune di Como e della presidenza del Consiglio di Regione Lombardia e con il contributo di Noto G SRL.

"Un viaggio – spiega Alessandra Fadigati, fondatrice dell’agenzia di eventi IVIE che collabora da anni con il presidente di Erone onlus Alberto Vannelli - all’interno del colon per toccare con mano e vedere da vicino il tumore del colon-retto".

Ogni anno oltre 43.000 cittadini scoprono questa diagnosi; una patologia che colpisce maggiormente gli anziani, cresciuta negli ultimi dieci anni anche nella popolazione sotto i 50 anni. La storia familiare e le condizioni ereditarie rappresentano un fattore di rischio – circa il 25% dei casi di cancro del colon presentano storia familiare e dal 6 al 10% sono ereditari – ma oggi sappiamo che ci sono altri potenziali fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza del tumore: obesità, dieta scorretta, inattività fisica, consumo di alcol, fumo di sigaretta.

In generale, incidenza e mortalità sono diminuite grazie a: programmi di screening, abitudini di vita più sane e progressi in chirurgia, radioterapia e oncologia. Il tumore del colon retto spesso non manifesta particolari sintomi nella fase iniziale della malattia e molti segnali possono essere correlati anche ad altre problematiche cliniche. Tuttavia, a tutte le età, ma soprattutto nella popolazione giovanile, in presenza di sintomi quali sangue nelle feci, inspiegabile perdita di peso, dolore addominale, stipsi di recente insorgenza, perdita di sangue, è fondamentale rivolgersi a uno specialista per un approfondimento. Molti polipi e tumori allo stadio iniziale non danno segni o sintomi: lo screening serve a individuare queste lesioni e intervenire in tempo con trattamenti efficaci, la sopravvivenza nelle forme iniziali è circa del 95% a 5 anni, mentre scende al 10% nei casi metastatici.

Lo screening gratuito

Lo screening quindi rappresenta una delle conquiste dello stato moderno: una misura alla pari dell’istruzione e dell’acqua potabile. La maggior parte dei programmi che ricordiamo sono totalmente gratuiti, adottano la ricerca del sangue occulto nelle feci e in caso di positività il cittadino viene invitato a sottoporsi ad una colonscopia.

Eppure dai dati dell’Osservatorio Nazionale Screening emerge con stupore che già nel 2018 senza l’alibi della pandemia, l’adesione a livello nazionale era stata solo del 43% (considerata accettabile sopra il 45%), con valori maggiori del 50% al Nord, ma solo del 36% al Centro e 31% al Sud; a Como, solo nel 2017, sono stati segnalati circa 430 nuovi pazienti affetti da tumore del colon-retto; l’aspetto più
critico resta la bassa adesione alla campagna di screening che nel 2014 era appena superiore al 50%, insomma, se non proprio una Caporetto, certo non una vittoria.

A voler ben guardare non c'è pandemia che tenga: il benessere dei cittadini ruota attorno al valore fondamentale della prevenzione. Il vero nemico quindi sembra essere l’indifferenza verso un modello che finisce per generare disinteresse; verrebbe da dire: “colpiti da fuoco amico”. È quindi fondamentale da parte nostra coinvolgere diversamente la cittadinanza con una propaganda più efficace.

"Al Valduce, nonostante le difficoltà del momento, riteniamo queste iniziative un atto irrinunciabile a vantaggio della comunità, perché se nella coscienza collettiva la prevenzione è percepita come un bisogno e non come un’imposizione, abbiamo un fattore di salvaguardia efficace e un’arma in più contro il cancro. Come ricorda Nassim Nicholas Taleb: 'Tutti sanno che è più necessaria la prevenzione della cura, ma pochi premiano gli atti di prevenzione'" ha commentato Vannelli.

Foto: Irccs Ospedale San Raffaele/Facebook

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