L'elaborato

Una tesi su Galliano

"Ho voluto raccontare qualcosa di diverso, più radicato nel territorio e nella comunità", spiega Elia Zonta

Una tesi su Galliano
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Una tesi su Galliano: lo scorso 28 aprile, Elia Zonta, 23 anni di Cantù, ha conseguito la laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano. La sua tesi, dal titolo "Il paesaggio culturale sacro, tra abbandono e recupero: il caso studio del complesso monumentale di Galliano", rappresenta un esempio concreto di come il patrimonio storico-artistico possa essere analizzato in chiave nuova, partendo dal vissuto personale e dal legame profondo con il territorio.

La scelta di Galliano

La scelta di Galliano come tema del suo elaborato non è casuale. Originario di Cantù, Elia ha voluto approfondire un luogo emblematico della sua città, non solo per la sua importanza artistica, ma anche per il significato culturale e sociale che esso riveste. Spiega il neo laureato:

"Mi ritengo fortunato ad avere un esempio così importante a due passi da casa. In tanti conoscono gli affreschi e la storia dell’arte medievale del complesso, ma spesso ci si limita a questo. Io ho voluto raccontare qualcosa di diverso, più radicato nel territorio e nella comunità".

L'obiettivo della tesi

L'obiettivo della tesi è infatti andare oltre la semplice analisi artistica e storica del sito, scegliendo un approccio basato sulla geografia culturale. Questo metodo permette di osservare il paesaggio sacro non solo come testimonianza estetica o religiosa, ma anche come elemento identitario di un’intera comunità. Il complesso di Galliano diventa così un caso esemplare per indagare i temi dell’abbandono del patrimonio culturale e delle sue possibili dinamiche di recupero.
Uno degli aspetti più interessanti emersi dalla ricerca è proprio questo. Il recupero non è solo un intervento tecnico o artistico, ma un processo che coinvolge l’intera collettività del paese. Ristrutturare un monumento significa anche riscoprire e rafforzare l’identità culturale di un luogo, creando un ponte tra passato e futuro. Conclude Elia:

"Credo che molti ragazzi della mia età non si rendano conto del valore che abbiamo attorno a noi. Il nostro territorio è ricco di storia, e spesso la diamo per scontata, ignorandola o non riconoscendola a pieno. Galliano parla di noi, del nostro passato, e può ancora raccontare molto".

La sua tesi, oltre ad essere un contributo accademico, è anche un invito alla consapevolezza e alla partecipazione attiva. Valorizzare il nostro patrimonio, infatti, non significa solo conservarlo, ma comprenderne il significato profondo per farlo continuare a vivere nel presente. Investire nella cultura significa investire nel futuro, nella memoria e nell’identità collettiva e Galliano ne è un simbolo concreto.

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