L'intervista

Van De Sfroos torna con "Manoglia", un disco autunnale e nostalgico che celebra il mondo rurale lagheé

"La cosa che mi piace di più del disco è a sua continuità. Il fatto che dalla prima all'ultima canzone ci sia un mood, un'autunnalità, un alone che ti avvolge completamente"

Van De Sfroos torna con "Manoglia", un disco autunnale e nostalgico che celebra il mondo rurale lagheé
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Davide Van De Sfroos è pronto a tornare con un nuovo disco, con nuovi racconti rurali e non, con nuove poesie che dipingono, come solo lui sa fare, il mondo lagheé. Si chiama "Manoglia" e uscirà domani, il 13 ottobre, in versione vinile colorato in edizione limitata e numerata, vinile e CD.

Il disco è composto da 11 tracce inedite che hanno preso vita negli anni e sono rimaste custodite in un cassetto, o in una tasca come amuleti, in attesa fosse maturo il tempo per venire alla luce. Brani che Van De Sfroos, inizialmente, ha scritto per se stesso e ha conservato in una cantina speciale, nei suoi taccuini pieni di annotazioni naturali ed emotive, come fossero testimonianza di esperienze, pensieri, momenti vissuti, e che ora, pur mantenendo un sacro carattere intimistico e personale, il cantautore ha deciso di far uscire dalla penombra per permettere loro di fiorire, in segno di rinascita e ripartenza.

Perché ha voluto riesumare questi testi e riarrangiarli?

"Il cassetto a cui si fa riferimento è simbolico, interiore - racconta Davide Bernasconi, alias Van De Sfroos - Sarebbe scorretto dire che erano "nascoste", ma erano tante suggestioni mescolate tra loro, alcune fatte di suoni e altre di emozioni. Alcuni brani erano già definiti, ma tanti altri hanno iniziato a crearsi nel post Covid da questi appunti e poi come una sorta di miscuglio di fili ha creato un intreccio di colori autunnali dove la natura è al centro. In questo disco c'è l'uomo, lo spirito Davide e il lato che è rimasto all'ombra sotto la magnolia, la volontà di sussurrare le canzoni con sonorità acustiche e il tutto è collegato un filo conduttore fatto di spazi, silenzi e suoni".

Il disco, infatti, ha una profonda impronta naturalistica e ambientale, e che si può immaginare scritto in un prato, in un grande spazio aperto, come si evince anche dal titolo "Manoglia" (“magnolia” in dialetto laghée). E anche l'ascoltatore è invitato ad ascoltare il disco immaginandosi di riposare sotto una magnolia per farsi prendere e trascinare da quel mondo lagheé di una volta, che però è sempre più difficile far riemergere.

Quanto è difficile raccontare e vivere, al giorno d'oggi, quel mondo lagheé di cui narra ancora?

"Sono cresciuto una grandissima magnolia che c'è ancora ed è la stessa che ho rincontrato dopo la pandemia - ha continuato l'artista - Riconosco ancora questo mondo e al posto di andare nei locali per finti giovani preferisco andare a luoghi meno trendy, nei luoghi degli 80enni e dei 90enni, degli adulti di quando io ero piccolo. Mi danno sicurezza perché mi fanno rivivere cose che ho vissuto. A volte è difficile far vivere questo mondo, ma per me è relativo: con 20 passi io sono in montagna o in un bosco o in riva al lago. Lago che però è sovraffollato e senti quasi il desiderio di andare a rifugiarti da quel via vai. È difficile raccontare ancora quel mondo e nella canzone "Forsi" questa incertezza traspare, tanto di utilizzare una musica non più di questo tempo. È molto difficile, ecco perché non mi ritrovo e mi devo rifugiare in queste preghiere come in 'Shandemé'."

La prima parola, dunque, a cui si pensa mentre si ascolta Manoglia è "nostalgia", sia per i temi trattati, sia per la musica e i suoni fortemente autunnali.

"Sì, la nostalgia fa sicuramente capolino nel disco ed è anche citata - ha confermato Van De Sfroos - Ma non è un disco da piagnoni perché fa capire l'importanza di essere custodi di questo passato, senza però cadere nella vita malinconica di un mondo che non c'è più. Nonostante questo troviamo al giorno d'oggi anche ragazzi che si sono messi in gioco e hanno iniziato a fare i lavori di una volta, come gli agricoltori. Allo stesso tempo io non ho nessuna voglia di cambiare genere musicale, non voglio accodarmi ad altri".

Qual è la cosa che le piace di più di questo disco?

"La sua continuità - risponde secco - Il fatto che dalla prima all'ultima canzone ci sia un mood, un'autunnalità, un alone che va oltre le persone fino a quando arrivi a quel finale che non è un finale. Non hai sbalzi di genere durante il cd, ti ritrovi semplicemente dentro a una bolla che avvolge completamente. Mi auguravo accadesse ed è successo grazie ai musicisti, alla cover e a tutti quelli che hanno lavorato durante il disco".

La tracklist

  • LA BALLATA DEL MASCHERAIO
  • FORSI
  • CRISALIDE (LE ALI DEL FALCO)
  • MANOGLIA
  • LA CANZONE CHE NON C'È
  • SHANDEMÉ
  • ZIA NORA
  • ANKAINKÖÖ
  • EL GIUVANONN (IL BECCO DEL MERLO)
  • EL MEKANIK
  • FOGLIE AL VENTO

In vinile, cd e download, ma non in streaming

“Manoglia” non uscirà in streaming, ed è Van De Sfroos stesso a spiegare il perché di questa scelta:

"Con il mio management e con la mia casa discografica BMG, abbiamo deciso di pubblicare questo album solo in formato fisico e in download digitale e non in streaming. Il tema che mi sono posto è principalmente legato al fatto che le piattaforme streaming siano sempre più orientate a supportare e promuovere musica di artisti che suonano generi diversi dal mio.
Confortato anche dal successo del disco del mio amico Guccini, che non fu pubblicato in streaming, abbiamo deciso di seguire la stessa strategia e proporre al mio pubblico questo mio nuovo album a cui tengo tantissimo soltanto in formato vinile, cd o download".

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