Vannelli all'International Gastrointestinal Cancers Conference
Si è svolto qualche giorno fa a Istanbul.
Le parole di Vannelli
Si è svolto qualche giorno fa a Istambul, l’International Gastrointestinal Cancers Conference, uno dei più importanti eventi oncologici della Turchia. L’evento organizzato dal Prof Suayib Yalcin, del Hacettepe University Cancer Institute di Ankara, è diventato una piattaforma scientifica globale con oltre 2000 oncologi e ha riassunto le nuove scoperte e presentato le innovazioni nel settore. Tra gli invitati il presidente Erone onlus, Alberto Vannelli, anche Direttore Chirurgia Tecniche Avanzate all'Ospedale Valduce di Como e professore alla Scuola di specializzazione in chirurgia generale Università degli Studi di Milano: "Ho avuto il grande onore di essere invitato in qualità di esperto dei tumori del retto. Il tema di quest’anno, puntava sulle strategie conservative. Negli ultimi 10 anni il trattamento di questi tumori è diventato sempre più complesso, l'approccio standard per i tumori localmente avanzati prevede la combinazione di chemio e radioterapia prima dell’intervento chirurgico; in oltre il 25% dei casi si assiste ad una risposta clinica completa, creando perfino i presupposti per evitare l’intervento chirurgico, con una stretta sorveglianza. Questa strategia è stata pionieristicamente sviluppata dalla scuola brasiliana di Habr-Gama e diffusa in tutto il mondo; in tutti gli altri casi però, la chirurgia resta l’arma vincente”.
Sedici mila italiani colpiti ogni anno
I tumori del retto colpiscono 16.000 italiani ogni anno. Nella nostra provincia ogni anno oltre 120 lariani si confrontano con questa diagnosi. l’aspetto più critico resta la bassa adesione alla campagna di screening che nel 2022 era appena superiore al 27%, con un rischio del 30% di diagnosi in stadio avanzato. La sopravvivenza, legata allo stadio della malattia è circa del 95% a 5 anni quando la malattia è iniziale, mentre scende al 10% nei casi metastatici. Un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale: British Journal of Surgery (link), con il Prof Vannelli tra gli autori, sottolinea l’efficacia di nuovi approcci chirurgici nel migliorare la prognosi e la qualità della vita per i cittadini con questo tumore. L’uso di tecniche avanzate ha dimostrato di ridurre il periodo di recupero post-operatorio, consentendo ai pazienti di riprendere più rapidamente le normali attività quotidiane. Le cosiddette tecniche minimamente invasive (laparoscopia o robotica), come evidenziate nell’articolo, non solo promuovono risultati clinici superiori, ma riducono anche l’impatto sulla qualità della vita.
Promuovere una tecnica innovativa
“Il mio impegno come chirurgo – racconta Vannelli, Presidente di Erone onlus - è stato quello di promuovere un’innovativa tecnica di conservazione dell’apparato sfinteriale con ricostruzione dell’ampolla rettale (la cosiddetta anastomosi colo- anale con J pouch). Abbiamo operato centinaia di pazienti, con un tasso di recidiva solo dell’6% rispetto al 30% del passato; questa soluzione garantisce la conservazione dei nervi per le funzioni sessuale e vescicale nel 90% dei casi. L’esperienza, trasferita sulle sponde lariane, ha permesso di rimuovere il retto senza più ricorrere alle frequentissime mutilazioni del passato: sacchetto permanente sull’addome, sceso oggi a meno del 5%; se consideriamo il rapporto con la popolazione, scopriamo che la nostra provincia è quella con il numero più basso in Lombardia e una delle più basse in Italia. La nostra chirurgia non è solo un intervento, ma una strategia completa che mira a favorire la guarigione e migliorare il benessere complessivo dei cittadini, grazie anche all’approccio personalizzato della nostra équipe. Oltre alle competenze tecniche avanzate, mettiamo in atto un sostegno emotivo e una comunicazione aperta con i pazienti, contribuendo a ridurre lo stress associato alla diagnosi e al trattamento. In conclusione, la chirurgia conservativa del retto rappresenta un pilastro nella lotta contro il cancro. Attraverso l’implementazione di queste tecniche all’avanguardia, l’obiettivo è non solo estirpare il tumore, ma anche garantire ai pazienti una vita appagante e piena. Disporre di gruppo di lavoro vuol dire disporre di un team agguerrito capace di migliorare la qualità oncologica sia in termini di efficacia che di velocità”.
In oncologia i risultati sono simili a quelli della Formula 1: ad ogni pitstop solo i team più efficaci riescono a dare i tempi migliori e garantire la vittoria al pilota che, in questo caso, è il cittadino affetto da tumore.