Villa Besana: ipotesi nuovo polo socio sanitario
Il progetto è emerso durante il Consiglio comunale che si è svolto lunedì 29 luglio
L’ampliamento della casa di riposo Porta Spinola passerà per Villa Besana. Lì, grazie anche al lascito testamentario di Teresina Mauri, potrebbe avere vita una struttura in grado di ospitare anche «Il Mantello» e «Tecum».
Le parole di Turati
Il progetto è emerso durante il Consiglio comunale che si è svolto lunedì 29 luglio, all’interno del quale l’ormai ex presidente di Fondazione Porta Spinola, Alessandro Turati ha fatto un bilancio degli ultimi 5 anni.
«Abbiamo ottenuto un aumento dei posti che sono passati da 66 a 70, ma siamo andati a interrogarci anche sullo sviluppo della risposta ai bisogni dei marianesi. Abbiamo sviluppato un progetto che coinvolge e si rapporta con l’Amministrazione comunale e la proprietà di Villa Besana (praticamente confinante con la rsa, ndr) per un potenziale ampliamento. I colloqui stanno andando avanti», ha spiegato.
Il progetto
L’idea è quella di aggiungere 20 posti letto, arrivando quindi a quota 90 totali, un centro Alzheimer e 14 mini alloggi, questa volta singoli vista la difficoltà nel riempire quelli doppi de «Il borgo».
A prendere parola è stato anche il primo cittadino, Giovanni Alberti:
«Anche nella logica della gestione, l’ampliamento è meglio averlo sullo stesso blocco strutturale della casa di risposo. In questo momento pensiamo a Villa Besana perché è una struttura appiccicata. Potrebbe esserci spazio per “Tecum” e “Mantello”, così da fare un polo socio sanitario. Servirà fare un piano strategico economico rispetto ad ampliamento e costi, così da fare le scelte corrette sui servizi che servono al territorio».
Spetterà poi al nuovo presidente di Fondazione Porta Spinola, Franco Brenna, e al suo nuovo Cda raccogliere la sfida.
La replica di Crippa
Mentre il consigliere Alberto Crippa (Pd) ha auspicato un aumento più consistente di posti letto rispetto a quelli preventivati, Simone Conti (Marianoduepuntozero) e Giuseppe Redaelli (Pd) hanno chiesto delucidazioni sul mancato rinnovo della consegna dei pasti a domicilio, prima in collaborazione tra Fondazione e Croce Bianca e oggi passato al gestore della mensa scolastica, per cui lo stesso Turati si è detto dispiaciuto. Alberti ha replicato dicendo che, per via del nuovo codice appalti, la riassegnazione era impossibile.