Volontari per la pace sotto una pioggia di bombe russe
«Frontiere di Pace» in Ucraina per consegnare circa 1.500 chilogrammi di aiuti e raccogliere testimonianze: ieri, venerdì 22 marzo, 15 esplosioni a Kharkiv, città dove erano presenti gli operatori
Nel silenzio, aperto a un orizzonte sconfinato di terra e cielo, il vento sferza una bandiera blu e gialla. Posta al limitare del piccolo cimitero dello sperduto villaggio di Krynytsi, rende onore a Denis Rudenko, morto a 34 anni il 29 settembre dello scorso anno.
Uno dei 16 ragazzi partiti da qui: 300 abitanti, poche povere case raggiungibili zigzagando per una decina di chilometri su strade bucate e fangose, due negozietti, una chiesa greco cattolica e un’altra ortodossa, un laghetto in cui pescare, un asilo chiuso e un piccolo ambulatorio dove si intrecciano lacrime e sorrisi di babushke ancora imbacuccate in pesanti giacconi e berretti di lana. Tutto sembra immobile e immutabile. Ma quella bandiera dell’Ucraina si agita rivendicando l’attualità di una guerra incomprensibile, suggerendo una preghiera per quel giovane partito per il fronte e ucciso nelle vicinanze di Bakhmut. E’ segno e simbolo della resistenza ucraina contro l’invasione russa.
Il gruppo
Una bandiera, tante bandiere. Troppe: le vedi in sequenza nei cimiteri che scorrono davanti agli occhi viaggiando da Lviv a Kyiv, da Kharkiv a Kramatorsk, addentrandosi nei territori del Donbass, come hanno fatto i volontari di "Frontiere di Pace". Un lungo viaggio, più di 3.000 chilometri dalla parrocchia di Maccio, iniziato venerdì 15 marzo, altrettanti per il rientro: la missione umanitaria numero 26 dall’inizio dell’invasione su larga scala della martoriata terra ucraina. Sempre e comunque la spinta necessaria a esserci sul campo: il denominatore comune che unisce Giambattista Mosa (Villa Guardia), coordinatore di "Frontiere di Pace", e gli amici Luca Trippetti (Villa Guardia), Laura Pini (Faloppio), Donato Lucarelli (Uggiate con Ronago), Franco Cappelletti (Cantù), Carmelo Pellicanó (Como), Emanuele Borgonovo (Olgiate Comasco), affiancati da chi scrive qui documentando incontri, verifiche dei progetti, raccogliendo preziose testimonianze. Fondamentale la guida di padre Ihor Boyko, rettore del seminario greco cattolico di Lviv, e di suor Olexia Pohranytchna della Caritas di Kharkiv.
La scelta
La scelta di mettersi in viaggio con un furgone e un pulmino, per consegnare circa 1.500 chilogrammi di aiuti (cibo, medicinali, prodotti per l’igiene personale, giocattoli, libri, computer e tablet) racconta che su questa terra nulla è scontato e tutto si conquista...
Lo speciale sulla spedizione in Ucraina di "Frontiere di Pace" sul Giornale di Olgiate e Cantù da sabato 23 marzo 2024 in edicola
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