Bulgarograsso

A 13 anni sbaglia il rigore per fair play

Gesto di grande sportività da parte di Samuel Manariti dopo un errore dell’arbitro.

A 13 anni sbaglia il rigore per fair play
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Rigore inesistente, sbagliato apposta: applausi per il fair play dei Giovanissimi 2010 del Bulgaro.
La correttezza come priorità di mandato. Come necessità educativa. Anche se la palla scotta. Se la partita è accesa. Se la classifica è infuocata e vincere “conta”. E giocare pulito, tanto da rinunciare a segnare un calcio di rigore che l’arbitro ha assegnato. Perché, palesemente, non c’era.

Sbaglia il rigore, gesto di fair play

E’ quanto successo nella partita di campionato tra Bulgaro e Olimpia Cadorago di sabato 28 ottobre, categoria Giovanissimi 2010. Un match vibrante, sentito, equilibrato, in cui la giovane ragazza che stava arbitrando a un certo punto ha indicato il dischetto, in favore del Bulgaro.
"L’arbitro aveva cominciato con molta determinazione ma poi è andata nel pallone - racconta il mister Stefano Palamidessi - A un certo punto un loro difensore ha un po’ strattonato un nostro giocatore, che non è nemmeno caduto né ha chiesto nulla. Lei ha fischiato rigore". Dalla panchina avversaria ecco sollevarsi le proteste. "Si è creata molta confusione - prosegue il tecnico - Io ho urlato al mio giocatore di ridargliela. E così è stato, con l’attaccante rossoblù Samuel Manariti, 13 anni, residente a Lomazzo, che ha calciato verso il portiere. "L’altro mister ci ha fatto il segno di ok - aggiunge Palamidessi - Se dobbiamo vincere, vinciamo in maniera corretta. Del resto arrivavamo da sei partite di campionato senza nemmeno un cartellino giallo". Applausi per il fair play e poi la beffa finale, con il gol all’ultimo minuto degli avversari e la prima sconfitta in campionato. Amaro in bocca, ma la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta, perché lo sport deve essere, anzitutto, un momento educativo. "Lì per lì avrei voluto tirare il rigore - esordisce il campioncino del Bulgaro, sfegatato tifoso interista - Ci ho pensato un attimo ma ho capito che il mister aveva ragione. Con il senno di poi rifarei esattamente la stessa cosa, anche se abbiamo perso la partita".

L'orgoglio della società

Poco importa, l’importante è l’educazione alla correttezza. "Siamo orgogliosi di questo gesto e di come è stata gestita la situazione - commenta Juri Bocconcello, responsabile del settore giovanile del club - Tra l’altro non è la prima volta che lo facciamo e, se dovessero capitare episodi così lampanti, lo rifaremo. La nostra è una scuola di calcio ma anche di vita".

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