A Montano Lucino sequestrati salumi e formaggi per 34 kg
Sequestro anche per 40 confezioni di taralli e biscotti prive di etichettatura, tre taniche di olio da 10 chilogrammi.

Nella mattinata di giovedì 11 ottobre, in prossimità della zona industriale di Montano Lutino, la Polizia Stradale di Como ha sottoposto a controllo un autocarro Iveco adibito ad uso speciale per la vendita di prodotti alimentari. Sono stati sequestrati 34 kilogrammi di salumi e formaggi, 40 confezioni di taralli e biscotti prive di etichettatura, tre taniche di olio da 10 chilogrammi.
A Montano Lucino sequestrati salumi e formaggi per 34 kg
Gli agenti si sono insospettiti dopo una manovra del conducente che sembrava proprio voler evitare l'incrocio dove c'era l'autovettura di servizio. Il conducente, nato ad Avelinno nel 1974 ma residente a Como, è stato sanzionato per diversi motivi. Non era in possesso della patente idonea a guidare il mezzo in questione, c'è stato quindi il fermo amministrativo dell'autocarro. In più il mezzo non era in regola con la prescritta revisione periodica e circolava senza il foglio di registrazione attività di guida-riposo. Assente l'attestato ATP, obbligatorio per tutti i veicoli adibiti al trasposto di alimenti freschi in appositi vani refrigerati.
Le verifiche e il sequestro
L'autocarro si presentava carico di merce alimentare, in particolare salumi e formaggi, destinati alla vendita ambulante. Al fine di procedere ad un accurato controllo e nutrendo forti dubbi sulla corretta conservazione della merce, gli agenti hanno contattato gli ispettori sanitari specializzati dell'ATS Insubria i quali, vista la quantità di alimenti, procedevano allo scarico della merce presso la sede ATS di Fino Mornasco. Al termine dei controlli si è accertato che il trasporto aveva ad oggetto prodotti tipici regionali compresi insaccati stagionati, formaggi spalmabili, mozzarelle tutte prive di etichettatura dalla quale poter desumere la provenienza, la data di produzione, la data di scadenza e altri dati essenziali al fine di tutelare la salute del consumatore. Erano poi conservati in vani refrigerati che non rispettavano gli standard minimi di sicurezza alimentare richiesti dalla normativa vigente e che costituivano, quindi, un pericolo per la salute del consumatore finale.