Accoltellamento nella notte di Capodanno 2023: patteggiamento per il 20enne
Mercoledì 22 maggio è stata pronunciata la sentenza nei confronti del maggiorenne cabiatese
Patteggiamento a quattro anni e 11 mesi di reclusione per l’unico maggiorenne del gruppo, un 20enne di Cabiate, coinvolto nella brutale aggressione ai danni di un cittadino pakistano, accoltellato per strada a Meda nella notte di Capodanno 2023.
Sentenza pronunciata: patteggiamento a quattro anni
La sentenza è stata pronunciata mercoledì 22 maggio nei confronti di un 20enne di Cabiate, a oggi ancora detenuto in carcere e che aveva già rimediato una denuncia da minorenne per un aggressione personale con un martello (vicenda per cui aveva ottenuto il perdono giudiziale). Nel procedimento si è costituto parte civile la vittima del tentato omicidio, un 34enne del Pakistan residente a Meda, che ha ottenuto un acconto sul risarcimento complessivo del danno promesso. Il 20enne, dopo il patteggiamento, ha chiesto di sostituire la misura del carcere con quella degli arresti domiciliari. Insieme al ragazzo, un anno dopo il fatto, era stato arrestato anche il fratello minorenne e altri due minori, residenti a Seregno e Meda, finiti in una comunità educativa. Per questi, la vicenda giudiziaria davanti al tribunale dei minori non è ancora stata definita. A marzo 2024, invece, era finito in manette un quinto giovane, 17enne all’epoca del reato.
Il fatto
Il fatto era avvenuto per strada, al culmine dei festeggiamenti per l’arrivo del 2023. Quella notte, pesantemente ubriaco, l’immigrato era uscito di casa, con un coinquilino, per comprare le sigarette. Sul tragitto, secondo quanto ricostruito, i due avevano inveito e urlato parolacce, senza prendersela in particolare con nessuno. Alcuni ragazzi, che stavano sparando dei petardi in un parcheggio, avevano interpretato quelle grida come se fossero state rivolte contro di loro. Dal gruppo si erano staccati alcuni giovani. L’uomo era stato pestato davanti alla scuola Traversi di via Gagarin, mentre all’altro >pakistano era stato ordinato di allontanarsi. Erano volati pugni e calci in faccia. Poi, il colpo inferto con un coccio di bottiglia all’addome. Il 17enne arrestato a marzo sarebbe quello che materialmente aveva rotto la bottiglia, portandola sul posto. L’uomo era stato salvato in ospedale dove gli era stata asportata la milza. Le indagini, come riscontrato dai carabinieri, si erano scontrate contro una cappa di omertà, minacce e intimidazioni ai testimoni, perché non parlassero.