Como

Addio a Chiara Rossetti: chiesa parrocchiale gremita a Tavernola

Il messaggio del cardinale: "Questa celebrazione è un evento trasformante, le lacrime si impreziosiscono e acquistano nuovo significato".

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Addio a Chiara Rossetti: chiesa parrocchiale gremita a Tavernola, frazione di Como,  per il funerale della giovanissima scout deceduta martedì a Corteno Golgi, in Val Camonica, a causa del crollo di una pianta sulla tenda in cui dormiva con alcune amiche scout del Como 3.

Addio a Chiara, folla in preghiera

Chiara Rossetti

Alle 14 sono iniziate le esequie nella chiesa di Tavernola, gremita già quasi un'ora prima della celebrazione. Il coro e gli scout hanno intonato canti in attesa dell'inizio del funerale. Un'intera comunità in lutto, non solo intesa come parrocchia ma più in generale come grande famiglia dello scoutismo comasco. Il parroco, don Roberto Bartesaghi, ha subito affidato Chiara al Signore e chiesto aiuto a Dio per affrontare una tragedia che ha strappato alla vita la 16enne comasca. "Oggi abbiamo bisogno dell'amore di Dio Padre, ci raduniamo insieme per dare la nostra sorella al Signore".

Il messaggio inviato dal cardinale

Proprio all'inizio della celebrazione è stato letto il messaggio inviato dal cardinale Oscar Cantoni, vescovo di Como. "Cari fratelli e sorelle, mi viene spontaneo ricordare un Salmo che ben si addice alla situazione dolorosa e drammatica che ci coinvolge tutti per la morte della nostra sorella Chiara: “le nostre lacrime nell'otre tuo raccogli”. Abbiamo versato tante lacrime, in questi giorni di dolore, a cominciare dai ragazzi scout che hanno assistito da vicino alla tragica fine di Chiara a Corteno Golgi. Sono lacrime di viva commozione e non di disperazione. Noi crediamo, infatti, che esse non sono vane perché il Signore non le disprezza, anzi le raccoglie tutte insieme, come un tesoro prezioso. Innanzitutto, perché anche il Signore Gesù, che ci accompagna sempre con amore e tenerezza in ogni situazione della vita, per questo evento doloroso, piange con noi. Solo Lui sa trasfigurare le nostre lacrime raccogliendole nel suo otre, perché nulla vada perduto. Esse diventano così un prezioso capitale di grazia, un materiale destinato a fruttificare nel Regno di Dio".

"Le lacrime si impreziosiscono, diventano motivo di gioia e consolazione"

La riflessione del cardinale ha richiamato la fede nella risurrezione. "Questa celebrazione eucaristica è un evento trasformante, dove le lacrime si impreziosiscono, acquistano un nuovo significato, così da diventare motivo di gioia e di consolazione. Gioia perché il Signore risorto accoglie nelle sue braccia la nostra piccola sorella Chiara. Gioia perché essa, proprio per l'efficacia del Mistero pasquale, entra nella comunione dei Santi. Gioia perché sperimenta la pienezza della vita che mai più si consuma. Consolazione perché Chiara vede realizzarsi le promesse di Dio a cui ella, nella sua giovinezza, ha aderito attraverso il cammino di fede che la comunità cristiana le ha proposto in questi anni. Pensiamo quindi a Chiara nel Paradiso di Dio, accolta dagli Angeli e dai Santi, da oggi impegnata a riversare su noi tutti, ancora pellegrini sulla terra, sui suoi genitori e familiari, in particolare, sul gruppo dei suoi amici e amiche Scout, su questa sua Comunità parrocchiale di Tavernola, le consolazioni di Dio, di cui abbiamo tanto bisogno per vivere e sperare. Vi sono spiritualmente vicino e vi benedico".

L'omelia del parroco

Le letture della messa (Libro della Sapienza, Apocalisse di San Giovanni apostolo  e il Vangelo secondo Giovanni), i canti e l'omelia del parroco hanno aiutato nella preghiera per Chiara e nel riflettere su tutto ciò che di bello la sedicenne ha fatto nella sua esistenza terrena.

"Se a un campo o a un incontro avessi chiesto a Chiara ma il pesce sarebbe stato crudo o cotto? Ci sono tanti di quei modi per prepararlo. Questa era Chiara. Entusiasta, sempre sul pezzo, fantasiosa. Orgogliosa delle sue conoscenze scout, pronta a mettersi in pista subito. Con tutto l'entusiasmo dei suoi 16 anni e con tutte le fatiche dei suoi 16 anni. Era generosa tanto, troppo. Voleva bene a tutti. Aveva scelto di essere il ragazzo di questa lettura del Vangelo. Quando l'ho conosciuta mi ha colpito il suo sorriso grande e intelligente. Era l'immagine della vita e della gioia, era il segno di un Dio che ci vuole bene, che vuole il massimo per gli uomini che ha creato. Un Dio che vuole la vita, vuole per noi ogni bene. Per Chiara oggi siamo qui davanti a Dio, perché ci troviamo qui a piangere? C'è il mistero della sofferenza, ci segna, ci fa male. È incomprensibile davanti a un dolore così grande capirne il perché. Ma Dio ha scelto così, è il Dio della compassione. Noi oggi sappiamo che il Signore ha parole di consolazione, di fronte al dolore sa risanare, anche questo Chiara lo aveva capito e lo aveva fatto suo. Quanti dei giovani qui hanno avuto la possibilità di piangere sulla sua spalla. Quanti hanno trovato in lei la forza di affrontare questo momento. Dio non è il Dio della morte, ma della vita, ci ama, ci ha voluto a sua immagine, che vince la morte, risorgendo per noi. Aprendo la via di una vita che va oltre la morte. Non lasciamo che l'invidia del diavolo ci rubi il sorriso di Chiara. Non lasciamo che ci rubi la grandiosità di quello che Dio ci ha donato. Chiediamo che ci faccia risorgere già oggi, mettiamo anche noi i nostri pani e i pesci nelle mani del Signore perché possiamo perpetuare e portare avanti quella grandiosità che Dio ha messo in mezzo a noi e che Chiara ha portato in mezzo a noi con la sua solarità e la sua forza. Oggi questa chiesa è il segno di quella ricchezza che Chiara ha portato in mezzo a noi".

Le testimonianze lette al termine del funerale

Il dolore degli amici, di chi ha voluto bene e ne vorrà per sempre a Chiara, è emerso nelle testimonianze lette al termine della celebrazione. "Chiara ha ricoperto diversi ruoli, era la mia migliore amica ma anche una sorella. Era prima di tutto una persona e una ragazza di 16 anni con i suoi momenti di buio e di luce. Chiara è e sarà per sempre la mia migliore amica, la mia spalla di supporto. So che mi stai guardando da lassù, Chiara. In soli tre anni ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore e nella mia vita. Ti voglio bene".

Una scout: "Ciao Chiaretta, ti ricordi tutti i bei momenti passati assieme? Mi hai insegnato a fare la chierichetta. Ti ricordi di tutte le notti passate a parlare assieme? Ti ricordi di tutti i Grest passati assieme. Per me sei come una sorella maggiore, mi hai insegnato tanto, abbiamo pianto assieme, abbiamo riso assieme. Ricordati che ti voglio bene. Sei per sempre la mia sorella maggiore".

"Cara Chiara. Ti ricordi i momenti di riflessione? Ricordo le nostre esperienze da chierichetti, le prime volte in cui mi hai preso le mani e mi hai aiutato. Si vedeva proprio il bene che volevi a me e agli altri bambini che hai animato".

Il gruppo scout: "Parlare qui, oggi, è davvero tanto difficile. Chiara tu oggi sei un dono per ognuno di noi, per il tuo gruppo e per tutti gli scout. Vorremmo che il tuo sorriso, la tua gioia e la tua capacita di sognare ci diano coraggio nella ripresa delle attività".

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