Il ricordo dell'ex allievo

Addio a Lino Maggioni, storico direttore della banda Ranscètt

"Con un cuore immenso hai insegnato e trasmesso l’amore per la musica e per la vita a più generazioni".

Addio a Lino Maggioni, storico direttore della banda Ranscètt
Pubblicato:
Aggiornato:

Si è spento all'età di 91 anni Lino Maggioni, storico direttore e prima tromba della banda Ranscètt. Era malato da tempo. Questa mattina, a Fecchio, nella chiesa di San Carlo, l'ultimo saluto.

Addio a Lino Maggioni, storico direttore della banda Ranscètt

Per tutta la vita ha suonato nella banda insieme al fratello gemello, Ecclesio. L'inizio era stato proprio nella Musicale sociale Ranscètt nel lontano 1945, quando avevano appena 15 anni. Mentre Lino scelse di specializzarsi nella tromba, ma se la cavava anche con il flicornino, il flicorno e la batteria, il fratello puntò invece su clarinetto e sax. I due si sono persino sposati con le rispettive mogli nello stesso giorno, l'11 aprile del 1959.

Il ricordo "Hai trasmesso l'amore per la musica"

Uno dei suoi tanti allievi, ha voluto condividere il prezioso ricordo di Maggioni attraverso una lettera che ha inviato alla nostra redazione.

"Ciao Lino Maggioni,
oggi 27 dicembre 2021 Cantù ti ha reso omaggio e ti ha dato l’ultimo saluto nella chiesa parrocchiale di San Carlo, nella frazione di Fecchio, in cui tu hai vissuto. Quel 29 maggio del 1930 in via Gallianello, nel giorno della vostra nascita, tua sorella Ada ha incontrato te e il tuo fratello gemello Ecclesio. A 15 anni per colmare il vuoto lasciato da papà 6 mesi dopo la vostra nascita, tu e Ecclesio avete iniziato a suonare nella banda Ranscett di cui sei diventato l’anima, direttore e prima tromba. Hai collaborato con tutte le bande del territorio, da Cucciago ad Albate, da Mariano a “la cittadina” di Como e alla fanfara dei bersaglieri. Sempre disponibile e attivo.

Sei stato il maestro di musica più grande che personalmente abbia conosciuto, che con un cuore immenso hai insegnato e trasmesso l’amore per la musica e per la vita a più generazioni. Chi ti ha conosciuto, non ti dimenticherà mai. La tua umiltà era grande quanto la tua allegria. Hai sempre saputo unire i tuoi parenti e anche in quest’ultimo Natale, insieme alla tua amata Raffaella e alle vostre figlie Rita e Giovanna siete stati il centro della famiglia, unita più che mai. Per i tuoi nipoti tu sei un idolo e fin da bambini eri l’eroe dei loro temi.

Negli anni novanta, giunto alla pensione, dopo una vita dedicata all’arte del mobile, la tua storia si è incrociata con noi bambini di 7 o 8 anni, per alcuni hai organizzato un corso di musica all’oratorio feriale, per altri hai donato un corso di musica nella piccola bottega dietro casa. Andrea, Fabio, Fernando, Samuele ed io ricordiamo che i primi strumenti con cui imparavamo erano molto vecchi, ma tu munito di pazienza avevi realizzato con le tue mani delle nuove custodie in legno, per averne cura. Quando abbiamo imparato a fare qualche nota, nonostante fossimo delle piccole pesti, ci hai portato nella banda, qualcuno storceva il naso ma altri come te ridevano sotto i baffi delle nostre marachelle. Ricordiamo quando, per raggiungere la sede delle prove nel chiostro di Santa Maria, passammo da piazza Garibaldi facendo gran fracasso con tre trombe fuori dai finestrini e una fuori dal tettuccio della tua Ford Fiesta verde! "Rientrate, rientrate che fa freddo”, ci dicevi, ma noi ci divertivamo un mondo! Ricordiamo quando portavamo alle prove le palline “rimbalzine” in gomma, che se ci andava bene finivano in qualche trombone o in testa a qualche musicante, addirittura tentavamo di fare centro dalla finestra, fin quando qualcuno ce le nascose. Ricordiamo come creavamo scompiglio quando nevicava o quando sfilavamo per il carnevale con la banda; tra neve e coriandoli in nostro gioco preferito era sempre riempire gli strumenti e non solo! Ricordiamo quella volta che mettemmo alla prova anche la tua pazienza, giocando a palle di neve tra fuori e dentro la macchina! Ricordiamo quando il presidente Antonietto Carugati organizzava i pranzi di Santa Cecilia o le gite a Stradella, nell’Oltrepò pavese a prendere qualche bottiglia di buon vino, sul pullman era sempre una gioia per noi, un po’ meno per chi non poteva riposare nemmeno al ritorno per il casino che facevamo! Solo Celso riusciva a tenerci a bada con le sue storielle! Tu eri sempre il più bravo a suonare, solo le tue dita e i tuoi polmoni sanno con quante note ci hai allietato, solo le tue orecchie sanno quanti applausi hanno sentito e hai regalato anche a noi che ti seguivamo, Maestro!

Oggi dopo anni ho rivisto Simona, il clarinetto, che di te ricorda lo splendido esempio che eri. Mio fratello ricorda che è grazie ai primi colpi al rullante dati con te che ancora oggi suona la batteria e gira per eventi e feste! La sera della vigilia una coincidenza ha voluto che nella tua via Virgilio, dopo anni di silenzio, le note di una banda suonassero a festa per la nascita di una bimba, Sara, figlia di due musicisti. In quell’istante hai aperto gli occhi, hai salutato e poi li hai chiusi per seguire lo spartito che ti ha accompagnato al cielo.

Oltre alla musica hai saputo donare gli insegnamenti della tua professione anche ai ragazzi della scuola Enaip di Cantù, che conoscendoti ti chiamavano per nome, come si fa con un amico, consigliere saggio e fidato! Sia loro che noi non dimenticheremo mai la tua simpatia e la tua dolcezza. Negli ultimi anni quando passavo per la via e ti incrociavo mi fermavo sempre per un saluto o per fare la foto di un piacevolissimo ricordo. Ci mancherai Lino!

Fabrizio".

Seguici sui nostri canali