Al concorso "Europa in versi" segnalata la poesia di un canzese STORIE SOTTO L'OMBRELLONE

Il Giornale di Erba regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2019 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.

Al concorso "Europa in versi" segnalata la poesia di un canzese STORIE SOTTO L'OMBRELLONE
Pubblicato:
Aggiornato:

Nel ristretto numero delle opere segnalate nella sessione Spoken Word del concorso «Europa in versi», recentemente svoltosi a Como, figura la poesia «Disiat Europa» (Svegliati Europa) del canzese Pierantonio Paredi.

Al concorso "Europa in versi" segnalata la poesia di un canzese

Il vibrante dialetto dell’opera, presentata in forma di video, recitata dall’autore, dispiega un messaggio civile: l’invito all’Europa affinché recuperi i suoi grandi valori di civiltà e umanità.
Ogni verso, tra drammatiche figurazioni e metafore, è accompagnato dal contrappunto di un’esclamazione/invocazione e il componimento ha il ritmo ampio e solenne di una cantica.
Pierantonio è conosciuto a Canzo come «Bagai de Miron»: il papà Miro portava il nome del «santo dell’acqua» nato secondo la tradizione nell’alpeggio di Second’Alpe, storicamente condotto dalle famiglie Paredi. Le radici alpigiane hanno lascito il segno nell’amore per le tradizioni, il canto, la convivialità, condivisi con gli amici del gruppo della Cumpagnia di Nost, fautore della Biofera e di numerose iniziative di valorizzazione del patrimonio umano e culturale del passato.

La vena poetica

Pierantonio ricorda: «Già negli anni Settanta, quando lavoravo alle forbici in officina, tenevo nel cassetto della ditta i foglietti su cui annotato le ispirazioni per le mie poesie. La prima è stata “Nòcc d’estaa in Brianza”: ho raccontato tutto quello che ho sentito in una notte trascorsa all’aperto, dal canto del grillo al verso del gallo del mattino». La composizione fu poi musicata dal maestro Pasquale Amico per il coro Segrino, del quale Paredi era una delle voci più caratteristiche.

Le poesie di Pierantonio Paredi cantano l’amore, la natura, la donna, la giovinezza e la vecchiaia, la la notte, la luce del giorno, ma mai in astratto: il suo è un canto diretto, una confessione di quanto autenticamente vissuto. «Cerco di trasmettere agli altri la felicità che provo io - spiega Paredi - Per questo mi piace donare le mie poesie». La spontaneità del suo linguaggio non esclude una ricerca molto attenta intorno al suono e alla parola: «Mi piace indagare intorno al modo di scrivere – conclude il poeta canzese - E soprattutto annoto termini desueti che andrebbero altrimenti persi».

Giuliana Panzeri

(Giornale di Erba, sabato 24 maggio 2019)

Seguici sui nostri canali