le indagini

Appropriazione indebita alla Croce Rossa di Como: confiscati beni all'ex presidente e a un dipendente

Si parla di più di 100mila euro che erano stati presi da carte di credito e non solo.

Appropriazione indebita alla Croce Rossa di Como: confiscati beni all'ex presidente e a un dipendente
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Appropriazione indebita alla Croce Rossa di Como: confiscati beni all'ex presidente e a un dipendente.

Appropriazione indebita alla Croce Rossa di Como: confiscati beni all'ex presidente e a un dipendente

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como, a seguito di una articolata indagine, ha eseguito, in data odierna, un Decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche per equivalente, emesso dal Giudice per le Indagini preliminari/Tribunale di Como su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti dell’ex Presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di Como e legale rappresentante dei comitati locali di Como e Lipomo, nonché di un dipendente amministrativo presso il Comitato Croce Rossa Italiana di Como.

Le indagini sono state avviate a seguito delle criticità finanziarie, già segnalate in diversi articoli di stampa, che hanno causato il commissariamento dell’Organizzazione di volontariato Croce Rossa - comitato di Como. L’analisi dei flussi finanziari dei conti correnti del comitato di Como della Croce Rossa, che operava in regime di convenzione con l'Agenzia Regionale Emergenza-Urgenza (AREU) per l’esecuzione di servizi di interesse pubblico in ambito sanitario – ha quindi portato all’avvio delle indagini nei confronti dei due citati indagati per episodi di appropriazione di risorse di proprietà della Croce Rossa, qualificate come peculato, in base a pronunce della Corte di Cassazione da cui si desume che la Croce Rossa Italiana è un ente pubblico non economico e che i suoi dipendenti sono ritenuti dipendenti pubblici.

In particolare da quanto ricostruito dalle indagini l’ex presidente del Comitato Croce Rossa Italiana di Como e legale rappresentante dei comitati locali di Como e Lipomo, nel periodo intercorrente tra il 2015 ed il marzo 2020, avendo la disponibilità di risorse finanziarie della Croce Rossa in ragione del proprio ruolo all’interno dell’associazione, si sarebbe appropriato di 134.873,40 euro.

Disponendo l’erogazione a proprio favore di somme di denaro, depositate su conti intestati al Comitato Croce Rossa Italiana della provincia di Como ed alla Croce Rossa di Lipomo su cui era abilitato ad operare, a titolo di rimborso di spese asseritamente sostenute ma non riconosciute o non documentate ma anche disponendo, con capitali della Croce Rossa, l’acquisto a prezzo maggiorato di automezzi destinati alle finalità dell’ente, facendosi riconoscere da parte della società venditrice di tali mezzi o dalla controllante di questa le somme pagate in eccedenza da Croce Rossa Italiana-Como quale sconto per l’acquisto di autovetture per sé e per la propria moglie.

Nel tempo avrebbe utilizzato indebitamente una carta di credito collegata ad un conto corrente intestato al Comitato C.R.I. della provincia di Como, buoni pasto emessi dalla Croce Rossa per i propri dipendenti e vendendo a privati, dopo aver provveduto ad intestarli a sé, due mezzi originariamente in dotazione ai Vigli del Fuoco e da questi donati al Comitato di Como della Croce Rossa.

Il dipendente amministrativo è invece accusato di essersi appropriato di 17.178,29 euro di proprietà della Croce Rossa – comitato di Como utilizzando indebitamente una carta di credito collegata ad un conto corrente intestato al Comitato C.R.I. della provincia di Como.

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