Area ex Ticosa, dal degrado ai progetti futuristici: un'Odissea tutta comasca

CasaPound denuncia il degrado nella zona, il consigliere Fulvio Anzaldo la paragona alla tela di Penelope.

Area ex Ticosa, dal degrado ai progetti futuristici: un'Odissea tutta comasca
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In Consiglio comunale a Como si torna a parlare di area ex Ticosa. La realtà di oggi è un'area abbandonata nel degrado più assoluto, nel futuro c'è chi pensa a progetti visionari di rilancio di quell'area della città ma la necessità per alcuni resta un grande parcheggio. La Ticosa, 1982 - 2019, una lunga Odissea tutta comasca.

Area ex Ticosa

In anziani e adulti di tutta la provincia di Como il nome Ticosa evoca i fasti di una delle aziende tessili più grandi di tutto il territorio. Coloro che hanno meno di trent'anni invece, al suono di questo nome, immediatamente collegano prima una grande struttura abbandonata, poi una delle maggiori aree di degrado della città. C'è chi, in tutta la propria vita, in quell'area non ha visto altro che immondizia, e strutture fatiscenti.

E allora non a caso in Consiglio comunale a Como ieri sera, lunedì 15 gennaio, Fulvio Anzaldo della lista Rapinese sindaco l'ha definita la tela di Penelope comasca, citando l'Odissea e quel lenzuolo funebre che la moglie di Ulisse tesseva di giorno e disfaceva di notte. "Questa è un'altra promessa disattesa della campagna elettorale del sindaco, che garantiva un parcheggio a raso in quell'area - commenta a Palazzo Cernezzi Anzaldo. - Perché non fare adesso un parcheggio per dare respiro a quella zona? Adesso, anche per rientrare con i soldi delle bonifiche effettuate. Cosa stiamo aspettando?"

E sul tema sono intervenuti anche due assessore alla partita della Giunta Landriscina. Da una parte Marco Galli (Ambiente) che ha spiegato: "La richiesta della Provincia è chiara: non verranno rilasciate certificazioni se non su tutta l'area. E' quindi necessaria la bonifica della cella 3"; dall'altra Marco Butti (Commercio), in merito alla presentazione del progetto per l'area dell'associazione Officina Como (QUI tutti i dettagli) ha sottolineato: "Ci è stato presentato un documento. Indipendentemente che venga protocollato o meno, la Giunta intende sottoporlo alla Commissione urbanistica, coinvolgendo anche il Tavolo all'urbanistica e le associazioni di categoria. Solo dopo una serie di passaggi, ci sarà una decisione di natura politica".

La denuncia di CasaPound

E mentre in Consiglio comunale si cerca di capire quale sarà il futuro dell'area ex Ticosa, se un parcheggio o un grande progetto di rilancio del quartiere, i militanti di CasaPound denuncia il degrado in cui è abbandonata la zona. "Mentre l'Amministrazione si prende i propri tempi e valuta con tutta calma le diverse idee sul tavolo, da parcheggio a alloggi a canone sociale, la stretta attualità registra una situazione di degrado al limite, non più rimandabile - commentano i militanti in una nota alla stampa - Dopo il tentativo pluridecennale fallimentare della multinazionale Multi, che ha ottenuto come unico risultato lo smantellamento dell'ex polo industriale, restano ancora aperte questioni che non possono più essere sottovalutate: dalla salubrità dell'area, per troppo tempo abbandonata a cielo aperto senza alcuna opera di bonifica, al decoro, alla sicurezza”.

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Quindi concludono: "L’ex-Ticosa è ormai una terra di nessuno che mette a rischio la salute di tutti i cittadini; la questione appare ancor più paradossale perché si tratta di uno spazio collocato all'ombra del salotto buono del centro città, a pochi passi dall'università e dalla Questura".

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Commenti
gv

Il problema reale è che a Como non esiste un respiro internazionale ed un approccio serio all’immobiliare, all’urbanistica e al costruito. Siamo a 50 km da Milano ma in realtà siamo distanti anni luce. Gli interlocutori che vengono interpellati su questi temi sono totalmente inadeguati ed impreparati. Gente che non ha alcuna idea di una visione progettuale, di un progetto a lungo termine. La città dovrebbe attrarre investitori italiani e stranieri seri e creare un appeal internazionale su tutto il suo patrimonio immobiliare. Solo questo può generare una seria e stimolante crescita della città. Questo è quello che è successo e sta succedendo a Milano e nelle maggiori città Europee. Forse sarebbe opportuno interpellare personalità diverse, comaschi e non che il mondo lo conoscono veramente, lo girano, lavorano nel mondo e lasciar perdere ordini, imprese locali e politicanti senza alcuna visione. L’urbanistica e l’immobiliare non guardano più al metro cubo e al posto auto. L’approccio è cambiato.. da più di 10 anni!!

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