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Attentato New York la testimonianza di un comasco
Si trovava a New York nel giorno dell'attentato.
Attentato New York. A poche decine di metri dal World Trade Center, il Ground Zero dell'11 Settembre.
Attentato a New York
Erano le tre del pomeriggio di ieri quando un pick-up è piombato su una delle più affollate piste ciclabili di Manhattan facendo una strage. A poche centinai di metri da quello che è successo c'era un comasco, Michele Viganò.
L'uzbeko
L'auto della strage è un 29enne di nome Sayfullo Habibullaevic Saipov, di origini uzbeke. E' stato neutralizzato dalla polizia un chilometro dopo la strage, mentre gridava ''Allahu Akhbar''. Tra le vittime un cittadino belga e cinque argentini. "L'Italia abbraccia New York colpita dall'attentato. Vicini alle famiglie e alle autorità contro il terrore", ha scritto su Twitter il premier Paolo Gentiloni.
La testimonianza: "Qui tanta paura"
"È stata davvero una giornata terribile qui a New York. In pochi minuti si è bloccata la città. Elicotteri nel cielo e sirene anche durante tutta la notte. C’è amarezza, c’è rabbia, c’è tanta tristezza. C’è paura che non siano solo episodi, anche se prevale il pensiero che siamo lupi solitari. Comunque si apprende che tutto è stato bene organizzato e che la persona era armata fino ai denti. L’atmosfera ieri sera era surreale. C’era molta gente anche adulta che girava in maschera per Halloween. Però si parlava solo dell’attentato in ogni angolo della città".
"Attentati stanno diventando cosa diffusa"
"In tarda serata mi sono avvicinato fino a 100 metri dal luogo dell’attentato e c’era tantissima Polizia. Le strade erano ancora completamente bloccate. Viaggio molto per il mio lavoro ed ero a Madrid nel 2004 durante l’attentato di Atocha. Questo significa che ormai gli attentati stanno diventando cosa diffusa e che dopo l’11 settembre il mondo è drasticamente cambiato. Che futuro lasceremo ai nostri figli?" ha chiuso Michele Viganò, manager comasco a New York al momento dell'attentato.
